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    DI MAIO VUOLE LA MARMELLATA DI FICO - NEL PRANZO CON BEPPE GRILLO, LUIGINO SI E’ COSPARSO IL CAPO DI CENERE, E’ PRONTO A DELEGARE ALCUNI POTERI MA HA CHIESTO LA MORDACCHIA PER ROBERTO FICO, CHE CERCA SEMPRE LO SCONTRO CON SALVINI - POSSIBILI MODIFICHE ALLO STATUTO, CON L’ADDIO AL VINCOLO DEI DUE MANDATI PER I CONSIGLIERI COMUNALI - LA GRATICOLA PER I SOTTOSEGRETARI, MESSI ALL'INDICE DAI PARLAMENTARI PERCHÉ ACCUSATI DI NON RISPONDERE MAI AL TELEFONO, NÉ ALLE MAIL


     
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    1 - IL LEADER DI M5S A PRANZO DA GRILLO: PRONTO A DELEGARE ALCUNI POTERI

    E.Bu. per il “Corriere della sera”

     

    FICO GRILLO DI MAIO FICO GRILLO DI MAIO

    Di nuovo un pranzo insieme. L'ultima volta erano stati avvistati pubblicamente a metà febbraio sulla terrazza del' hotel Forum a Roma: Luigi Di Maio e Beppe Grillo si sono visti di nuovo ieri a Bibbona, in Toscana, dove ha casa il garante Cinque Stelle. Oggi come allora il filo del discorso è sempre lo stesso: la riorganizzazione del Movimento.

     

    Il capo politico M5S ha già parlato delle novità mercoledì scorso a Roma in un faccia a faccia con Davide Casaleggio, poi - dopo l'incontro con Matteo Salvini - un paio di giorni fa ha fissato il summit con Grillo. Un pranzo che arriva dopo le insistenti richieste di una parte degli esponenti storici di un intervento del garante (che a sua volta aveva pubblicamente difeso Di Maio dalle forti critiche dopo la sconfitta alle Europee).

     

    «Abbiamo bisogno del sostegno di tutti. Il M5s tornerà più forte di prima, è l'unica speranza in questo Paese», fa filtrare il capo politico dopo l' incontro e l'entourage parla di «clima positivo». Il vicepremier in realtà si appresta a una piccola rivoluzione. Ha comunicato a Grillo la sua volontà di delegare alcuni poteri, forse - non è da escludere - ritoccando lo statuto.

    LUIGI DI MAIO E DAVIDE CASALEGGIO LUIGI DI MAIO E DAVIDE CASALEGGIO

     

    «Bisogna essere più inclusivi» è il mantra che circola da giorni nell'ala pragmatica. L'intenzione di Di Maio è quella di rendere la maggior parte delle cariche interne al Movimento elettive: un ritorno alle origini. Ciò significa anche, per esempio, che i capigruppo che ora sono scelti a discrezione dal capo politico saranno votati dall'assemblea dei parlamentari, così come accadeva nella passata legislatura. Anche i doppi incarichi in seno al Movimento saranno fortemente limitati (non a caso due probiviri su tre hanno rimesso il mandato).

     

    DI MAIO DI BATTISTA GRILLO FICO DI MAIO DI BATTISTA GRILLO FICO

    Quasi certamente Di Maio con Grillo ha ammesso gli errori della strategia post Politiche, ha ascoltato la replica del garante (sempre molto diretto) e ha discusso del ventilato rimpasto e della possibilità di «sacrificare» alcuni ministri, a partire da Danilo Toninelli e Giulia Grillo. Ma lo showman venerdì si era speso in un vero e proprio endorsement per il ministro della Salute, lodando il «risultato storico della nostra Giulia Grillo» ottenuto sul fronte della trasparenza del prezzo dei farmaci.

     

    Intanto, la «rivoluzione» annunciata dal capo politico pentastellato entra nel vivo: martedì i sottosegretari saranno chiamati a passare il vaglio della «graticola». Di Maio annuncia la stop al vincolo dei due mandati per i consiglieri comunali: «Non per i consiglieri regionali e non per i parlamentari».

