Da “Circo Massimo - Radio Capital”
davide serra alla leopolda
Com'è l'Italia vista dalla City? Davide Serra, amministratore delegato del fondo Algebris, lo rivela a Circo Massimo, su Radio Capital: "È un paese che per la prima volta negli ultimi quattro anni è tornato a crescere e in cui più del 70% della popolazione è fortemente pro euro, quindi i mercati lo vedono stabilmente nel sistema Europa".
Un sistema in cui, però, l'Italia continua a crescere meno degli altri: "Per vent'anni abbiamo fatto crescita zero. Dopo la crisi petrolifera la soluzione è stata l'aumento del debito, così ci siamo trovati all'inizio degli anni '90 con un debito del 130% del PIL. Dagli anni '80", spiega Serra, "l'Italia ha speso senza investire, per questo cresce meno degli altri. Se spendi soldi per andare in vacanza invece di investire, ci sono meno opportunità di lavoro per i giovani che di conseguenza non fanno figli".
davide serra matteo renzi maria elena boschi
Nel dopo elezioni non c'è stata una reazione importante dei mercati: "Il voto è stato letto così: il nord, che produce ricchezza, vuole meno tasse per le imprese; il sud ha votato onestà e aiuto sociale. Il vero tema è come lo faranno, per questo i mercati chiedono: fateci vedere come lo fate". Anche se, per Serra, i mercati "sono convinti che i 5 Stelle e Salvini non faranno quello che hanno detto e scritto. Per 4-5 anni hanno avuto nei loro programmi, nero su bianco, l'uscita dall'euro. Poi a tre mesi dalle elezioni hanno cambiato idea.
salvini di maio prima di essere attaccati
Quindi i mercati pensano che facciano i populisti, pronti a dire certe cose per vincere per poi diventare più realisti del re dopo la vittoria. La vera domanda è se l'Italia continua a crescere", continua, "in quel caso il debito è più che sostenibile. Se torniamo a perdere posti di lavoro, invece, scapperanno tanti investitori. E quando scappano è un dramma: senza capitale le aziende non possono investire, e se le aziende non possono investire perdi occupazione invece di crearne".
LA PRIMA PAGINA DI LIBERATION SUI POPULISTI AL POTERE IN ITALIA
Per la flat tax e il reddito di cittadinanza, le grandi proposte dei vincitori delle elezioni, "è tutta una questione di numeri", dice Serra: "Siamo un paese che da trent'anni guadagna 100 e spende 103, così siamo arrivati al debito pubblico che abbiamo oggi. Oggi con i vincoli europei continuiamo a spendere 103. E non possiamo spendere di più. L'unico modo per non rispettare i vincoli europei è tornare ai tempi della lira, ma così in Italia si perderebbe il 50% del potere d'acquisto, che tutte le aziende lascerebbero il paese, che chi ha 100 in banca si ritroverebbe con 50.
Sarebbe come fare di tutta l'Italia la banca veneta: non credo che sia nell'interesse degli italiani, e penso che Salvini e Di Maio lo sappiano". Sul reddito di cittadinanza, in particolare, Serra è perplesso: "Penso che investire in educazione e infrastrutture sia positivo", dice, "ma dare un sussidio a persone nel lungo termine fa solo male: dà l'idea che tu possa non studiare, lavorare male, non metterci passione, e un paese così va sicuramente al fallimento". Grillo è già andato oltre, parlando di reddito per diritto di nascita: "In Italia penso sia vietato il voto di scambio. Per me dire 'votami, ti dò mille euro al mese' è voto di scambio", dice il fondatore di Algebris, "A me va benissimo invece fare un reddito di inclusione per persone in difficoltà, è giusto e corretto e ce lo possiamo permettere".
DI MAIO SALVINI
Il reddito di inclusione che è una delle riforme dell'ultima legislatura. Riforme che Serra definisce "ipercruciali. I governi dei quarant'anni precedenti il 2013 hanno creato 250 posti di lavoro al giorno, mentre negli ultimi quattro anni, secondo l'ISTAT, si sono creati 800 posti di lavoro al giorni. Poi certo", spiega, "con il cambiamento dell'economia globale, sono tutti posti di lavoro cosiddetti variabili. Ma quello succede in tutto il mondo. I posti sono flessibili perché l'economia è cambiata".
Per Serra, "Renzi fece un errore politico personalizzando il referendum, ma la sua azione riformista, fin quando l'ha focalizzata sull'aumentare la flessibilità dell'Italia per far crescere investimenti e assunzioni, è stata positiva. Spero che questa spinta riformista corretta per aiutare il paese sia continuata dagli altri. Saranno i numeri a dircelo: posti di lavoro creati/persi, esportazioni, PIL e debito.
Salvini e Di Maio hanno vinto le elezioni", continua Serra, "hanno detto che sono in grado di fare meglio e che hanno soluzioni positive: dovrebbero fare un governo, governare con coscienza e spirito di responsabilità, e farci vedere l'impatto di queste soluzioni. Ogni mese, ogni trimestre, avremo i risultati, come un campionato di calcio. Sempre che riescano a giocare".