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    LAPO ELKANN SENZA PARLARE CONFERMA CHE SULL’ESONERO DI ALLEGRI LA FAMIGLIA AGNELLI SI È SPACCATA: LE STRANE TEMPISTICHE DELLA SUA REAZIONE FANNO CAPIRE IL SUO DISACCORDO CON LA DECISIONE PRESA DAL CUGINO ANDREA SU MAX - LIBERO: "AGNELLI NON ESONERA ALLEGRI PER NON AUTO-DELEGITTIMARSI AGLI OCCHI DI JOHN ELKANN. IL PRESIDENTE DIFENDE IL SUO RUOLO PROTEGGENDO L’UOMO CHE HA SCELTO DOPO LA CADUTA DOVUTA ALLA SUPERLEGA. LA QUESTIONE SOLDI È SECONDARIA" – DAMASCELLI: "LA JUVENTUS A OTTOBRE È FUORI DALLA CORSA SCUDETTO, È FUORI DALLA CHAMPIONS, È FUORI DI 254 MILIONI DI EURO..."


     
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    Da ilnapolista.it

     

    LAPO ELKANN AGNELLI LAPO ELKANN AGNELLI

    Agnelli non esonera Allegri per non auto-delegittimarsi agli occhi degli azionisti, ovvero dell’altra metà della sua stessa famiglia. Lo scrive, su Libero, Claudio Savelli. Il motivo economico legato allo stipendio di Allegri, è secondario. Ieri la Juventus ha perso ad Haifa, contro il Maccabi, in Champions League. Savelli scrive:

     

    “In un mondo ideale, l’esonero di Allegri non è più un diritto della società Juventus ma un dovere. Nel mondo reale, invece, il presidente Agnelli si presenta ai microfoni dopo la caduta in casa del Maccabi e mesi di assordante silenzio confermando il tecnico perché «non può essere colpa sua se non riusciamo a vincere un tackle»”.

     

     

    In questa frase, scrive Savelli, è nascosto il primo dei due motivi della conferma:

    “Agnelli e Allegri hanno la stessa idea di un calcio basato sull’agonismo, sui contrasti e sulla mentalità. Nulla di più né di diverso. È un calcio che vedono solo loro, un calcio che non esiste più, ma nessuno nella Juventus è riuscito finora a convincerli”.

     

    AGNELLI JOHN ELKANN AGNELLI JOHN ELKANN

    L’altro motivo è “politico”.

    “Chi ha scelto Allegri non può esonerarlo perché si auto delegittimerebbe agli occhi dell’azionista, che poi è l’altra metà della famiglia. Il presidente difende il suo ruolo proteggendo l’uomo che ha scelto per riconquistarlo dopo la caduta dovuta alla Superlega”.

     

    Dunque la questione dello stipendio di Allegri è secondaria.

    “La questione soldi, quegli oltre 30 milioni già accantonati nei bilanci dei prossimi due anni e mezzo per lo stipendio del mister, è quindi paradossalmente secondaria. L’unica differenza è che Agnelli dice di provare «vergogna mentre Allegri sottolinea che «la sfida sta diventando difficile quindi ancora più bella»: l’uno si prende una pur minima responsabilità, l’altro sembra respingerla”.

     

     

    Savelli conclude:

    Andrea agnelli Andrea agnelli

    “Mentre Allegri continua a non parlare di calcio o dei motivi per cui la sua squadra non rende, Agnelli chiude il suo intervento sottolineando che «il responsabile non è solo uno», dimenticandosi che ha esonerato gli ultimi due allenatori perché ritenuti responsabili del decadimento”.

     

     

     

    AGNELLI PROVA «VERGOGNA» MA POI SI SMENTISCE

    Tony Damascelli per il GIornale

     

    Ci sono momenti che segnano la storia di una squadra. Di una grande squadra. La Juventus li ha vissuti nei 90' di Haifa, perdendo miseramente la partita, perdendo la possibilità di proseguire in champions e perdendo anche la faccia, perché la sconfitta contro gli israeliani, non ha, non può e non deve avere alibi, spiegazioni e parole finte, come quelle dell'ad Arrivabene (uno dei falchi anti Allegri) che ha confermato, senza una sola incertezza o dubbio, l'allenatore, aggiungendo che sarebbe sbagliato cercare un solo colpevole.

    agnelli allegri agnelli allegri

     

    Ma non è Allegri il problema esclusivo di questa vergognosa esibizione in Israele, riassunto di un percorso faticoso avviato dal suo ritorno in bianconero, è tutta la Juventus ad avere concluso il viaggio cominciato 11 anni orsono e segnato da 9 scudetti e altre coppe nazionali e 2 finali di champions. Quello è il passato, glorioso ma archiviato, nel football nessuno può vivere di rendita come invece ha pensato con massima presunzione il presidente Agnelli, trasferendo tale arroganza al tecnico da lui stesso e soltanto da lui stesso richiamato a Torino.

     

    Non ci sono soluzioni immediate se non un segnale forte ma il presidente finalmente si è presentato a fine partita, ha ammesso di provare vergogna ed è questa una svolta imprevista, subito dopo smentita perché Agnelli ha respinto qualunque colpo di scena, Allegri resta, resta Nedved, resta Arrivabene, restano i dirigenti, il gruppo di 80 persone, come ha voluto sottolineare più volte, troverà la via di uscita a questa situazione difficile nella quale i giocatori bianconeri non vincono un tackle (parole sue testuali). Forse per colpa del vento, della pioggia, chissà.

    andrea agnelli foto mezzelani gmt211 andrea agnelli foto mezzelani gmt211

     

    È successo di tutto ma non è accaduto nulla. Certi risultati non accadono per caso, sono la conseguenza di scelte sbagliate per le quali in passato hanno pagato dirigenti e allenatori che oggi trovano giustificazioni e opinioni di cortigiani a sostegno di una dirigenza che è complice di questa situazione. Ovviamente i calciatori non possono nascondersi nel canneto o presentarsi dinanzi alla curva chiedendo scusa, con un repertorio fasullo. La Juventus all'11 di ottobre è fuori dalla corsa scudetto, è fuori dalla champions, è fuori di 254 milioni di euro. Ma potrebbe andare peggio, come diceva Igor a Frankestein: potrebbe piovere. Infatti sabato c'è il derby. Tranquilli gli 80 dipendenti sono già pronti a rifare grande la Juventus.

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