Giuseppe Scarpa per “il Messaggero”
nino di matteo alfonso bonafede
La giornata complicata del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, sottoposto al Senato a due mozioni di sfiducia, poi respinte, ha delle conseguenze anche al Csm. A Palazzo dei Marescialli, infatti, viene stoppato il ritorno in magistratura del suo ex capo di gabinetto Fulvio Baldi. Baldi, la settimana scorsa, si era dimesso dopo la pubblicazione di alcune chat con il pm romano Luca Palamara, il magistrato indagato a Perugia per corruzione. Intanto il Capo dello Stato presenzierà a giugno alla nomina del primo presidente della Corte di Cassazione.
LA DELIBERA
ALFONSO BONAFEDE MARCO TRAVAGLIO
A bloccare la delibera su Baldi, sia pure temporaneamente, è il consigliere Nino Di Matteo, protagonista nei giorni scorsi di un duro botta e risposta con Bonafede per la sua mancata nomina due anni fa a capo del Dap. Di Matteo ha accusato il Guardasigilli di avergli prima proposto l'incarico al vertice del Dipartimento delle carceri e poi di aver fatto marcia indietro. Una polemica che ha indebolito Bonafede - anche perché l'ex pm di Palermo ha raccontato che i boss della mafia temevano la sua nomina - e che è stata il punto di partenza della mozione del centro-destra al Senato, dove il ministro ha ribadito di non aver subito condizionamenti.
FULVIO BALDI
luca palamara
Per adesso Di Matteo ha ottenuto il rinvio ad oggi. Una mossa inaspettata, visto che la terza Commissione aveva approvato all'unanimità, la richiesta di Baldi di tornare nello stesso ruolo che ricopriva prima di essere chiamato al ministero, quello di sostituto pg alla procura generale della Cassazione. È chiaro però che il consigliere mira a un ripensamento della scelta, giudicandola inopportuna alla luce delle chat con Palamara (che raccomandava a Baldi una collega della loro comune corrente, Unicost, da inserire nello staff del ministero).
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«Abbiamo appreso da conversazioni di Baldi, nelle quali si fa riferimento alla scelta di dirigenti fuori ruolo, che venivano seguiti criteri derivanti dall'appartenenza correntizia. Occorre riflettere - ha spiegato ieri Di Matteo - sulle conseguenze di un suo ricollocamento presso la procura generale della Cassazione, ufficio titolare dell'azione disciplinare nei confronti dei magistrati».
IL CAPO DELLO STATO
SERGIO MATTARELLA DAVID ERMINI
La vicenda di Baldi è emersa dalla conclusione dell'inchiesta di Perugia, che torna a provocare fibrillazioni dentro la magistratura e ad agitare lo stesso Csm. Nel voluminoso materiale depositato ci sono tutte le chat di Palamara, che è stato presidente dell'Anm e togato di Palazzo dei Marescialli: tra i tanti interlocutori ci sono colleghi magistrati, consiglieri passati e attuali del Csm e lo stesso vice presidente David Ermini.
MARCO TRAVAGLIO ALFONSO BONAFEDE
Il numero due di Palazzo dei Marescialli ha annunciato querele e, in un'intervista rilasciata ieri, sostiene che si strumentalizzano dialoghi irrilevanti per screditarlo e delegittimare così il Csm. Intanto a giugno è attesa la nomina del successore di Giovanni Mammone - che a luglio va in pensione - nel ruolo di primo presidente della Cassazione. Evento a cui potrebbe essere legato l'annuncio fatto ieri da Ermini di un plenum «nelle prossime settimane» con il Capo dello Stato. L'ultima volta che il Presidente della Repubblica aveva presenziato era l'estate scorsa, durante la bufera sull'inchiesta ribattezzata il mercato delle toghe, che aveva spinto alle dimissioni diversi componenti del Csm.