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    DETTI & FATTI – IL NUOTATORE LIVORNESE E' BRONZO MONDIALE NEI 400 STILE LIBERO MA L'ORO DEL CINESE SUN DIVENTA UN CASO. L'AUSTRALIANO HORTON ACCUSA IL CINESE DI DOPING E NON SALE SUL PODIO – DETTI RIVELA: "HORTON MI HA CHIESTO DI SEGUIRLO NELLA SUA PROTESTA. IO GLI HO RISPOSTO: MA COME, MI SONO FATTO UN MAZZO COSÌ PER ARRIVARE SUL PODIO, FAMMELA GODERE...E' STATA UNA SCENA NON GRADEVOLE PER NESSUNO…”


     
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    Stefano Arcobelli per la Gazzetta dello Sport

     

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    Il bronzo della puntualità nella notte che imbarazza il mondo, suo malgrado. Gabriele Detti risale sul podio dei 400 sl sempre con quei due, il durissimo australiano Mack Horton e il misterioso cinese Sun Yang, e riallinea la serie di medaglie su una delle specialità più prestigiose.

     

    Dal 2016 non ne sbaglia una: l' oro europeo, il bronzo olimpico, il bronzo mondiale di Budapest e questo bronzo coreano impreziosito dal record italiano migliorato di 13 centesimi.

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    Dietro questo 3'43"23 ci sono tante sofferenze, anzi un anno perso con una spalla infiammata. C' è tantissima fatica e una scelta legata proprio a questa fatica: il non aver aderito alla proposta di Horton di seguirlo, di non onorare il discusso vincitore. Prima della premiazione, l' argento di rabbia Horton ha detto all' azzurro: «Non salirò sul podio, lo fai anche tu?». E Gabri: «Ma come, mi sono fatto un mazzo così per arrivare sul podio, almeno fammela godere...E' stata una scena non gradevole per nessuno. Rispetto le scelte di entrambi. Sun ci prova sempre a dargli la mano, però non c' è verso».

     

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    E' la storiaccia delle presunte provette distrutte a martellate dal cinese in un controverso test antidoping su cui a settembre il Tas dovrà esprimersi. Se darà ragione alla Wada, appellatasi all' archiviazione della Fina, dovrà radiare il recidivo cinese, che chiede un processo pubblico e accusa Horton di volerlo destabilizzare. La scena della premiazione con Horton rimasto sotto il podio e senza stringere la mano al nemico, si è poi arricchita di un altro penoso particolare: Carol Zalesky, chairman della federazione mondiale, non ha consegnato la mascotte all' australiano dopo che il presidente italiano ed europeo Paolo Barelli, scelto per la cerimonia, aveva consegnato le 3 medaglie invitando Horton magari a scendere dal podio subito dopo.

     

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    Macché: Horton non ha voluto neanche farsi fotografare accanto all' asiatico che ha pianto all' uscita dall' acqua. Lacrime di coccodrillo? Di certo, si tratta dell' episodio più eclatante dopo quello del gesto dell' ombrello ai Giochi di Rio, indirizzato dalla ranista americana Lilly King verso un' altra ex squalificata per doping, la russa Efimova. Se Horton non vuole stare accanto a Sun accusato di barare anche se continua a vincere, Detti si ritrova prigioniero di questa dispettosa disputa mentre invece vorrebbe godersi la sua nuova impresa: «La vicenda non mi interessa, Sun ha dimostrato di essere superiore, non come sempre, infatti mi sono avvicinato, ma ha dimostrato di essere superiore. Mi alleno per batterlo a Tokyo. Cosa serve? Andare più forte. Non avere intoppi fisici».

     

    Cagionevole di salute dopo un 2018 ai box per la spalla, Gabriele riprende quella striscia avviata agli Europei 2016 di Londra prima di Rio.

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    Sempre a medaglia.

     

    Perciò questo è un bronzo pesantissimo - la terza volta nella storia azzurra della specialità , col Nipote allenato dallo zio Morini, sempre segugio con quei due che vanno forte in acqua.

     

    «Horton non l' ho visto». Marcava il lituano Rapsys, quarto davanti al diciottenne Marco De Tullio, che studia da nuovo Detti e timbra il record europeo cadetti in 3'44"86. La solita tattica del negative split, il solito finale senza darsi mai per vinto «ma questa medaglia è stata davvero sofferta, perché quando mi sono svegliato prima di andare in piscina mi sentivo fiacco, non mi sentivo bene. L' ho mascherata un po' con Moro, dicendogli che stavo da Dio.

     

    Ma ero preoccupato, in realtà. Da due anni non facevo queste gare ad alti livelli». Ed è andata bene anche stavolta al toscano che sin dagli esordienti tornava dalla scuola e non usciva dall' acqua se non dopo nove chilometri. Tutti i giorni. Non gli piaceva la scuola, ma la vera scuola nuoto: adorava fare ogni tipo di lavoro, corto e lungo, intenso e di passo. Rispetto a Paltrinieri forse ha solo meno coraggio di imporre il ritmoa. A proposito, dopo il bronzo, Gabri ritrova Greg negli 800.

    Gabri è il campione del mondo uscente. Perché sia chiaro.

    MANUEL BORTUZZO DETTI MANUEL BORTUZZO DETTI DETTI PALTRINIERI DETTI PALTRINIERI DETTI SPALLETTI DETTI SPALLETTI DETTI PALTRINIERI DETTI PALTRINIERI DETTI MAGNINI DELL AGLIO DETTI MAGNINI DELL AGLIO GABRIELE DETTI ALL ENERGY FOR SWIM GABRIELE DETTI ALL ENERGY FOR SWIM morini paltrinieri detti morini paltrinieri detti

     

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