1 - KIEV SU INVIO TRUPPE NATO, QUESTO GIORNO POTREBBE ARRIVARE
Dmytro Kuleba
(ANSA) - Sebbene l'Ucraina non abbia mai chiesto "truppe da combattimento europee sul terreno", i leader dell'Ue devono abituarsi all'idea che questo "giorno potrebbe arrivare": lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, in un'intervista a Politico. "Sono perfettamente consapevole che gli europei non sono abituati all'idea della guerra", ha proseguito. "Ma questa è una disattenzione che gli europei non possono permettersi, né per loro stessi né per i loro figli", ha sottolineato Kuleba . "L'Ucraina può vincere. Ma se l'Ucraina perde, Putin non si fermerà".
2 - KULEBA, 'DATECI QUEI MALEDETTI PATRIOTS'
dmytro kuleba antony blinken a kiev
(ANSA) - "Dateci quei maledetti Patriots": è la richiesta, senza mezzi termini, del ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba. "Se avessimo abbastanza sistemi di difesa aerea, vale a dire i Patriots, saremmo in grado di proteggere non solo la vita della nostra gente, ma anche la nostra economia dalla distruzione", ha aggiunto durante un'intervista a Politico.
3 - ORDINE D'ARRESTO DI MOSCA PER CAPO DEI SERVIZI UCRAINI ++
(ANSA) - La Corte Basmanny di Mosca ha emesso un ordine d'arresto con l'accusa di terrorismo nei confronti del capo dei servizi segreti ucraini (Sbu), Vasily Malyuk, ma il provvedimento non è legato all'inchiesta sulla strage al Crocus City Hall, di cui si occupa la stessa Corte. Lo riferisce l'agenzia Tass.
4 - PUTIN TORNA A EVOCARE LE «COMPLICITÀ UCRAINE» MA DEVE GESTIRE LO CHOC DEL BUCO NELLA SICUREZZA
Estratto dell’articolo di Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”
vladimir putin commemorazione per la strage della crocus city hall di mosca
«Come è potuto succedere?». La signora anziana che trasporta i sacchetti della spesa sulla via Pervomayskaya del quartiere periferico di Ismailovo si pone la stessa domanda della studentessa universitaria con piercing e capelli tinti di blu che ripassa gli appunti al tavolino di un bar poco distante dal teatro Bolshoi.
[…] Anche le risposte dei moscoviti che a ripetizione vengono fermati per strada dalle troupe televisive, che opereranno poi una certa selezione, sono le stesse che si potevano ascoltare quasi nove anni fa a Parigi dopo il Bataclan, oppure a Bruxelles, oppure a Manchester, ovunque nel mondo vi sia stata una simile carneficina. «Dov’era la Polizia? Non c’era un singolo agente, non se ne vede uno, dall’inizio alla fine dei filmati». «I Servizi di sicurezza sono arrivati dopo che i terroristi sono andati via». «Abbiamo fornito una dimostrazione di impotenza». «Sono in Russia, mi sento al sicuro, ma al Crocus non c’è stata alcuna forma di protezione e di difesa dei miei concittadini».
[…]
attentato alla crocus city hall di mosca
Non è facile ammettere un fallimento, neppure in una società autoritaria come quella russa, governata e controllata da uno zar che da sempre garantisce ai suoi cittadini la stabilità e l’ordine interno. Anche per questo Dmitry Peskov, il portavoce del Cremlino, definisce «isteriche e provocatorie» le accuse di inefficienza che seppure con una certa timidezza iniziano a essere formulate.
attentato alla crocus city hall di mosca 3
È più facile addossare la colpa dell’accaduto ai Paesi stranieri che rifiutano di collaborare con la Russia. «La lotta al terrorismo esige una alleanza internazionale a pieno formato. Ma, come vedete, a causa di un confronto sempre più aspro in corso, questa cooperazione non viene attuata in nessun modo».
Ieri Putin ha compiuto una parziale correzione di rotta, imposta dalla forza dei fatti e delle immagini dei quattro terroristi accusati del massacro. «Gli attentatori sono estremisti islamici, la cui ideologia è stata combattuta per secoli dal resto del mondo musulmano» ha detto durante un vertice con i suoi ministri. Ma non ha certo escluso la tesi ventilata durante il messaggio alla nazione di sabato scorso, anzi.
Rachabalizoda Saidakrami e Murodali Dalerjon Mirzoev - due degli attentatori della crocus city hall di mosca
«Dobbiamo anche chiederci perché i terroristi stavano cercando di fuggire in Ucraina, e chi li aspettava. Appare chiaro che i sostenitori del regime di Kiev non vogliono essere complici del terrore e sponsor del terrorismo, ma le domande sono tante. Ci interessa sapere chi è il committente. Questo attacco potrebbe essere soltanto un anello in una serie di tentativi di intimidazione operati da parte di chi dal 2014 combatte contro il nostro Paese con le mani del regime neonazista ucraino».
Era una riunione dedicata alle misure da prendere dopo l’attacco del Crocus. Putin si è rivolto soprattutto ad Aleksandr Bastrykin, capo del Comitato investigativo russo, chiedendogli delle indagini in corso. Ma nessuna voce critica si è levata per discutere delle evidenti falle nella struttura di sicurezza. Eppure, l’orgoglio per Mosca «capitale dei teatri e dei luoghi pubblici sicuri», come la definì nel settembre scorso il sindaco Sergej Sobjanin, è svanito nel giro di una notte.
antony blinken con dmytro kuleba a kiev
Nel 2024, le autorità locali e statali hanno stanziato 106 miliardi di rubli, più di un miliardo di euro, per il progetto «Città sicura», 72,7 dei quali esplicitamente destinati «all’ordine pubblico e alla protezione dei siti cittadini da attacchi terroristici». Nel 2022 erano già stati spesi 119 miliardi per la stessa voce, oltre 160 nel 2023. La ragione di un simile investimento appare chiara. Ogni agenzia, ogni sede centrale degli «uomini forti» si trova al massimo a una decina di chilometri di distanza dal luogo del massacro. […]
attentato alla crocus city hall di mosca 2
Dmytro Kuleba Dmytro Kuleba