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    DE LUCA NON MOLLA ("SONO PARTE LESA") E RENZI TREMA: LA GRANA CAMPANA PUO' ESSERE PEGGIORE DEL CASO MARINO - IL GOVERNATORE INDAGATO: “VADO AVANTI" - LA GIUDICE SOTTO INCHIESTA: “IO E MIO MARITO SIAMO SEPARATI IN CASA” - E "ROSPY" BINDI GONGOLA…


     
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    Carlo Tarallo per Dagospia

     

    VINCENZO DE LUCA VINCENZO DE LUCA

    L’incubo peggiore di Matteo Renzi si materializza a Napoli, Campania, Sud Italia, lì dove il premier toscano si fa vedere il meno possibile, anche durante le campagne elettorali più accese. Il Governatore Vincenzo De Luca conferma quanto aveva detto e scritto già nella tarda serata di ieri, quando la notizia del suo coinvolgimento nell’inchiesta che aveva portato alle dimissioni del suo braccio destro, Nello Mastursi, era diventata pubblica.

     

    VINCENZO DE LUCA MARIA ELENA BOSCHI VINCENZO DE LUCA MARIA ELENA BOSCHI

    De Luca non si dimette, non molla, anzi rilancia e la Campania si trasforma per Renzi in un’altra gigantesca “grana”. “E’ peggio del caso-Marino” si diceva durante la notte dalle parti del Nazareno, mentre la gigantesca nube dello sceriffo indagato si addensava sul Partito Democratico.

     

    Sono 7 gli indagati della procura di Roma nell'inchiesta che coinvolge il Presidente della Regione Campania. Con il governatore sono iscritti tra gli altri con l'accusa di concussione per induzione, il giudice Anna Scognamiglio e l'ex capo segreteria di De Luca, Carmelo Mastursi.

     

    Gli altri indagati sono l'avvocato Guglielmo Manna, marito della Scognamiglio, Giorgio Poziello e Gianfranco Brancaccio, intermediari, Giuseppe Vetrano, ex coordinatore delle liste che hanno sostenuto De Luca in campagna elettorale.

    VINCENZO DE LUCA - MATTEO RENZI VINCENZO DE LUCA - MATTEO RENZI

     

    “Io non sono a conoscenza di nulla. Sostengo pienamente l'azione della magistratura. Io sono parte lesa in questa vicenda, io e l'istituzione che rappresento”. De Luca parla a decine di giornalisti e telecamere, a Palazzo Santa Lucia, trasformato in un fortino. Non accetta domande: “Questa - avverte all’inizio del suo monologo -  non sarà una conferenza stampa per ovvie ragioni di rispetto, essendo in corso un'inchiesta giudiziaria. Il controllo di legalità è un bene per le persone oneste, una funzione essenziale in un Paese democratico, un vantaggio per le persone perbene. Keep calm e al lavoro”.

     

    VINCENZO DE LUCA VINCENZO DE LUCA

    Lo sceriffo non arretra, non ci pensa nemmeno a dimettersi, ma nel Pd la questione è incandescente. Questa mattina alla Camera una raggiante Rosy Bindi sorseggiava il caffè, dolcissimo per la presidente della Commissione Antimafia, presa di mira più volte da De Luca. “Non possiamo reggere - commentavano terrorizzati i parlamentari democratici - una situazione come questa. Politicamente ci ammazzerà tutti”.

     

    Matteo Renzi segue la vicenda preoccupatissimo dalle ripercussioni sull’immagine del partito, ma schiodare De Luca dalla poltrona sarà difficile: non è un caso se a Dagospia un dirigente nazionale di primissimo piano confida che “sono in corso valutazioni sulle conseguenze sul partito e sulle istituzioni, ma lui ora è un problema molto peggiore di Marino”.

    VINCENZO DE LUCA VINCENZO DE LUCA

    Il centrodestra intanto gongola: “Non c’è bisogno - spiega un parlamentare campano di Forza Italia – di premere sull’acceleratore. Appena verranno fuori le intercettazioni, per De Luca sarà la fine e Renzi si ritroverà con il cerino in mano”.

     

    Il Procuratore di Roma Giuseppe Pignatone interviene sulla vicenda affermando che “la sentenza del tribunale di Napoli sul caso De Luca non è oggetto di esame da parte della procura di Roma. Allo stato non sono previsti interrogatori degli indagati e le indagini potrebbero concludersi nel giro di qualche settimana”. E dalle carte dell’inchiesta emergono particolari importanti.

     

    REGIONE CAMPANIA REGIONE CAMPANIA

    Nel capo di imputazione allegato ai decreti di perquisizione - riporta l’Ansa - si afferma che gli indagati, con più “azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso ed in tempi diversi, Anna Scognamiglio, magistrato presso il tribunale civile di Napoli e giudice relatore nella fase di merito del ricorso intentato da De Luca contro la sospensione dalla carica di presidente della Regione, abusando della sua qualità e dei poteri decisionali, in concorso con il coniuge Guglielmo Manna, e con gli intermediari Poziello e Brancaccio, minacciando De Luca, per il tramite di Vetrano e Mastursi, di una decisione a lui sfavorevole da parte del tribunale con conseguente perdita della carica ricoperta, inducevano il medesimo a promettere a Manna la nomina ad una importante carica dirigenziale nella sanità campana”.

     

    “Condotta reiterata - si legge nel decreto di perquisizione - in occasione dell'udienza tenutasi presso il tribunale di Napoli l'11 settembre scorso avente ad oggetto la legittimità del decreto della presidenza del Consiglio dei Ministri che aveva sospeso De Luca dalla carica di presidente della Regione”.

     

    “Non conosco assolutamente né de Luca, né Mastursi, né Vetrano con i quali non ho mai avuto contatti di alcun genere, né, quindi, ho loro mai chiesto, né potuto chiedere, alcun favore né per me né per mio marito”. Afferma intanto il giudice Anna Scognamiglio, in una dichiarazione diffusa tramite il suo legale. La convivenza del giudice Anna Scognamiglio con il marito Guglielmo Manna “era solo formale e dovuta alla necessità di salvaguardare l'equilibrio psichico dei nostri due ragazzi; insomma vivevamo da “separati in casa” e ognuno di noi aveva ed ha la sua vita, anche sentimentale, del tutto autonoma”.

     

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