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    DEI DIRITTI E DELLE PENALI - CONTE: ''FERMARE LA TAP COSTEREBBE TRA 20 E 35 MILIARDI''. NON C'È NESSUNA PENALE, MA PIOVEREBBERO CAUSE MILIARDARIE PER DANNI DALLE AZIENDE CHE HANNO GIÀ MESSO IN CONTO INTROITI PER I PROSSIMI 40 ANNI - I NO-TAP CONTRO LA LEZZI. IL SINDACO DI MELENDUGNO: ''È IN STATO CONFUSIONALE. EVITI COME MINISTRO DEL SUD, DI SEGUIRE TUTTE LE DECISIONI CHE LE IMPONE IL MINISTRO SALVINI, VERO CAPO POLITICO DI QUESTO GOVERNO''


     
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    1. CONTE: FERMARE LA TAP COSTEREBBE TRA I 20 E I 35 MILIARDI

    Da www.agi.it

     

    DI MAIO TAP DI MAIO TAP

    "È certo che interrompendo il progetto Tap, lo Stato italiano verrebbe coinvolto in un contenzioso lungo e perdente, i cui costi potrebbero aggirarsi, in base a una stima prudenziale, in uno spettro compreso tra i 20 e i 35 miliardi di euro". Così il premier Giuseppe Conte riferendosi alla posizione del governo sulla Tap in una lettera ai cittadini dei Comuni di Melendugno. "È per questo che - spiega - nel messaggio di venerdì ho anticipato che si tratta di una esposizione che risulterebbe disastrosa, non sostenibile per le casse dello Stato, e ho ragionato di numeri che si avvicinano o addirittura superano quelli di una intera manovra economica"

     

    "Il complesso delle verifiche effettuate non ci offre alcuna possibilità di impedire la realizzazione del progetto Tap: allo stato, non sono emerse illegittimità o irregolarità dell'iter procedurale", prosegue il presidente del Consiglio, "gli accertamenti compiuti e gli impegni già assunti ci precludono persino una più compiuta valutazione dei costi/benefici che il progetto Tap trae con sé".

     

    di maio 2 di maio 2

    "Non ha senso, infatti, - aggiunge il premier - elencare e approfondire i benefici che l'opera apporterebbe quando i costi della sua interruzione risultano insostenibili. Su quest'ultimo punto sarò chiaro: chi sostiene che lo Stato italiano non sopporterebbe alcun costo o costi modesti non dimostra di possedere le più elementari cognizioni giuridiche".

     

    "Ho detto l'altro giorno che adesso è arrivato il momento di 'metterci la faccia' e lo sto facendo io personalmente, a nome del Governo. Mi dispiace, peraltro, che i Parlamentari pugliesi siano stati criticati e contestati. Sono reazioni che mi sembrano a dir poco ingenerose. Sono stato personalmente testimone dell'appassionato e infaticabile impegno che hanno profuso, in tutti questi mesi, al fine di mantenere la parola assunta con i propri elettori", ha proseguito Conte, "se 'colpa' deve essere, attribuitela a me".

    no tap bruciano le foto dei parlamentari m5s 5 no tap bruciano le foto dei parlamentari m5s 5

     

     

    1. TAP:SINDACO MELENDUGNO, MINISTRO LEZZI IN STATO CONFUSIONALE

     (ANSA) - Il ministro Barbara Lezzi "è in stato confusionale" e dovrebbe ascoltare "un consiglio da un teppistello. Eviti come ministro del Sud, di seguire tutte le decisioni che le impone il ministro Salvini, vero capo politico di questo governo. Non le conviene troppo, nè a lei nè temo al nostro Sud". Lo afferma su Facebook Marco Potì, sindaco di Melendugno, il Comune dove è previsto l'approdo del gasdotto Tap, rispondendo al videomessaggio di ieri del ministro del Sud Barbara Lezzi che ha definito "maniere da teppistello" quelle con le quali il primo cittadino salentino le "intima di non tornare lì".

