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    DIETRO I VACCINI, UNA GUERRA INDECENTE DA 50 MILIARDI DI DOLLARI, SULLA NOSTRA PELLE - L’ANTIDOTO INGLESE DI ASTRAZENECA, PRONTO A OTTOBRE, FU “CONGELATO”: CHI AVREBBE COMPRATO IL VACCINO TEDESCO-AMERICANO DI PFIZER-BIONTECH A 20 EURO A DOSE (CON TRASPORTO A -80 GRADI) MENTRE UNA DOSE DI OXFORD COSTA 2,80 EURO E PUÒ ESSERE CONSERVATO ANCHE IN FRIGORIFERO? A QUESTO PUNTO, SORGE SPONTANEA LA DOMANDA: PERCHÉ LA GRAN BRETAGNA, FLAGELLATA DAL VIRUS, NON HA SUBITO DATO IL VIA, AD OTTOBRE, ALLA VACCINAZIONE CON ASTRAZENECA? QUI ENTRA IN BALLO LA SPREGIUDICATEZZA POLITICA DI BORIS JOHNSON CHE SI TROVA IN MEZZO A DUE GUAI: LA SCONFITTA DELL’AMICO TRUMP E LA COMPLESSA CHIUSURA DELLA BREXIT. PER INGRAZIARSI POLITICAMENTE BIDEN (PFIZER) E MERKEL (BIONTECH), JOHNSON "CONGELA" IL NULLA OSTA AD ASTRAZENECA FINO A CHE...


     
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    VACCINO PFIZER 1 VACCINO PFIZER 1

    Come mai il via libera al vaccino AstraZeneca non c'è ancora? Eppure Oxford ha presentato la richiesta per l'autorizzazione in largo anticipo, a ottobre. Chiamatela geo-politica. Meglio: la grande truffa del vaccino.

     

    Intanto, il vaccino Pfizer-Biontech, prodotto in duplex dagli Stati Uniti di Biden e dalla Germania della Merkel, costa 20 euro a dose (con trasporto a -80 gradi), mentre quello britannico di AstraZeneca 2,80 euro a dose senza problemi di logistica (può essere conservato anche in un frigorifero di una farmacia).

     

    il vaccino pfizer arriva allo spallanzani il vaccino pfizer arriva allo spallanzani

    Dato che Oxford era pronta a ottobre mentre quello tedesco-americano era in ritardo, occorreva “bloccare” quello britannico: chi avrebbe comprato il vaccino Pfizer-Biontech a 20 euro a dose quando era già in circolazione quello a 2,80 euro?

     

    L’affare economico del Covid è mostruoso: ci sono in ballo 50 miliardi di dollari. E qui scende in campo l'agenzia del farmaco europea Ema (dove la Germania ha il suo peso: la Merkel ha investito 400 milioni in Biontech), che ogni giorno trova un cavillo per non dare il suo via libera al vaccino inglese, in attesa che sia pronto quello tedesco-americano.

    BORIS JOHNSON E IL VACCINO BORIS JOHNSON E IL VACCINO

     

    A questo punto, sorge spontanea la domanda: perché Boris Johnson, con la Gran Bretagna flagellata dal virus, non ha subito dato il via ,ad ottobre, alla vaccinazione con AstraZeneca?

     

    ASTRAZENECA ASTRAZENECA

    Qui entra in ballo la spregiudicatezza politica di Boris Johnson che si trova in mezzo a due guai: la sconfitta dell’amico Trump e la complessa chiusura della Brexit. Due fronti troppo pesanti per le sue spalle. Quindi, per ingraziarsi politicamente Biden e Merkel, Johnson fa “ritardare” dalla Mhra, l'agenzia del farmaco del Regno Unito, il nulla osta ad AstraZeneca.

    ADRIAN HILL - IL PROFESSORE CHE GUIDA LA SPERIMENTAIZONE DEL VACCINO DI OXFORD ADRIAN HILL - IL PROFESSORE CHE GUIDA LA SPERIMENTAIZONE DEL VACCINO DI OXFORD

     

    Infatti, il vaccino di Oxford (2,80 euro a dose) ottiene l'approvazione da parte della Mhra, l'agenzia del farmaco del Regno Unito, del vaccino anti Covid di Oxford AstraZeneca, solo dopo che mezzo mondo ha già acquistato a 20 euro a dose quello di Pfizer-Biontech e la trattativa della Brexit si è conclusa.

