Grazia Longo per “la Stampa”
MARCELLO TOSCANO
C'è un prestito non restituito, o forse elargito con interessi troppo alti, dietro l'omicidio dell'insegnante di sostegno Marcello Toscano, 64 anni, accoltellato lunedì nel cortile della scuola media "Marino Guarano" di Melito dove lavorava.
Ad ucciderlo sarebbe stato Giuseppe Porcelli, 54 anni, arrestato l'altra notte dai carabinieri del Comando provinciale di Napoli, coordinati dalla procuratrice Maria Antonietta Troncone.
Il professore, da quanto risulta al momento, avrebbe prestato del denaro al bidello, che svolgeva funzioni di custode, per consentirgli di aprire un'attività commerciale. Ma qualcosa è andata storto e tra i due è nata una lite, degenerata nel drammatico epilogo. Ad inchiodare il collaboratore scolastico ci sono le chiare immagini della telecamera di un negozio davanti al cortile della scuola (la video sorveglianza all'interno dell'istituto scolastico non funzionava) e i vestiti sporchi di sangue trovati a casa sua.
marcello toscano delitto
Intorno alle 13 di lunedì le immagini riprendono sia il professore sia il bidello dirigersi verso l'ex casa del custode, ora utilizzata come deposito, accanto alla quale è stato poi trovato il cadavere. Ma dopo alcuni minuti torna indietro solo il bidello. Il professore no. Segno che, con tutta probabilità è stato ucciso proprio in quel frangente.
«Dopo le 13 sono uscito da scuola e non ci sono più tornato» ha raccontato Porcelli agli inquirenti. Falso. Perché le telecamere lo inquadrano di nuovo mentre entra nel cortile della scuola con la sua automobile intorno alle ore 17. E si avvicina di nuovo al deposito sui cui gradini è stato ritrovato del sangue. Forse voleva recuperare il corpo della vittima per trasportarlo altrove? Fatto sta che viene disturbato dal rumore proveniente dalla palestra e commette l'errore di affacciarsi sulla porta per vedere chi c'è.
omicidio MARCELLO TOSCANO
Ecco che alcuni addetti alla pulizia della palestra lo vedono, lo riconoscono e racconteranno di averlo notato. A questo punto lui non porta più via il cadavere, che rimane nascosto dietro un cespuglio dove verrà poi ritrovato lunedì dopo le 21 dai carabinieri, in seguito alla denuncia di scomparsa del docente presentata dal figlio Ciro e dopo che la figlia Ezia aveva notato l'auto del padre parcheggiata davanti alla scuola. Tante le persone interrogate, ma l'attenzione di investigatori e inquirenti si è subito concentrata su Porcelli, che lunedì pomeriggio è stato messo sotto torchio e nella notte è stato poi sottoposto a fermo.
giuseppe porcelli
Difeso dall'avvocato Emanuele Caianiello non ha per ora confessato. «Io e il professore eravamo amici» si sarebbe limitato a dire. Ma la sua convivente ha ammesso che lunedì pomeriggio a casa si è cambiato due volte: dopo le 13, quando è rientrato la prima volta e poi dopo le 17, quando è tornato dopo essersi recato nuovamente a scuola. E gli abiti sporchi di sangue sono stati prelevati dai carabinieri del Ris che hanno svolto anche esami sulle tubature del bagno dove l'uomo si è presumibilmente lavato. L'arma del delitto non è ancora stata ritrovata e neppure il telefonino del professore. A proposito del movente economico del delitto, sul profilo Facebook di Porcelli, il 7 settembre un'amica gli chiedeva se aveva aperto la sua nuova attività. «Ormai l'apro la seconda settimana di settembre» rispondeva lui. Poi va a capire che cosa è successo.
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