     

    2 - LA RICHIESTA DI DI MAIO A BEPPE GRILLO "STOP A FICO"

    luigi di maio davide casaleggio luigi di maio davide casaleggio

    Federico Capurso per “la Stampa”

     

    Il grande cancello in legno di Villa Corallina è aperto. Da tempo, intorno alla residenza estiva di Beppe Grillo, non si vedeva un esponente del Movimento 5 stelle. Il fondatore era finito ai margini del grillismo, quasi dimenticato. Adesso, davanti alla grande casa affacciata sul mare livornese, sotto il sole di mezzogiorno, c' è il capo del Movimento, Luigi Di Maio, da solo. È lì per chiedere l' aiuto di Grillo. Per ottenere la benedizione del suo progetto di riorganizzazione del partito. Più di ogni altra cosa, per ritrovare nell'abbraccio col fondatore la forza di una leadership lacerata dalla sconfitta elettorale.

     

    DI MAIO FICO GRILLO 1 DI MAIO FICO GRILLO 1

    «Torneremo più forti di prima, perché il Movimento è l'unica speranza per il Paese», è il pensiero che Di Maio fa filtrare a incontro concluso. Ma per riuscirci, «abbiamo bisogno del sostegno di tutti». Durante il pranzo è stato toccato più di una volta l'argomento "Roberto Fico". Di Maio sa che il presidente della Camera è legato a doppio filo con Grillo. I due si sentono spesso, le posizioni coincidono, ed è per questo che a Grillo viene chiesta una intercessione: «In questo momento di difficoltà, mentre ci stiamo riorganizzando e il governo è in una fase delicata, Roberto deve essere propositivo», avrebbe detto Di Maio al fondatore.

     

    luigi di maio davide casaleggio luigi di maio davide casaleggio

    «Deve essere un valore aggiunto per il M5S - avrebbe proseguito Di Maio -, senza cercare sempre lo scontro con Salvini». Nei pensieri del leader girano ancora fastidiosamente le ultime uscite pubbliche di Fico, dalla polemica della festa del 2 giugno dedicata anche «ai migranti e ai rom», fino alla sua astensione dal voto online per riconfermare Di Maio alla guida del Movimento.

     

    Grillo, da parte sua, non si è esposto. Ma «è al fianco di Luigi in questo momento di riassetto del partito», filtra da ambienti M5S al termine del pranzo. Di Maio nel pomeriggio torna a Roma. Deve incontrare a palazzo Chigi una rappresentanza di cento consiglieri comunali del Movimento per affrontare i nodi della sua riforma: apertura alle liste civiche; riorganizzazione con referenti territoriali; segreteria nazionale; limite dei due mandati da abolire «ma solo per i consiglieri comunali», assicura il leader in una nota serale.

    emilio carelli foto di bacco emilio carelli foto di bacco

     

    Nelle pieghe della riorganizzazione, c'è però anche la graticola per i sottosegretari, messi all'indice dai parlamentari perché accusati di non rispondere mai al telefono, né alle mail. Una distanza tra i membri dell' esecutivo e i gruppi parlamentari che si trascina da mesi.

    Nelle prossime due settimane, i membri M5S di ogni commissione avranno la possibilità di sfiduciare il loro sottosegretario di riferimento. «Il problema così non si risolve - commentano però tanti esponenti M5S - perché chi ci trascura sono i sottosegretari di commissioni diverse dalla nostra».

    paragone paragone

     

    Il metodo però non verrà cambiato. Anche perché Di Maio vuole proteggersi dalle cordate che - questo il forte timore dei vertici - si stanno formando, partendo soprattutto dal Senato. «C' è qualcuno, a palazzo Madama, che si sta muovendo per far fuori dei sottosegretari, in modo da poter prendere il loro posto». I sospetti più forti investono Gianluigi Paragone, Emilio Carelli, Primo Di Nicola: «Quelli che hanno attaccato Di Maio direttamente o indirettamente, nei giorni successivi al voto, o chiedendo di sfiduciare ministri e sottosegretari», sostiene un esponente di peso del M5S. «Ed è anche per questo che Luigi ha bisogno di Beppe».

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