Alex Saragosa per “il Venerdì - la Repubblica”
DISASTRO NUCLEARE FUKUSHIMA
Undici anni fa, nel pomeriggio dell'11 marzo 2011, un terremoto di intensità 9 scosse la costa orientale del Giappone. Lo tsunami che ne seguì colpì una centrale nucleare con onde di quasi 14 metri e non successe nulla. Parliamo di Onagawa, impianto 90 chilometri a nord di Fukushima, e che, in un certo senso, è il protagonista del nuovo saggio dello scozzese Andrew Leatherbarrow, grafico 35enne, e autore di inchieste: dopo Chernobyl 01:23:40, da cui la serie tv, arriva ora Fukushima (Salani, pp. 516, euro 19,80), dove esamina le cause del secondo più grave incidente nucleare della storia.
Andrew Leatherbarrow
«Il disastro di Fukushima viene narrato come una fatalità, ma Onagawa ci dice che non è così: colpita dallo stesso tsunami, restò indenne, dimostrando che dietro alla distruzione dell'altro impianto, in cui esplosero tre dei sei reattori perché l'acqua di mare ne bloccò il raffreddamento, ci fu una grossa responsabilità umana». A fare la differenza fu il fatto che Onagawa era proprietà della Tohoku Electric, il cui presidente, sapendo che l'area era colpita da rari, devastanti tsunami, pretese un muro di protezione sul mare alto 13 metri.
CENTRALE NUCLEARE DI ONAGAWA
Fukushima era invece proprietà della Tepco, meno sensibile all'argomento. «Fukushima fu protetta da un muro di soli cinque metri. Nel 2006 un rapporto avvertì che con un grande tsunami la centrale sarebbe finita sott' acqua: ai dirigenti l'evenienza sembrò troppo remota per spenderci soldi». Insomma Fukushima fu una tragedia annunciata, in un Paese che fra vulcani, terremoti e tsunami dovrebbe essere il più attento al mondo alla sicurezza nucleare.
DISASTRO NUCLEARE FUKUSHIMA
«Ma imprenditori, politici, agenzie di sicurezza e giornalisti, erano tutti uniti per non disturbare l'unica fonte che poteva garantire l'autonomia energetica. Così lasciarono che fosse l'industria a scrivere le norme di sicurezza, non controllarono l'applicazione, negarono le critiche e tentarono di coprire altri incidenti. Ora che il nucleare sta tornando in Giappone, in funzione climatica, si spera che il tema sia preso sul serio».
CENTRALE NUCLEARE DI ONAGAWA
Intanto, la centrale di Fukushima, con i tre reattori fusi che nessuno sa come smontare, un conto che fra danni e smantellamento potrebbe arrivare a 728 miliardi di dollari e con 1,4 milioni di tonnellate di acqua di raffreddamento contaminata da trizio, che si è ormai deciso di buttare in mare, facendo infuriare coreani e cinesi, resta come un monumento alla difficoltà di controllare una tecnologia energetica prodigiosa, ma troppo complessa e rischiosa per le imperfette società umane.
CENTRALE NUCLEARE DI ONAGAWA
Dall'autore del fortunato Chernobyl 01:23:40, un'altra inchiesta "nucleare". l'incidente di undici anni fa fu il frutto di negligenza. lo prova la centrale di onagawa: stesso tsunami, ma restò intatta.
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