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    DEEPFAKE? FAKE YOU! - LE FOTO HARD DI TAYLOR SWIFT, CREATE CON L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE, SMUOVONO ADDIRITTURA LA CASA BIANCA, CHE HA CHIESTO AL CONGRESSO DI "INTRAPRENDERE UN’AZIONE LEGISLATIVA" PER EVITARE CHE SIMILI INCIDENTI SI RIPETANO - NONOSTANTE LE PIATTAFORME UTILIZZINO DEI "FILTRI" PER EVITARE AGLI UTENTI DI PRODURRE CONTENUTI VOLGARI, RAZZISTI, I WEB-PORCELLONI CONTINUANO A TROVARE MODI PER AGGIRARE LE CENSURE - ANCHE I SOCIAL MEDIA NON SONO DEL TUTTO INNOCENTI, VISTO CHE...


     
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    Estratto dell'articolo di Pier Luigi Pisa per “la Repubblica”

     

    Anche la Casa Bianca si schiera con Taylor Swift, la cantante “spogliata” dall’intelligenza artificiale. «Quello che è accaduto è allarmante » ha detto la portavoce del presidente Biden, Karine Jean-Pierre, in merito alle false foto hard della popstar che nei giorni scorsi hanno invaso le app di messaggistica istantanea di Telegram e X, il social network di Elon Musk un tempo noto come Twitter. Le immagini oscene […] sono state visualizzate più di 27 milioni di volte su X prima che il social prendesse provvedimenti.

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    Così è toccato ai fan, inizialmente, proteggere la cantante. C’è chi ha spiegato come segnalare le immagini inappropriate. E chi, per limitare la visibilità delle false foto hard nel motore di ricerca del social, ha iniziato a postare immagini “sicure” della cantante per disperdere quelle porno. […]

     

     L’autore degli scatti hard, […] ha creato una scena totalmente falsa avvalendosi dell’intelligenza artificiale generativa, capace di scrivere e produrre immagini come farebbe un essere umano. Da tempo gli scatti delle celebrità vengono manipolati per ottenere immagini di nudo. […] A farne le spese sono le donne dello spettacolo. Ma anche i loro colleghi, sempre più spesso, vengono svestiti con l’Ia. Con risultati più o meno credibili.

     

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    […] Alcune delle foto false di Taylor Swift sono state generate, probabilmente, usando Microsoft Designer AI, un programma a cui è sufficiente affidare la propria idea - sotto forma di testo - per ottenere qualsiasi immagine. O quasi. I grandi colossi tech hanno previsto, infatti, appositi filtri per impedire all’Ia di produrre contenuti volgari, razzisti o diffamatori. È vietato, tra le altre cose, chiedere all’intelligenza artificiale di generare scatti realistici di personaggi pubblici. Ma gli utenti trovano sempre nuovi modi per aggirare la censura.

     

    Intervistato da Nbc News , Satya Nadella - amministratore delegato di Microsoft - ha detto che l’azienda di Redmond deve «muoversi velocemente » per contrastare le immagini esplicite e non consensuali create con l’Ia. Nelle stesse ore la Casa Bianca invitava il Congresso a «intraprendere un’azione legislativa » per evitare che simili incidenti si ripetano. E per richiamare ancora una volta l’attenzione sui rischi legati all’intelligenza artificiale.

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    Proprio Biden, lo scorso ottobre, ha firmato un ordine esecutivo per regolamentare lo sviluppo dell’Ia negli Stati Uniti, chiedendo - tra le altre cose - che i contenuti generati da una macchina vengano marchiati e identificati chiaramente. Il provvedimento intende proteggere i cittadini da frodi e inganni. L’Europa su questo fronte si è già mossa con l’Ai Act, l’insieme di norme che regolamenta lo sviluppo e l’uso dell’intelligenza artificiale all’interno dei Paesi membri. Anche l’Italia non resta a guardare. La vicepresidente della Camera, Anna Ascani, spinge per portare al voto una proposta di legge «sulla trasparenza dei contenuti generati da intelligenza artificiale».

     

    […] Il problema non riguarda solo le celebrità. Lo scorso novembre alcuni studenti di una scuola pubblica del New Jersey - la Westfield High School - sono stati accusati di aver generato con l’Ia false foto di nudo dei loro compagni di classe.

     

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    Dietro le foto porno fake dei personaggi famosi, inoltre, si cela un florido business. Cercando gli scatti fake di Taylor Swift su Google, per esempio, si finisce su siti che usano le foto realistiche della cantante come esca per promuovere i loro “generatori di nudi”. […] E che, ovviamente, richiedono la registrazione e un pagamento in denaro. In rete se ne trovano a decine. Ma oltre a essere illegali, sono anche di dubbia efficacia.

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