Ignazio La Russa per “Libero quotidiano”
LUCIANO DE CRESCENZO
Luciano De Crescenzo avrebbe compiuto 91 anni il 18 di Agosto. Se ne è andato esattamente un mese prima. In punta di piedi, come è sempre vissuto e forse col sorriso ironico di un «filosofo e umorista» (così lo definisce Renzo Arbore) che non ha voglia dei rituali festeggiamenti di un altro compleanno.
Chi lo ha conosciuto sa che il titolo che scelse per la sua autobiografia "Sono stato fortunato" è molto bugiardo. Perché De Crescenzo, il suo successo se lo è meritato fino in fondo e anzi, resta fortemente in credito nei confronti dei troppi soloni della cultura italiana che lo hanno sempre guardato con una certa aria di superiorità che si riserva a chi, magari simpaticamente, vuole invadere campi non suoi. Nella loro testa un ingegnere della Ibm può mai spiegare al mondo la filosofia?
ignazio la russa maurizio gasparri
Può essere al contempo scrittore, attore e anche regista riuscendo sempre a farsi amare e apprezzare dal grande pubblico? Eppure i suoi oltre 40 libri, tradotti in 25 lingue, hanno venduto oltre 18 milioni di copie e anche il vice portinaio napoletano Bellavista, del suo primo libro e poi film, è rimasto una icona popolare. E anche Atene, madre della filosofia, gli ha conferito la cittadinanza onoraria.
I critici che hanno, a torto o a ragione, innalzato agli onori dei grandi della letteratura il giallista marxista Camilleri, con lui sono stai molto avari nei giudizi. Oggi, anche quelli che lo hanno a lungo sottovalutato si uniscono al rimpianto di chi lo ha amato e apprezzato e di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo. Ecco, io mi sento fortunato per averlo potuto incontrare in molte occasioni e ancor di più per essere stato testimone di un suo inedito piccolo capolavoro di ironia: insieme a Gasparri, oltre 15 anni fa provammo a proporgli di candidarsi alle elezioni per Alleanza Nazionale.
LUCIANO DE CRESCENZO
Ne ricevemmo un garbato ma sicuro diniego perché, ci disse, la politica non era nei suoi progetti. E a Gasparri che insisteva, aggiunse: «vede, non lo farò ma se mai ci pensassi lo farei solo per il centro». «Per il centro?». Domandammo noi meravigliati e pronti a illustrare i meriti della Destra.
E fu a quel punto che De Crescenzo ci diede prova della sua incomparabile spontaneità ironica. «Che avete capito?», ci disse. «Intendo dire per il centro cittadino, cioè per avere il pass per il centro storico che altrimenti mi negano». La ammirata risata liberatoria mi risuona nella testa come le sue parole per descrivere Socrate («era buono d' animo, tenace, intelligente, ironico, tollerante, nel medesimo tempo inflessibile») che a ragione potremmo oggi usare per ricordare la grandezza di Luciano De Crescenzo.
.