Estratto dell’articolo di Niccolò Carratelli Monica Serra per “la Stampa”
SANTANCHE'
Prima fate dimettere Daniela Santanchè, poi parliamo di Antonio Decaro e Michele Emiliano. Dal Nazareno rispolverano la parabola della trave e della pagliuzza nell'occhio per stoppare gli attacchi della destra di governo nei confronti del sindaco di Bari e del presidente della Regione Puglia. «È solo una campagna di distrazione, cercano di confondere le acque», avvertono fonti dem, cioè di coprire i crescenti guai giudiziari della ministra del Turismo.
daniela santanche
La sortita infelice di Emiliano su un presunto incontro suo e di Decaro con la sorella di Antonio Capriati, boss criminale di Bari Vecchia condannato all'ergastolo, è stata accolta con disappunto ai vertici del Pd. E c'è anche una certa preoccupazione sulle possibili ricadute elettorali a giugno, sia per le elezioni comunali nel capoluogo pugliese, sia per le Europee. Anche perché Decaro sarà candidato per andare a Bruxelles ed è uno dei nomi su cui più si punta al Sud per fare il pieno di preferenze.
DECARO EMILIANO
Proprio per questo la strumentalizzazione che si è scatenata contro di lui va smascherata e l'attenzione mediatica spostata su un caso ben più grave. «Giorgia Meloni con l'operazione Bari vuole coprire i fallimenti del suo governo. Gli unici ad avere problemi con la giustizia sono i suoi ministri – sottolineano dal Nazareno –. Noi chiediamo da tempo le dimissioni di Santanchè. Ora che l'inchiesta sta andando avanti non sono più rinviabili».
Per l'accusa, Santanchè «sapeva della truffa» all'Inps con la cassa integrazione Covid per oltre 126 mila euro, commessa tra maggio 2020 e febbraio 2022. E a confermarlo alla Gdf sono stati alcuni dei 13 dipendenti di Visibilia Editore e della Concessionaria sentiti come testimoni.
daniela santanche
Come ricostruito dai pm, «i dipendenti fruivano della Cig a zero ore mentre di fatto continuavano a svolgere le proprie mansioni, secondo i contratti in corso, in smart working per conto delle società». Poi, si legge nel provvedimento di conclusione delle indagini, «la differenza tra la somma erogata a titolo di cassa integrazione e quella maggiore dovuta a titolo di stipendio», veniva integrata dalle società attraverso «bonifici» per «finti rimborsi per note spese e spese di viaggio». […]