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    DESIDERI AF-FOSSATI - IL BATTAGLIERO SOCIO AL 5% DI TELECOM ITALIA NON HA CHANCE DI AZZERARE IL CDA DI TELECOM - MUCCHETTI SU TIM BRASILE: "SE L'ANTITRUST VOLESSE ABBASSARE IL PREZZO?"...


     
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    Carlotta Scozzari per Dagospia

    Marco Fossati, il battagliero socio al 5% di Telecom Italia, non dovrebbe farcela all'assemblea degli azionisti del 20 dicembre. Suo obiettivo è quello di ottenere l'azzeramento del consiglio di amministrazione attuale per procedere così a un cambio di rotta, con un minore numero di esponenti di Telco, la cassaforte prima socia a sua volta controllata dalla spagnola Telefonica, e un gruppo più orientato al mercato.

    MARCO FOSSATI FOTO ANSAMARCO FOSSATI FOTO ANSA

    Determinante in assemblea sarà il voto dei fondi di investimento, che in passato hanno già dimostrato di potere rappresentare l'ago della bilancia. Del resto, almeno sulla carta, non è poi così difficile mettere in minoranza Telco, visto che controlla Telecom con una partecipazione di appena il 22,5 per cento.

    Eppure, stando alle ultime indiscrezioni, il "colpo di stato" con il rovesciamento del consiglio a Fossati, erede della famiglia che controllata il gruppo Star (quelli del dado), non dovrebbe riuscire. Stando, infatti, ai primi dati di una piattaforma elettronica, riportati dall'agenzia Reuters, i fondi che detengono più di 60 milioni di azioni Telecom avrebbero votato contro la proposta di Fossati, mentre oltre 20 milioni si sarebbero astenuti e nessuno avrebbe sostenuto l'ex mister dado Star.

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    "Questo è un primo segnale iniziale del sentiment dei fondi esteri rispetto alla proposta di Fossati," ha detto Miguel Carrasco, managing director a Proxy Census, una società internazionale di raccolta deleghe.

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    Nel frattempo, l'Antitrust brasiliana, se dovesse confermare la sua attuale posizione, mercoledì potrebbe imporre a Telefonica la vendita dei titoli che hanno permesso al gruppo spagnolo, a settembre, di salire al controllo di Telco. Un'alternativa per evitare di mandare all'aria l'operazione di rafforzamento della società guidata da Cesar Alierta in quella italiana sarebbe la cessione da parte di Telecom di Tim Brasil.

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    Nel mercato del paese sudamericano, infatti, il gruppo italiano e quello spagnolo (con Vivo) operano in diretta concorrenza. Se la seconda possibilità, come appare più probabile, sarà privilegiata, è chiaro che la cessione di Tim Brasil dovrà chiudersi in tempi stretti.

    Per questo motivo, dopo la controversa (e contestata sia da Fossati sia dai piccoli soci di Asati) vendita di Telecom Argentina, che per certi aspetti ha avuto il sapore più che altro di una svendita, ora sembra esserne già pronta un'altra, quella della controllata brasiliana. "Bisogna vedere se l'Antitrust brasiliana si è mossa solo per abbassare il prezzo di vendita di Tim Brasil", ha avanzato il dubbio oggi il presidente della Commissione Industria del Senato, Massimo Mucchetti.

     

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