    VACCINO PFIZER VACCINO PFIZER

     

    vaccino covid 3 vaccino covid 3

    Però, con una fava, Boris ha preso due piccioni. Scrive Maria Sorbi sul “Giornale”: “se l'Inghilterra avesse approvato lo studio AstraZeneca a ottobre, quando ha ricevuto i documenti, avrebbe dovuto dividere le dosi con il resto dell' Europa. Ora che può agire secondo Brexit, si può tenere le dosi prodotte tutte per sé, fino all' autorizzazione alla distribuzione in Europa. Quindi non è da escludere che mettere AstraZeneca in coda a Pfizer abbia avuto i suoi vantaggi per molti” (vedi articolo a seguire).

     

    2 - COSÌ USA, LONDRA E BERLINO HANNO «SPINTO» PER PFIZER

    Maria Sorbi per "il Giornale"

     

    ANGELA MERKEL JOE BIDEN ANGELA MERKEL JOE BIDEN

    L'autorizzazione dell' agenzia del farmaco europea Ema per il vaccino di AstraZeneca dovrebbe arrivare entro l' Epifania. Prima rispetto alle ipotesi degli ultimi giorni (si temeva uno slittamento dell' ok alla fine di gennaio) ma comunque in coda rispetto alla concorrenza di Pfizer. Eppure Oxford ha presentato la richiesta per l' autorizzazione in largo anticipo, a ottobre.

     

    Come mai il via libera non c'è ancora?

     

    ASTRAZENECA ASTRAZENECA

    Possibile che il «giallo» della mezza dose in meno in grado di rendere più efficace il vaccino richieda così tante verifiche da lasciare al palo proprio l' azienda che sembrava in pole position?

     

    Viene il sospetto che dietro al congelamento delle pratiche AstraZeneca ci siano ragioni più politiche che prettamente scientifiche, come è facile immaginare quando in ballo ci sono così tanti soldi e quello che è stato ribattezzato dal' Oms «l' oro liquido».

    astraZeneca astraZeneca

     

    Anche perché, pur non essendo scienziati, è facile intuire che se AstraZeneca avesse realmente ottenuto per prima l' autorizzazione, Pfizer - che ha realizzato un vaccino molto più costoso e infinitamente meno agevole da conservare - avrebbe faticato parecchio a piazzare anche solo un lotto di dosi.

     

    E allora cosa è accaduto nel dietro le quinte del braccio di ferro internazionale? C' è un disegno politico sulle autorizzazioni dei vaccini e sulla loro distribuzione? In fondo Pfizer è stata la chiave della campagna elettorale americana e dal suo operato dipende tuttora la credibilità del neopresidente Joe Biden, che ha promesso un milione di dosi al giorno agli americani.

     

    ugur sahin di biontech ugur sahin di biontech

    Punto numero due: se l' Inghilterra avesse approvato lo studio AstraZeneca a ottobre, quando ha ricevuto i documenti, avrebbe dovuto dividere le dosi con il resto dell' Europa. Ora che può agire secondo Brexit, si può tenere le dosi prodotte tutte per sé, fino all' autorizzazione alla distribuzione in Europa. Quindi non è da escludere che mettere AstraZeneca in coda a Pfizer abbia avuto i suoi vantaggi per molti.

     

    Non certo per l' Italia, che nel progetto di Oxford/AstraZeneca ha invece creduto fin dall' inizio e ha opzionato già da mesi 16 milioni di dosi per i primi tre mesi dell' anno e altri 24 milioni per il trimestre successivo.

     

    PFIZER BIONTECH 1 PFIZER BIONTECH 1

    Cosa succederà se con lo slittamento dell' autorizzazione Ema queste dosi non dovessero essere disponibili nei tempi previsti? Il commissario straordinario Domenico Arcuri nei giorni scorsi ha confermato che la Ue sta negoziando un' ulteriore fornitura del vaccino Pfizer.

     

    Per l' Italia si tradurrebbe in ulteriori 13,8 milioni di dosi e permetterebbe di «tirare avanti» nonostante i rallentamenti sui tempi di AstraZeneca. Si tratta tuttavia di un nulla rispetto ai 30 milioni di dosi extra chiesti dalla Germania. Una fornitura che va oltre le quote fissate da Bruxelles per ogni stato in base alla sua popolazione.

    Jens Spahn Jens Spahn

     

    Ma il ministro tedesco Spahn usa un binario parallelo e prende accordi direttamente con le case farmaceutiche per accelerare i tempi e non creare intoppi nel piano vaccini. Come è possibile?

