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    QUEST'ESTATE CE N'E' DI COVIDDI - DALLA PUGLIA ALL'EMILIA ROMAGNA IL VIRUS VIAGGIA NEI LUOGHI DI VILLEGGIATURA - NEL SALENTO PRESO D'ASSALTO DI TURISTI, SETTE RAGAZZE DI ROMA E PADOVA, ALCUNE VACCINATE, SONO RIENTRATE POSITIVE - SULL'ADRIATICO C'E' STATO UN SENSIBILE INCREMENTO DEI POSITIVI - FOCOLAI ANCHE IN TRE CAMPEGGI, DUE NEL LAZIO E UNO IN UMBRIA - E IL COVID NON HA RISPARMIATO NEANCHE I VIAGGI PARROCCHIALI


     
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    Mauro Evangelisti per "il Messaggero"

     

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    Dai locali notturni del Salento, dove i giovani si concedono qualche eccesso in più, alle feste illegali con mille ragazzi in una discoteca di Rimini, fino ai più ordinati viaggi parrocchiali in Val d'Aosta che fanno correre il virus nell'intera comitiva e costringono un centinaio di persone alla quarantena. Questa estate il Covid sta colpendo nei luoghi delle vacanze senza fare troppe distinzioni, anche se per fortuna, rispetto al 2020 e grazie all'alto numero dei vaccinati, le conseguenze sono meno drammatiche e per fortuna negli ospedali ancora non è stato superato il livello di guardia.

     

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    Nell'estate scorsa fummo tutti presi di sorpresa e, ad esempio, nelle discoteche della Costa Smeralda ci fu una esplosione di casi positivi che si riverberò anche nel resto d'Italia. Stavolta la situazione è maggiormente spalmata su tutto il territorio e in occasioni di incontro più variegate.

     

    PUGLIA Da Gallipoli, nel Salento, dove si registra un'invasione di turisti che hanno preferito evitare le insidie del viaggio all'estero, le segnalazioni sono numerose: a partire da sette ragazze di Roma e Padova tornate a casa positive dopo una serata in un locale. Alcune di loro erano state vaccinate con Johnson&Johnson (come si sa, la certezza al 100% di evitare il contagio non esiste, ma nessuna sta male, il vaccino in questo ha funzionato). Anche alcuni ragazzi abruzzesi sono tornati positivi ad Avezzano dopo le vacanze a Gallipoli. Sempre nel Salento, chiusi cinque ristoranti a causa della positività dei dipendenti.

     

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    Sull'Adriatico, nella provincia di Rimini, altro hub vacanziero (un tempo si sarebbe detto il divertimentificio) non sono segnalati specifici focolai, ma un sensibile incremento dei casi positivi, molto più numerosi delle altre province romagnole. Sabato 112, ieri una settantina: nell'intera regione, considerando anche l'Emilia, solo Bologna ha più casi.

     

    E proprio a Rimini la Polizia locale ha sorpreso mille giovani a ballare in una discoteca con tre sale differenti (non dovrebbe aprire sulla base delle regole anti Covid): il locale è stato chiuso, il titolare denunciato, tra qualche giorno sapremo se il mega party abusivo ha aiutato il virus a circolare. Nella stessa notte a Rimini (che storicamente ha una nutrita presenza no-vax) sono stati sanzionati altri due locali che non controllavano i Green pass.

     

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    I focolai al mare sono stati numerosi anche in altre regioni: nel Lazio, cluster in pochi giorni in due campeggi. Il primo a Fondi, il secondo, più recentemente, a Nettuno. Ma anche lontano dalla costa, nella vicina Umbria, la formula del camping si è rivelata rischiosa: al campeggio di Piediluco, a Terni, 16 casi confermati, il sindaco ha firmato un'ordinanza che proibisce nuovi arrivi.

     

    Dalla Sicilia alla Sardegna, l'invasione dei turisti ha fatto salire alle stelle l'incidenza. Ma non è solo un problema di eccessi e trasgressioni, visto che il virus non risparmia neppure i viaggi parrocchiali. Modigliana è un paese della provincia di Forlì da cui erano partiti una quarantina di minorenni con la parrocchia, destinazione Valle d'Aosta. In cinque, al ritorno una settimana fa, sono risultati positivi. Il numero è poi salito a 16, oltre a un centinaio, compresi i familiari, in quarantena.

     

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    Sempre nell'ambito delle vacanze organizzate da gruppi religiosi: a Caorle, nel villaggio estivo «Josef Ferrari» gestito dalla Caritas della Diocesi di Bolzano-Bressanone, tre bambini provenienti dall'Alto Adige e una accompagnatrice sono positivi.

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