STEFANO VLADOVICH per il Giornale
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«Non vuoi andare alla moschea?». E giù botte. È stata uccisa a calci e pugni Ilaria Maiorano, 41 anni, madre di due bimbe. Massacrata al culmine di una lite esplosa ieri mattina dopo le 9 in un casolare nelle campagne di Osimo, Ancona. Una tragedia cui, fortunatamente non hanno assistito le figlie, da poco entrate a scuola, una alla materna, l'altra alle elementari. Arrestato il marito, Tarik El Gheddassi, originario del Marocco, 41 anni, pregiudicato, agli arresti domiciliari per una storia di droga e già condannato a 5 anni e mezzo per stupro. È il 2016 quando Tarik violenta una 20enne di Ancona che gli aveva chiesto un passaggio per andare a Osimo dal fidanzato ucraino.
Pena ridotta a 3 anni e otto mesi con il rito abbreviato nel 2017 nonostante Tarik si sia presentato successivamente dal ragazzo armato di machete e gli abbia rotto una bottiglia in testa.
Succede tutto in una manciata di minuti, ieri, quando la vittima riceve una telefonata da una zia. La lite è già al culmine, la vittima taglia corto e chiude bruscamente la conversazione. La donna ci riprova più volte a mettersi in contatto con Ilaria ma il telefono squilla sempre a vuoto. Si preoccupa, teme che in casa stia accadendo il peggio, chiama il 112.
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Quando i sanitari del 118 arrivano in via Montefanese 146, a Padiglione di Osimo, la poveretta è a terra, priva di vita. Non una goccia di sangue sul pavimento, tanto che dal primo esame del medico legale Ilaria sarebbe morta per le percosse. Picchiata e uccisa a mani nude.
L'uomo, alla vista dei militari, tenta una giustificazione: «È caduta, ha battuto la testa», dice. Ma i segni sul corpo dicono altro. Portato in caserma, incalzato dalle domande, l'uomo prima va in escandescenza, poi accusa un malore. L'interrogatorio davanti al magistrato, il pm Daniele Paci, comincia nel pomeriggio e va avanti fino a sera. Dai carabinieri anche il medico legale, Francesco Busardò, con la perizia sul cadavere mentre gli uomini del reparto scientifico effettuano i rilievi nel casolare.
Sposati da 10 anni, una famiglia all'apparenza tranquilla nonostante il fattaccio dello stupro.
«Una donna splendida, sempre sorridente ma dall'animo fragile», ricorda il sindaco Simone Pugnaloni, suo ex compagno alle elementari. Però Ilaria si vergognava della situazione familiare. Il carcere 5 anni prima, il nuovo arresto per droga, le visite quotidiane dei carabinieri, il chiacchiericcio della gente. Da tempo non vuole più farsi vedere in giro, tantomeno recarsi alla moschea di Osimo, al centro culturale islamico Assalam. Eppoi, secondo gli amici e conoscenti, i problemi dei soldi, la parcella dell'avvocato e la disoccupazione del marito erano sempre più pressanti. Tanto che la famiglia era seguita dai servizi sociali. Incredulo dell'uxoricidio l'Imam di Osimo, accorso sul luogo della tragedia: «Una famiglia a posto, frequentavano tutti la moschea».
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Cosa sia accaduto esattamente ieri mattina, cosa abbia fatto esplodere tanta violenza contro la moglie, Tarik El Gheddassi lo dovrà spiegare bene agli inquirenti, che per il momento avrebbero emesso un decreto di fermo nei suoi confronti per omicidio volontario aggravato, visto che il delitto si è consumato nella sfera familiare. «Le nostre famiglie - continua il sindaco - si conoscono da sempre. Il padre, scomparso recentemente, era un finanziere. Ogni tanto incontravo la madre di Ilaria ma non mi ha mai accennato a problemi particolari. Loro li incontravo a passeggio sul corso, la domenica».
Con la morte di Ilaria Maiorano salgono tristemente a 43 i femminicidi avvenuti in Italia dall'inizio dell'anno, mentre solo nelle Marche, negli ultimi 5 anni, le donne assassinate sono 12. Nelle 287 vittime di stragi familiari in 10 anni nove volte su dieci a uccidere è un uomo.