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    "La ministra Lezzi - risponde Potì - è in evidente stato confusionale e palesemente in difficoltà. Mi preme rinfrescarle un po' la memoria. Non ho mai chiesto le sue dimissioni nè quelle dei suoi colleghi. Facesse lei da sola i conti con la propria coscienza. Non le ho mai detto di non tornare nel Salento. Io non sono nessuno per dirlo o impedirlo. Può farlo come, quando, dove vuole. A testa alta o a capo chinato".

     

     

    1. QUELL'ACCORDO CHE CI VINCOLA: USCIRE COSTEREBBE 40 MILIARDI

    Diodato Pirone per “il Messaggero

     

    BARBARA LEZZI 1 BARBARA LEZZI 1

    La guerra delle parole in corso sul Tap, il gasdotto che dal 2020 porterà in Italia 10 miliardi di metri cubi di metano l' anno dal lontano Azerbaijan, non aiuta a capire quanto sta succedendo.

     

    Penali? Non penali? I fatti raccontano una cosa semplicissima: in un documento tecnico dello scorso luglio fu lo stesso ministero dello Sviluppo, rispondendo a richieste di documenti da parte dei comitati No Tap, che su questa vicenda non c' erano penali a carico dello Stato perché l' opera è privata e non ha finanziamenti pubblici ma che l' annullamento del progetto «causerebbe una serie di danni a soggetti sia pubblici che privati».

     

    Quali sono questi soggetti? Innanzitutto il consorzio di grandi società di varie nazioni che sta costruendo l' opera sulla base di un trattato internazionale. Poi tutte le ditte che stanno ricevendo in appalto la realizzazione dei lavori. Ovviamente c' è la società esportatrice di gas azero. E infine le società energetiche che stanno già comprando il gas azero sulla base di contratti di 25 anni.

     

    LEZZI EMILIANO LEZZI EMILIANO

    A quanto ammonterebbero questi danni? Nello stesso documento il ministero indica una stima indicativa fatta circolare dalla Socar, cioè dalla società di distribuzione del gas azero, che oscillerebbe fra i 40 e i 70 miliardi di euro. I tecnici del ministero spiegano che queste cifre hanno cominciato a circolare durante la visita in Azerbaijan effettuata in estate dal Capo dello Stato Sergio Mattarella.

     

    LA RAGNATELA

    Il documento dello Sviluppo ricapitola sinteticamente la robustissima ragnatela giuridica e geopolitica che sta dietro il Tap e che era nota a tutti addirittura dal 2013. Perché dietro il gasdotto c' è un accordo internazionale firmato da Italia, Grecia e Albania, che è stato ratificato dal Parlamento italiano con la legge 153 del 2013 entrata in vigore all' inizio di gennaio del 2014. Il trattato italo-greco-albanese sul Tap (che è il terzo pezzetto del gasdotto che parte dal Mar Caspio) è in vigore dunque da oltre 4 anni.

    marco poti' sindaco di melendugno marco poti' sindaco di melendugno

     

    E non è finita qui: sempre il Documento del ministero ricorda che fra le ragioni per cui il Tap fu spinto dall' Unione Europea ci sono potentissime molle di geopolitica come l' obiettivo di ridurre la dipendenza dell' intera Unione dalla Russia ma anche la necessità di aumentare la disponibilità di gas sul mercato italiano per aumentare la concorrenza fra gli operatori del settore e dunque ridurre i prezzi delle bollette per famiglie e imprese.

     

    giuseppe conte a 'italia a 5 stelle' 7 giuseppe conte a 'italia a 5 stelle' 7

    IL PESO DEGLI USA

    Insomma, al di là dell' uso improprio della parola penale, questa vicenda è impressionante perché per tanti anni in Italia si è discusso con leggerezza della possibilità di smontare una gigantesco e robustissimo marchingegno globale come il Tap.

     

    Non a caso ieri l' ex ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, in un tweet rivolto al premier Conte ha gettato sale sulle ferite dei pentastellati che per anni si sono battuti contro il gasdotto: «Se sostieni che esistano carte nascoste dimostralo. Se invece parli dei costi di un risarcimento essi erano ben conosciuti, e da anni, da tutti».

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    Conte non ha risposto. Ma vale la pena segnalare che sono tornate a circolare voci su una sorta di bonus presso l' amministrazione Trump che il si al Tap garantirebbe al governo gialLoverde.

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