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“DEVO PAGARE, MA NON COSÌ” – È STATA CONDANNATA A 16 ANNI DI CARCERE SARA CHIERICI, UNA DELLE RAGAZZA DELLA BANDA DI ADOLESCENTI CHE HA LANCIATO LA BICICLETTA DALLA BALAUSTRA DEI MURAZZI, A TORINO, COLPENDO LO STUDENTE DI MEDICINA MAURO GLORIOSO, RIMASTO SULLA SEDIA A ROTELLE: LA GIOVANE NON HA LANCIATO PERSONALMENTE LA BICI, MA NON HA FERMATO GLI AMICI E NON LI HA DENUNCIATI – ORA LA CONDANNA PER CONCORSO IN TENTATO OMICIDIO: A PESARE SUL NUMERO DI ANNI COMMINATI È STATA LA SCELTA DI…
Estratto dell'articolo di Simona Lorenzetti per www.corriere.it
SARA CHIERICI E LA BANDA CHE HA LANCIATO LA BICICLETTA DALLA BALAUSTRA DEI MURATTI A TORINO
Sara Cherici non ha lanciato la bicicletta dalla balaustra dei Murazzi, ma era lì con gli amici nel momento in cui il folle gesto — il «gioco del male», come lo ha definito il pm Livia Locci — è stato compiuto. Era lì ed è rimasta a guardare, non fece nulla per fermarli. E nei giorni successivi, pur sapendo che lo studente di medicina Mauro Glorioso era stato colpito e stava lottando tra la vita e la morte, non ha denunciato. È l’unica colpa di cui si rimprovera Sara: aver taciuto.
È la sintesi del processo che si è concluso ieri sera, 9 gennaio, con la sentenza della terza sezione penale del Tribunale di Torino, presidente Immacolata Iadeluca, che ha condannato la giovane Sara a 16 anni di carcere per concorso in tentato omicidio. Il massimo previsto dal codice, il cui calcolo molto probabilmente tiene conto dell’equivalenza tra le attenuanti generiche e le aggravanti che contestava la Procura, quelle dei futili e abietti motivi e della minorata difesa.
Sara ascolta in silenzio il verdetto, protetta dai suoi avvocati. E all’improvviso, l’impassibilità che ha mostrato lungo tutto il dibattimento si trasforma in puro panico: le spalle si piegano in avanti, le labbra si schiudono e avide cercano ossigeno. Si trascina lenta fuori dall’aula, dove l’ansia e l’angoscia diventano tremori che la sorella e le amiche non riescono a placare. Sara Cherici si accascia a terra e piange: «Non è giusto, devo pagare. Ma non così».
La sorella urla: «Stasera mia madre muore quando glielo dico». Sedici anni è la pena più alta inflitta finora ai «ragazzi della bici», al gruppo di adolescenti protagonisti in negativo la sera del 21 gennaio 2023. Complice la scelta del rito: Sara è stata l’unica a optare per il dibattimento, convinta di poter dimostrare di non avere avuto contezza di quanto stesse accadendo e che il collegio, alla fine, la punisse solo per quel silenzio ostinato volto a proteggere i complici.
Mauro Glorioso, lo studente colpito da una bici ai Murazzi di Torino
[«Le ragazze — spiega Locci — seguono l’azione nel suo integrale sviluppo. Potevano allontanarsi, dire “non fatelo”. Sono rimaste lì, rafforzando l’intento criminoso dei maschi». […] «Questo è un tentato omicidio peggiore della consumazione di un omicidio», ha insistito il magistrato ricordando il danno subito dallo studente di medicina: «Le sue condizioni non gli permettono neanche di essere qui a deporre il proprio dolore per una vita che non è degna di essere chiamata così. Chiunque di noi preferirebbe essere morto».
[…]
il lancio della bicicletta ai murazzi di torino
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