Estratto dell’articolo di Sylvia Malinas per www.iodonna.it
laure calamy a cannes
Una storia lunga quella del festival di Cannes. E piuttosto memorabile. Storia di starlet nude davanti al Carlton, di paparazzi che intasano la Croisette, di popolo in attesa delle star e resse da sedare […]
Come non amare questo carnevale che macina tutto, moda e storie indipendenti, i milioni di Hollywood sperperati in promozione e i registi georgiani e turchi da Palma d’oro. Posto anche di grandi storie d’amore – fu qui che Grace Kelly incontrò per la prima volta Ranieri, rinunciano al cinema e facendo quasi collassare Alfred Hitchcock: che Kirk Douglas conobbe la sua futura moglie; che Ryan Gosling baciò sul red carpet il suo regista feticcio Nicolas Winding Refn.
lars von trier e kirsten dunst a cannes
E posto di opinioni espresse senza filtri, di snobberie e scandali. Di tifoserie alimentate prima di tutto dai registi stessi, non tanto dalle fandom. Con Spike Lee che – si disse – aspettò con una mazza da baseball il passaggio di Wim Wenders (presidente di giuria reo di avere assegnato la Palma d’oro 1989 a Sesso, bugie e videotape invece che a Fai la cosa giusta).
Oppure con Robert Altman che, all’aeroporto di Nizza quasi picchiò Pauline Kael, critica intoccabile del New Yorker (nonché sua sostenitrice da sempre), colpevole di avere sabotato 3 donne, il film con cui era in concorso nel 1978 e che vinse solo il premio di Migliore attrice (a Shelley Duvall).
cicciolina a cannes
L’ultimo, tra i registi, a lasciarsi andare è stato Lars von Trier. L’unico, anche, a essere cacciato come persona non grata dopo avere – durante la conferenza stampa di Melancholia, 2011 – candidamente intessuto un panegirico a favore di Hitler. […]
Dalla Nouvelle vague alla New Hollywood, Cannes ha visto nascere correnti e stili, seppellire tendenze e recuperare vecchi linguaggi. Ha visto le star gettare i tacchi e ribellarsi alla dittatura del red carpet (salvo ricaderci l’anno dopo). Emergere Godard, Francis Ford Coppola, Scorsese, pure Nanni Moretti.
michael caine a cannes
Assistere a film fischiatissimi e poi osannati come capolavori. A uscite in massa dalle proiezioni (Irréversible di Gaspar Noé, 2002). Quest’anno pure al ritorno di Johnny Depp, sepolto dalle accuse di molestie, licenziato in tronco dagli studio, dato per morto. Invece eccolo qui, nel posto che per Adèle Haenel è il «festival degli stupratori» (secondo l’attrice francese che si è ritirata come atto politico il festival difenderebbe violentatori come Depardieu e Polanski; un’accusa a cui Thierry Frémaux, direttore, ha replicato in modo durissimo), e per altri è uno specie di oasi. L’ultimo feudo inespugnato dallo streaming in gara, altro che Asterix con i romani.
kristen stewart a cannes brie larson a cannes beatrice dalle e coluche julia roberts isabella rossellini e david lynch a cannes sasha baron cohen a cannes carlo e diana a cannes dj kiddy smil a cannes elizabeth taylor a cannes isabelle adjiani a cannes kate moss e johnny depp a cannes
luc besson milla jovovitch a cannes pablo picasso a cannes lsabelle adjani a cannes madonna a cannes victoria abril a cannes sharon stone a cannes sophia loren e suo figlio eduardo a cannes philippe noiret e salvatore cascio a cannes sophie marceau a cannes tilda swinton a cannes xu dabao a cannes