1. DI MAIO PUBBLICA LISTA 'IMPRESENTABILI' PD-DESTRA
IL MEME SULLE PROMESSE ELETTORALI DI LUIGI DI MAIO
(ANSA) - Luigi Di Maio posta sul blog delle Stelle l'elenco di candidati 'impresentabili' del Pd e del centrodestra: la lista va da "Luca Lotti indagato nel caso Consip" a Umberto Bossi e Roberto Formigoni, passando per Luigi Cesaro, detto "Giggino a' purpetta" e "Franco Alfieri, il 'signore delle fritture' elogiato dal governatore campano perché sa fare le clientele come Cristo comanda". Il "centrosinistra ha rinnegato la lezione di Berlinguer sulla questione morale", scrive Di Maio.
Luigi di Maio mette nel mirino anche la stampa: "Tutti i giornali italiani per giorni hanno sbattuto in prima pagina tutta la vita di Emanuele Dessì, cittadino incensurato candidato al Senato con il MoVimento 5 Stelle" e che ha accettato - ricorda Di Maio - di rinunciare al seggio, mentre sul capolista Giggino 'a purpetta, esponente del centrodestra, hanno "osservato un omertoso silenzio, un insulto ai lettori". Il candidato premier M5S se la prende poi con il segretario del Pd che "ieri ha diffamato pubblicamente il MoVimento 5 Stelle dicendo che noi abbiamo impresentabili. Gli impresentabili e riciclati li ha messi lui nelle liste con un atto d'imperio fregandosene degli iscritti e della democrazia interna del suo partito".
LUIGI CESARO E FRANCESCA PASCALE
Insomma, dice ancora Di Maio: "Basta impresentabili in Parlamento. Di seguito trovate i nomi degli impresentabili dei partiti. Devono sparire dalle liste. Ora!". Per il centrosinistra, in cima alla lista Di Maio mette Luciano D'Alfonso, "governatore della Regione Abruzzo, indagato a Pescara e a L'Aquila, per una inchiesta su appalti regionali e sul recupero del complesso che ha ospitato il mercato ortofrutticolo pescarese"; secondo in classifica "Vito Vattuone che ha dal 29 gennaio scorso - si legge sempre sul blog - una richiesta di rinvio a giudizio, capolista del Pd nel collegio plurinominale per il Senato in Liguria, uno dei tanti politici candidati e coinvolti nelle vicende sui rimborsi regionali".
IL DITO MEDIO DI VINCENZO DE LUCA AI GRILLINI
Di Maio dà poi una "menzione speciale" alla 'sua' Campania: qui c'è "De Luca junior, candidato ovviamente a Salerno, nel "feudo" del padre. È imputato di bancarotta fraudolenta per il crac della società immobiliare "Ifil". Nelle fila del centrodestra, invece, oltre a Luigi Cesaro, c'è "Antonio Angelucci, premiato per la sua assidua presenza in Parlamento (99.59% di assenze) e per i risultati - scrive il leader M5S - sul fronte giudiziario con una condanna in primo grado a un anno e 4 mesi per falso e tentata truffa per i contributi pubblici percepiti tra il 2006 e il 2007 per i quotidiani 'Libero' e 'il Riformista'; oltre un indagine in corso in merito a un'inchiesta sugli appalti nella sanità della procura di Roma. Per lui il posto di capolista alla Camera nel Lazio".
ANGELUCCI
E poi Ugo Cappellacci e Michele Iorio, ma anche Umberto Bossi "condannato a 2 anni e 3 mesi per aver usato i soldi del partito, quindi "provenienti dalle casse dello Stato" a fini privati" e Formigoni "condannato per corruzione a sei anni e imputato in altri processi: è candidato al Senato come capolista nella formazione del centrodestra 'Noi con l'Italia' in Lombardia".
2. M5S, EPURATI IN RIVOLTA " FATTI FUORI DA DI MAIO" SCARICATO DESSÌ
Emanuele Lauria per ''la Repubblica''
umberto bossi
Quindici giorni dopo la pubblicazione delle liste - più volte rivedute, corrette e sbianchettate - i 5 Stelle forniscono anche i risultati delle parlamentarie che le hanno determinate. Superate le " questioni di privacy" opposte solo ieri l' altro da Davide Casaleggio, ecco i numeri della competizione sul web che ha coinvolto circa 40 mila iscritti. Le primatiste sono Paola Taverna e Carla Ruocco, che nei grandi collegi laziali prendono per la Camera e per il Senato rispettivamente 2136 e 1691 voti mentre il candidato premier Luigi Di Maio finisce terzo su scala nazionale, racimolando 490 voti nella sua circoscrizione napoletana che contava oltre 2 mila militanti ( con la possibilità per ciascun elettore di esprimere tre preferenze).
