Da “la Stampa”
sergio mattarella mario draghi
La Chiesa chiama la politica italiana alla «responsabilità». È la parola che ricorre nei commenti dal mondo cattolico in questi giorni, che vedono nell'apertura della crisi politica uno «schiaffo» non solo al premier Mario Draghi ma anche al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
«Prendetevi, per piacere, qualche tempo. Non per compiacere chi vuole (solo strumentalmente) ritardare le elezioni. Ma per darsi il tempo per riorganizzare decentemente la proposta politica» è l'appello che arrivato ieri dalle colonne di Avvenire. Partiti e movimenti sono in un «diffuso stato confusionale».
CARDINALE MATTEO ZUPPI BERGOGLIO
«Assumendo come prioritaria quella prospettiva della "responsabilità" che il capo dello Stato non smette di indicare da anni, e che anche le parti sociali e la Chiesa italiana invocano. Ed è ciò che la grande maggioranza dei cittadini reclama: la situazione è troppo difficile e troppo rischiosa - avverte il quotidiano della Cei - per procedere in questo stato di disordine». Un appello che arriva dopo le sollecitazioni dei giorni scorsi arrivate dal presidente dei vescovi, il cardinale Matteo Zuppi, e il Segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin.
pietro parolin
Sulla stessa linea d'onda padre Francesco Occhetta, gesuita, esperto di politica italiana: «La scelta politica di Conte rappresenta uno "scacco al Re" al Presidente Mattarella. In questo momento dire "no" a un Governo Draghi, o scegliere di terminare la legislatura, significherebbe dire "no" anche al Presidente Mattarella». Per il direttore di Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro, «ha fatto bene Mattarella a respingere le dimissioni di Draghi. Ricostruire il rapporto fiduciario è realistico».
antonio spadaro 2