Da corriere.it
RUHOLLAH ZAM
Il giornalista iraniano dissidente Ruhollah Zam, fondatore del canale Telegram Amad News, è stato giustiziato oggi all’alba in un carcere del suo Paese. Lo ha comunicato l’agenzia di stampa governativa IRNA: Zam è stato impiccato, dopo la condanna a morte emanata a giugno al termine di un processo per «corruzione» che Reporters Sans Frontières aveva definito «estremamente ingiusto».
Il canale Telegram di Zam aveva più di un milione di seguaci, anche presso la stampa straniera che lo utilizzava spesso come fonte attendibile, ad esempio durante le proteste di piazza del 2017-2018, che Zam ora era accusato di avere fomentato. L’account era stato sospeso nel 2018, ma lui aveva ripreso le comunicazioni con un diverso nome. Ruollah Zam aveva 42 anni ed era figlio di Mohammad Ali—Zam, un riformista che ebbe incarichi politici negli anni Ottanta e Novanta.
RUHOLLAH ZAM
Era stato arrestato nel 2019, al ritorno in Iran dopo un periodo da rifugiato in Francia, dove era stato messo sotto protezione dal governo di Parigi. Già prima della fuga all’estero era stato per alcune settimane in prigione per aver contestato l’establishment iraniano al potere dopo le elezioni presidenziali del 2009. A ottobre 2019 la tv di Stato aveva trasmesso una sua «confessione»: Zam, provato e prigioniero, era apparso in video per «ammettere i miei errori» e chiedere perdono. In tv, per la prima volta, aveva «ammesso» che «la missione del canale Amad News era attentare al governo».
A giugno 2020, la condanna: l’accusa era di aver incitato le proteste di piazza che infiammarono il Paese nel 2017 e nel 2018 e che hanno rappresentato una seria minaccia al potere costituito nel Paese.
RUHOLLAH ZAM
Nel processo che poi ha portato alla sua condanna a morte, Zam è stato accusato anche di avere collaborato direttamente con il governo degli Stati Uniti, «per interferire nel sistema economico del Paese»; di lavorare come spia per l’intelligence francese, e anche di «condurre operazioni di spionaggio per un’intelligence straniera nella nostra regione». Mizan, l’organo di informazione della magistratura, riporta che Zam «ha attentato alla sicurezza del popolo iraniano con il suo canale Telegram antagonista e le sue operazioni di spionaggio». I suoi crimini «hanno portato alla morte di un gran numero di nostri compatrioti».