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    UBER SI FA IL TAPPETINO IRANIANO - DARA KHOSROWSHAHI NUOVO AMMINISTRATORE DELEGATO CON UN COMPENSO DI 200 MILIONI DI DOLLARI - 48 ANNI, ESULE DA THERAN, ED EX CAPO DI EXPEDIA, PIACE AI SOCI SAUDITI CHE HANNO SCOMMESSO DIVERSI MILIARDI NELL’APP DI SERVIZIO CON CONDUCENTE - PRENDE IL POSTO DI TRAVIS KALANICH TRAVOLTO DA SCANDALI E QUESTIONI LEGALI


     
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    Francesco Semprini per la Stampa

     

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    È l' iraniano-americano, anti-trumpiano, su cui i sauditi puntano per far "esplodere" Uber. Dara Khosrowshahi è il nuovo amministratore delegato di Uber, l' App di servizio auto con conducente, considerata una delle start-up gioiello degli Stati Uniti, con i suoi 68 miliardi di dollari di valore, che però di recente ha dovuto fare i conti con una serie di problemi e con la concorrenza cinese. Khosrowshahi, 48 anni, è attualmente Ceo di Expedia, l' agenzia di viaggi online che ha caratterizzato la rivoluzione del turismo su Internet.

     

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    La delibera del consiglio di amministrazione di Uber mette fine a una complicata ricerca del suo numero uno iniziata in giugno con l' uscita di Travis Kalanich fra scandali e questioni legali. E arriva al termine di una riunione infuocata nel fine settimana, ultimo atto di una serie di colpi di scena che hanno visto fra gli altri il passo indietro del numero uno di Hewlett-Packard, Meg Whitman. Immelt si è ritirato sabato nel pomeriggio, consapevole di non aver un appoggio sufficiente fra i consiglieri, convinti che fosse necessario qualcuno con una maggiore esperienza tecnologica.

     

     

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    Whitman sembrava lanciata verso la guida ma a far naufragare la nomina, perfetta per una Uber accusata di discriminare le donne, è stato il mancato accordo sul ruolo futuro di Kalanick. Pur non comparendo nella lista dei Ceostar della Silicon Valley, Khosrowshahi è una figura popolare per i successi ottenuti. Emigrato negli Usa con la famiglia durante la rivoluzione iraniana, ha studiato all' università Brown e poi è entrato a Wall Street, in Allen & Co, dove ha conosciuto il magnate dei media Barry Diller, che lo ha voluto alla guida di Expedia nel 2005. Con lui la società di viaggi online ha raggiunto un valore di mercato di 22,6 miliardi di dollari e un ritorno in termini di valore per gli azionisti del 760%, doppi del ritorno dell' indice Nasdaq Composite. Musica per le orecchie dei sauditi che col loro fondo di investimento pubblico hanno scommesso diversi miliardi di dollari in Uber, mossa inconsueta ma dalla quale sperano in una «esplosione» dell' App a livello planetario.

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    E pertanto ripongono molta fiducia in Khosrowshahi, cui andrà un assegno da almeno 200 milioni di dollari come compenso. Khosrowshahi, che non ha mai fatto mistero della sua poca simpatia per Donald Trump, non ha ancora accettato ufficialmente l' incarico, perché pur essendo abituato alle sfide, vuole studiare bene il dossier, anche se il sì sembra scontato. La società americana deve fare i conti con alcuni problemi, come quelli legali con Google per una questione di proprietà intellettuali sulle auto che si guidano da sole. 

     

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    L' azionista Benchmark, che ha in portafoglio il 13% dell' app, ha inoltre fatto causa all' ex ad Travis Kalanick, accusandolo di frode e puntando alla sua rimozione dal Cda. La società ha perso intanto anche il suo primo dipendente e Ceo, Ryan Graves, uno dei sostenitori di Kalanick e uno dei maggiori azionisti, che ha annunciato le dimissioni. Ci sono quindi gli scandali di abusi sessuali e la possibile quotazione del prossimo anno.

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