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    NON DICA TRENTATRE - LA TECNOLOGIA ROTTAMA LO STETOSCOPIO – MELANIA RIZZOLI: “L' INDUSTRIA DEGLI APPARECCHI MEDICALI HA MINIATURIZZATO OGNI TIPO DI STRUMENTO, CREANDO STETOSCOPI DIGITALI I QUALI, APPOGGIATI PER UN SECONDO SUL PETTO DEL PAZIENTE E COLLEGATI ALLO SMARTPHONE, CREANO IMMAGINI E FORNISCONO DATI IN TEMPO REALE. MA NON TUTTI SONO D'ACCORDO NEL CONSIDERARLO UNO STRUMENTO DA ROTTAMARE…”


     
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    Melania Rizzoli per “Libero quotidiano”

     

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    Per duecento anni è stato al collo dei medici, pronto ad essere usato per ascoltare soffi, aritmie ed accidenti dei vasi e del cuore, come pure bronchiti, polmoniti e pleuriti polmonari, occlusioni intestinali e peritoniti, ma le nuove tecnologie lo hanno condannato e fatto diventare obsoleto.

     

    Lo stetoscopio, da secoli lo strumento simbolo e indispensabile della professione medica, è sorpassato, non serve più, e il suo utilizzo non si insegna più nei corsi di laurea in medicina, al punto che i giovani dottori dell' ultimo decennio non hanno mai provato a metterlo nelle orecchie, essendo stato superato dalla tecnologia, dagli ultrasuoni, dalle "app" e dagli algoritmi che lo rendono un dispositivo del passato.

     

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    L' industria degli apparecchi medicali ha miniaturizzato ogni tipo di strumento, creando, con gli scanner ad ultrasuoni, stetoscopi digitali i quali, appoggiati per un secondo sul petto del paziente e collegati allo smartphone, creano immagini e forniscono dati che possono essere letti e interpretati in tempo reale, e la classe medica ha accolto con felice consapevolezza questa svolta, appoggiandola e rivendicando il fatto che oggi non c' è più motivo di auscultare i malati quando si può avere la diagnosi corretta, scritta e certificata sul display.

     

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    EVOLUZIONE Uno studio pubblicato 5 anni fa sul Journal of American Cardiological Imaging indicava già nel 2014 la superiorità di questi sistemi rispetto all' esame diretto e all' orecchio umano, e la continua e rapidissima evoluzione delle nuove tecnologie applicate all' Intelligenza Artificiale (IA) promette di rivoluzionare l' intera moderna diagnostica per immagini, anche per quanto riguarda i costi.

     

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    Attualmente infatti, i medici che sanno usare davvero il fonendoscopio sono sempre di meno, poiché negli ultimi anni sono stati digitalizzati in una gigantesca audioteca tutti i rumori del cuore, dei polmoni, del vasi sanguigni e di altri organi interni, sia quelli fisiologici che quelli patologici, i quali suoni sono stati anche amplificati, filtrati e registrati, ed i nuovi dispositivi digitali riproducono e riconoscono fedelmente questi rumori, che siano soffi, sibili, aritmie, rantoli, borborigmi, spasmi o altro, grazie ad una applicazione sul cellulare, i cui dati vengono inviati ad un sistema di monitoraggio medico, che analizza gli indizi forniti ipotizzando immediatamente la diagnosi, ovviamente priva dell' errore umano.

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    Nonostante questi progressi e innovazioni però, lo steto-fonendoscopio è comunque al centro di una grande discussione in ambito cardiologico, in quanto non tutti sono d' accordo nel considerarlo uno strumento da rottamare o tenere come ricordo in un cassetto, rispetto ai nuovi dispositivi ad ultrasuoni tascabili.

     

    In verità l' utilizzo del vecchio stetoscopio ha sempre richiesto una certa dose di abilità, di orecchio, di esperienza e di intuizione clinica, una dote purtroppo non comune in tutti i medici, poiché la tecnica di sentire i rumori patologici emessi dal corpo per identificare a quale malattia sono associati, è stata sempre individuale, basata sulla pratica e sull' esperienza, comportando implicazioni importanti per quanto riguarda la decisione delle terapie da applicare, e quindi la sicurezza del paziente.

     

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    Inoltre lo stetoscopio è un dispositivo da sempre usato per «dedurre» il problema patologico, piuttosto che osservarlo direttamente come si fa ora con i nuovi sistemi digitali per immagini.

     

    TOCCO UMANO Certamente il fonendoscopio non è solamente un' icona e non ha solo un valore simbolico, perché da secoli ha avuto il compito di ridurre la distanza tra il medico e il paziente, introducendo un tocco umano nel rapporto con il gesto dell' auscultazione diretta del torace nudo del malato, al quale si rivolgono delle domande o degli ordini (respiri, dica trentatré, faccia un colpo di tosse, ecc).

     

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    È anche vero però che da decenni i pazienti vengono inviati a fare un elettrocardiogramma, un test sempre più sofisticato che si è rivelato molto più accurato rispetto alle interpretazioni che si possono fare auscultando quel cuore, ed è vero pure che i nuovi dispositivi sono in grado di fornire diagnosi più complete ed affidabili, anche a distanza.

     

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    Negli Stati Uniti, durante una lezione di medicina cardiologica applicata alle nuove tecnologie, tre giovani medici erano collegati al cuore dei giocatori di una squadra di football durante una partita che si giocava in Siria, per registrarne il ritmo, ricevendone i segnali inviati da un computer attraverso delle cuffiette senza fili (come quelle per sentire la musica), e allorché uno degli atleti ha mostrato fatica fisica e un rallentamento nel tenere il passo con i compagni di squadra, tramite l' ascultazione del suo cuore i tre specializzandi hanno diagnosticato sul campo un difetto interatriale, ovvero un foro della parete cardiaca che separava i due atri del calciatore, una diagnosi risultata azzeccata e poi confermata dai test strumentali di routine, ma soprattutto un responso eseguito a grande distanza e senza alcun tipo di assistenza.

     

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    Qualche giorno fa Google, il motore di ricerca più usato al mondo, ha però reso onore allo stetoscopio, realizzando un doodle e dedicando l' immagine di apertura al suo inventore, il medico francese René Laennec, che nel 1816 fu il primo a creare un dispositivo auscultatorio, allora realizzato con un foglio di pergamena arrotolato a forma di cono, per percepire i battiti cardiaci di una sua paziente obesa, insieme agli altri «rumori» all' interno del corpo.

     

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    Un modo, quello di Google, per ringraziare un pioniere della scienza cardiologica, e per non dimenticare il suo vecchio strumento, grazie al quale nei secoli trascorsi sono state diagnosticate patologie cardiache, polmonari e addominali in milioni e milioni di persone nel mondo e spesso salvate altrettante vite umane.

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