Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera”
GRILLO - DI BATTISTA - DI MAIO
«Luigi non si tocca». Quattro parole scandite chiaramente per placare la guerra interna (e frenare le ambizioni degli ortodossi. Beppe Grillo anche ieri nell' incontro-pranzo all' Hotel Forum con il direttorio ha ribadito uno dei concetti cardine già espressi nel summit del giorno prima: Di Maio resta l' uomo di punta del direttorio, il candidato premier in pectore (anche se una votazione tra gli iscritti non è ancora in calendario). Il garante giudica insomma imprescindibile, per le aspirazioni a un ruolo di governo, tutelare il vicepresidente della Camera, anche per il lavoro svolto finora.
DI MAIO DI BATTISTA GRILLO FICO
Certo, nel direttorio, in questo momento splende la stella di Alessandro Di Battista, ma il deputato romano pur lusingato dall' interesse preferirebbe evitare una eventuale candidatura per la leadership. Specie se il rivale in campo è Di Maio: Di Battista, anche nelle ore più convulse, si è sempre mostrato al fianco del parlamentare campano. Un asse che segna anche la frattura interna ai cinque deputati.
GRILLO DI MAIO DI BATTISTA
Grillo anche ieri ha richiamato all' ordine: «Bisogna ripartire» è stato il refrain dei suoi discorsi. Una ripartenza con il sapore anche dell' ironia, come è nel suo stile. Il garante, infatti, ha anche scherzato sul caso De Dominicis: «In questo Paese è difficile trovare qualcuno che non abbia avuto indagini a suo carico». L'ordine di scuderia del leader ha provocato un po' di malessere in chi sperava ci fossero cambiamenti (anche quelli ipotizzati al momento, per evitare strumentalizzazioni, sono stati congelati). «La battaglia è solo iniziata», ripete con un filo di rassegnazione un ortodosso.
Ma il nodo di queste ore coincide anche con una grande novità nel Movimento. Grillo ha cancellato il passo di lato - come commenta Dario Fo («Ha ripreso completamente in mano la situazione») - ed è tornato prepotentemente al centro della scena. Il leader, che oggi lascerà Roma, è tornato a ricoprire totalmente il ruolo politico che aveva abbandonato. Tutte le decisioni relative all' impasse e agli scontri, tutti i protagonisti (anche quelli che hanno solo chiesto udienza) sono dovuti passare da lui. Il direttorio è stato messo in secondo piano.
GRILLO DI MAIO E DI BATTISTA A GIULIANOVA
La necessità di ridare ai Cinque Stelle compattezza e una visione strategica del futuro, ma anche il richiamo ad avere una figura carismatica in grado di aiutare i parlamentari nella gestione di situazioni complesse, hanno di fatto determinato il suo ritorno in prima linea, con un ruolo ancora in fieri.
luigi di maio con beppe grillo e roberto fico
Di sicuro, ormai, l'aver calcato la scena sui palchi estivi e mercoledì sera a Nettuno non sono episodi isolati, semplici comparsate nella galassia del Movimento. E un altro tassello è l'intervista alla tv russa, rilasciata ieri all' Hotel Forum (con la clausola di non diffusione in Italia): un passo che ricorda molto da vicino i tempi dello Tsunami tour quando Grillo era in prima linea nelle piazze. «Per noi la sua presenza è fondamentale» ripetono stavolta all'unisono i due principali schieramenti all' interno del Movimento. La discesa a Roma, oltre ad aver restituito al Movimento un po' di serenità dopo le forti tensioni nella Capitale, ha forse più di tutto restituito ai Cinque Stelle - e in modo inequivocabile - la voce del loro leader.