Fra gli esterni, il presidente Abusdef Elio Lannutti con 405 clic batte il giornalista Gianluigi Paragone ( 300) e il comandante Gregorio De Falco, l' anti-Schettino, a quota 262. E c' è chi, come Antonino Lesina Calà ( in corsa nella circoscrizione Nord e Centro America), ottiene un posto in lista grazie al colpo di mouse di soli nove attivisti.
EMANUELE DESSI
Ma è un verdetto finalmente ufficiale che non placa le polemiche. La pubblicazione on line dell' esito delle parlamentarie arriva nelle stesse ore in cui, da Palermo, di Maio ufficializza il "passo indietro" di Emanuele Dessì, che con 144 voti alle parlamentarie aveva conquistato una candidatura in posizione eleggibile nel Lazio. «Ho sentito Dessì e mi ha detto che rinuncia » , afferma l' aspirante premier parlando dell' attivista amico degli Spada che vive in una casa popolare pagando un canone da sette euro al mese. Di Maio non chiarisce in cosa consista la rinuncia a liste già depositate e Dessì annuncia di aver depositato dal notaio l' impegno a dimettersi una volta eletto. Impegno che « non è previsto dalla legge » , rimarca il Pd Michele Anzaldi.
Ad accendere il clima la decisione da parte dello staff di M5S di non pubblicare i voti presi nelle parlamentarie dai candidati esclusi in un secondo momento per non esplicitate ragioni di opportunità. « Grave omettere le preferenze degli epurati » , dice Lorenzo Borré, l' avvocato che cura i ricorsi anti M5S. È completamente scomparso dalla lista Marco Corfiati, che pure aveva ottenuto un lusinghiero secondo posto in Piemonte, cui rimane solo il sospetto di essere stato estromesso per la sua presenza in siti non meglio specificati. « Ma se fossi un escort gay non avrei ripulito prima la mia immagine?
EMANUELE DESSI E DOMENICO SPADA
» , aveva commentato fra l' amaro e il sarcastico Corfiati. A Palermo nessuno, compreso l' interessato, saprà mai quanti voti ha preso il giornalista Alberto Samonà, che era finito terzo ma è stato messo da parte probabilmente perché tre anni fa aveva scritto un articolo per il Secolo in cui inneggiava all' ex An Musumeci.
Non mancano i malumori, nel movimento, per un " filtro di qualità" applicato alle parlamentarie che evidentemente ha funzionato in modo difettoso. Se oltre al caso Dessì, ai primi posti in lista ci sono candidati che inneggiano al regime di Vichy (è il caso del padovano Raphael Vaduzzi) o sempre in Veneto agguerrite no vax come Sara Cunial, che definiva il vaccino « un genocidio » .
elio lannutti
Archiviate non senza polemiche vicende come quella di Rinaldo Veri, l' ammiraglio ritiratosi perché già eletto in una coalizione a traino Pd a Ortona, restano in campo candidature come quella, nel Polesine, di Micaela D' Aquino, ritratta in una foto a una recente cena natalizia con il forzista Renato Brunetta, uno che non ha mancato di additare « la rozzezza, l' ignoranza e il fascismo implicito» dei 5 Stelle.
In Veneto diciassette consiglieri M5S contestano apertamente la richiesta del coordinatore elettorale pentastellato, Ferdinando Garavello, di combattere gli avversari politici trovando " nefandezze e foto imbarazzanti". Un malessere che si somma, da Nord a Sud, a quello per i candidati con un passato in altri partiti: in Sicilia, a distanza di pochi chilometri, M5S candida l' ex segretaria del Pd di Bagheria Vittoria Casa e l' ex candidato sindaco dell' Mpa di Raffaele Lombardo Francesco Mollame. Per protesta la parlamentare uscente Chiara Di Benedetto ha rinunciato al posto in lista.
Ieri Di Maio ha dato un nuovo schiaffo agli esclusi: « M5S non è un a navicella che porta tutti in parlamento». Ma in quel preciso momento, nella stessa Palermo, un gruppo di attivisti esclusi dalle parlamentarie si è radunato per scrivere una querela nei confronti del capo politico del movimento: « Siamo stati fatti fuori per scelte verticistiche e pure dipinti come odiatori seriali: non ci stiamo».
gianluigi paragone