    DOSI DEL VACCINO PFIZER IN ITALIA DOSI DEL VACCINO PFIZER IN ITALIA

     

    Il premier Giuseppe Conte sostiene che non sia consentito negoziare forniture extra accordi Ue ma i fatti lo smentiscono. «Gli acquisti nazionali del vaccino anti Covid sono previsti dall' accordo-quadro dell' Ue», fa notare il ministro tedesco. E dietro la corsia preferenziale, ça va sans dire, c' è anche un governo che dei 750 milioni di euro investiti nelle aziende tedesche impegnate nello sviluppo del vaccino, ne ha dati la metà a BioNTech, che opera assieme a Pfizer.

     

    3 –I CYBER-ATTACCHI ALLA IRBM DI POMEZIA SONO INIZIATI QUANDO È STATO RESO PUBBLICO IL PREZZO DI VENDITA DEL VACCINO SVILUPPATO CON ASTRAZENECA: 2,80 EURO A DOSE

    irbm science park irbm science park

    Mic. All. per "il Messaggero"

     

    I cyber-attacchi sono iniziati quando è stato reso pubblico il prezzo di vendita del vaccino: 2,80 euro a dose. E sono proseguiti per giorni, violentissimi, lanciati parte di hacker professionisti. Hacker che ora la Procura di Roma sta cercando di individuare.

     

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    I pm coordinati dal procuratore aggiunto Angelantonio Racanelli hanno aperto un fascicolo per accesso abusivo al sistema informatico sul caso degli attacchi web all'Irbm di Pomezia, l'azienda che sta collaborando insieme all'università di Oxford alla messa a punto del vaccino anti-Covid prodotto e commercializzato su vasta scala da AstraZeneca.

     

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    Le indagini sono state delegate al Cnaipic, Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche della Polizia Postale. Nei giorni scorsi era stata l'azienda a dare l'allarme, denunciando che le incursioni dei pirati informatici nei loro software si erano intensificate quando era stata comunicata la quantità - oltre tre miliardi - di dosi che sarebbe stata prodotta.

     

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    «Abbiamo avuto almeno sette attacchi molto pesanti», ha dichiarato in un' intervista Piero Di Lorenzo, presidente e amministratore delegato dell' Irbm Pomezia. Solo una certezza, per il momento: gli attacchi sono stati lanciati dall' estero, o almeno così sembra.

     

    L' obiettivo dei pirati informatici, in tutte le occasioni, era accedere abusivamente ai server dell' Irbm, rubare i dati sensibili dell' operazione vaccino, probabilmente con l' obiettivo di venderli o divulgarli. «Non possiamo più utilizzare mail e telefoni per tutte le comunicazioni di dati sensibili», ha aggiunto Di Lorenzo.

     

    COVID DARK WEB COVID DARK WEB

    Si tratta di uno dei capitoli di una campagna di phishing globale denunciata nelle scorse settimane dall' Ibm, che ha come bersagli aziende e organizzazioni impegnate nello sviluppo della catena del freddo per distribuire i vaccini contro Sars-CoV-2.

     

    Secondo CybergON, azienda che si occupa di sicurezza informatica, in questi mesi è stata scatenata una vera e propria cyber-guerra per sottrarre informazioni riservate che ruotano intorno allo sviluppo e alle sperimentazioni dei vaccini, in tutto il mondo.

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    Dal report 2020 di Enisa, l' Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell' informazione, questa attività di spionaggio industriale e informatico è aumentata tra luglio e novembre e si è incrementata in modo esponenziale quando sono arrivati gli annunci delle case farmaceutiche e sono iniziate le somministrazioni in diversi Paesi.

     

    Secondo chi indaga, diversi gruppi criminali avrebbero pianificato attacchi mirati ai server delle case farmaceutiche e ai database dei laboratori di ricerca dalla scorsa primavera, quando le ricerche sui vaccini hanno iniziato a dare i primi risultati concreti. In maggio sul dark web era già possibile reperire vaccini falsi e plasma di pazienti Covid-19.

     

    hacker hacker

    Mentre in luglio è arrivato il primo attacco a diversi laboratori americani, inglesi e canadesi da parte del gruppo Cozy Bear, conosciuto anche come Apt29. Secondo gli investigatori una parte degli attacchi sarebbe finanziato dal Paese di provenienza e dai suoi reparti di intelligence. Ma nella maggioranza dei casi i protagonisti sarebbero criminali informatici che puntano a fare montagne di soldi con informazioni riservate.

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