Dario Pappalardo per Robinson – la Repubblica
tintoretto L'Angelo che annuncia il martirio a Santa Caterina d' Alessandria
«Gli altri potenziali acquirenti dormivano o erano in bagno » raccontò. E così, nel 1987 a Londra, per una cifra relativamente bassa, David Bowie si portò a casa L' Angelo che annuncia il martirio a Santa Caterina d' Alessandria di Tintoretto. Impossibile immaginare una scena religiosa così nell' appartamento dell' uomo che fu Ziggy Stardust. « Lo incontrai per la prima volta nel 1990 - ricorda adesso il giornalista e scrittore belga Serge Simonart, che conosceva bene la rockstar - Era ancora entusiasta per quell' acquisto.
Aveva chiamato Tintoretto Music una sua compagnia di produzione. Mi disse che nemmeno nei suoi sogni più proibiti avrebbe mai immaginato che lui, un ex ragazzo proveniente dalla classe operaia, sarebbe riuscito a collezionare un old master ».Bowie in incognito - spesso sotto travestimento - frequentava musei, gallerie, aste e antiquari.
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Amava circondarsi di bellezza: gli espressionisti tedeschi, i futuristi italiani, i pittori britannici del secondo Novecento Frank Auerbach e Francis Bacon. Aveva recitato la parte di Andy Warhol nel film Basquiat ( 1996) dell' amico Julian Schnabel. La sua raccolta era divisa tra Londra, l' appartamento di New York, il piccolo castello in Svizzera, la casa di vacanze sull' isola di Mustique, nelle Antille.
« Cambiava la disposizione delle opere - spiega Simonart - ma i quadri di Auerbach e Tintoretto dovevano essere sempre con lui a casa.
L' arte era una fonte di ispirazione fondamentale per la sua musica.
Quando componeva l' album Outside, per esempio, si contornava di artisti outsider, di Art Brut, andava in giro per realtà artistiche alternative. Ma Tintoretto resta una figura chiave. Del maestro veneziano ammirava non solo la tecnica, ma anche il carattere: era un uomo avventuroso, testardo e indipendente, che si era fatto da sé proprio come lui».
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La collezione Bowie, Tintoretto compreso, avrebbe potuto essere raccolta in un unico spazio aperto al pubblico, ma non è stato così.
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«Non so perché la moglie Iman e i figli Joe e Lexi abbiano deciso di vendere buona parte delle opere appartenute a David - puntualizza Simonart - È una questione privata. Certo, sarebbe stato molto difficile organizzare un museo ad hoc e gestirlo, ma penso che lui avrebbe preferito così». Il "museo Bowie", invece, andò all' asta a Londra da Sotheby' s nel novembre 2016: dieci mesi dopo la morte del Duca Bianco. Ora il suo Tintoretto è tornato a Venezia, nella mostra a Palazzo Ducale Da Tiziano a Rubens. La direttrice dei Musei Civici di Venezia Gabriella Belli e il nuovo proprietario dell' opera Marnix Neerman stanno lavorando perché il prestito sia a lungo termine.
E perché quella pala d' altare resti quanto più tempo possibile a pochi passi da dove sorgeva la chiesa distrutta di San Geminiano che la ospitava in origine. In quella laguna che fu anche la meta scelta da Bowie per l' ultimo viaggio con la figlia Lexi, nel 2015.
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