Chiara Baldi per “La Stampa”
feltri meloni
Che potesse prendere 2.268 voti, risultando il primo eletto di Fratelli d'Italia, non lo credeva possibile neanche lui. Soprattutto perché il capolista Vittorio Feltri, classe 1943, direttore editoriale di «Libero», non ha speso un giorno a fare campagna elettorale. «Si figuri se alla mia età posso imparare a fare queste cose».
Prima del voto diceva che non avrebbe mai fatto il consigliere comunale. Ora?
«Andrò in Consiglio per sentire cos' hanno da dire. L'unica volta che ci ho messo piede era da cronista de "La Notte", 40 anni fa».
Si aspettava questa débacle?
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«Che Bernardo avrebbe perso l'avevo scritto un mese e mezzo fa. È un bravissimo medico, ma chi suona bene il violino non è detto che suoni bene il pianoforte. Come politico non era all'altezza».
Meglio Albertini?
«Sicuramente».
Sala ha stravinto anche col voto dei moderati
«Milano è modaiola, il nostro sindaco è uno che segue le mode, poteva fare lo stilista, avrebbe avuto grande successo. E i milanesi sono fighetti di sinistra, conformisti. Lo votano tutti».
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L'inchiesta di FanPage vi ha danneggiato?
«Non l'ho vista. Questa menata dell'antifascismo per battere la destra non è nuova: quando non sai cosa dire della destra, dici che è fascista. Ma come si fa a essere nostalgici del fascismo se non si è mai visto?».
Salvini sarà ancora leader del centrodestra?
«Ha fatto tanti errori, uno su tutti il governo con il Pd. Credo però che dopo questa batosta possa risorgere. Ma si deve dare una regolata. Sembra uno che vince la lotteria di Capodanno e poi butta il biglietto».
E Meloni?
«Mi piace, è capace, ha grinta, non è assolutamente fascista. Sono convinto che la destra sia la sua».
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