DELITTO TRENTO GABRIELE SORRENTINO
Fabio Poletti per la Stampa
Gli ultimi 100 euro se li era fatti prestare da suo padre qualche giorno fa. Figuriamoci se sarebbe riuscito a trovare entro lunedì mattina il milione 100 mila euro e rotti che gli sarebbe servito per firmare il rogito del suo superattico disegnato da Renzo Piano.
I magistrati stanno passando ai raggi X i conti di Gabriele Sorrentino, l' ex carabiniere elicotterista che volava alto e sognava il mondo scintillante dell' alta finanza.
Da un primo esame risulta un rosso di 400 mila euro, soldi di parenti ed amici investiti da questo broker nemmeno iscritto all' albo che ha pensato bene di ammazzarsi per uscire dalla crisi e di ammazzare con 5 martellate i due figli piccolini senza un perchè.
«Poteva ammazzarsi lui e basta. Sarebbe stato molto meglio per tutti», taglia corto la signora con lunghi capelli rossi al bar sotto Le Albere, il lussuoso complesso residenziale semivuoto, strangolato dalla crisi economica, quella del mattone e da un progetto che i trentini amano poco anche perchè è in una zona dove il sole va via presto.
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Per Gabriele Sorrentino che volava basso con il suo elicottero per farsi vedere alla caserma di Riva del Garda il superattico da 240 metri quadrati su due piani, ceramiche di marca, marmo, teak e tanto verde era il sogno realizzato da esibire. Due anni fa aveva firmato con la famiglia il contratto a riscatto. «Un cliente come tanti. Sembrava solvente. La cosa terribile è quella che ha fatto ai suoi figli», dice quello che dicono tutti il titolare della immobiliare Le Albere pubblicizzata con depliant: «Stare a casa sarà bello».
A casa dove lavorava con ufficio e vista assai panoramica Gabriele Sorrentino stava malissimo. L' incubo di aver dilapidato il patrimonio di famigliari ed amici lo attanagliava.
Ma alla moglie Sara di 35 anni, ora piegata dal dolore e tenuta calma a sedativi, non aveva detto niente. Mai niente se non quella frase rassicurante che lei ha raccontato ai magistrati, prima che interrompessero il verbale tanto era incapace di rispondere alle domande. «Mio marito mi aveva detto che aveva solo un problema di liquidità, che presto avrebbero sbloccato dei capitali e che la situazione sarebbe tornata alla normalità».
Lei lo aspettava in agenzia l' altro giorno. Lo immaginava con l' assegno circolare per riscattare la casa per il rogito dal notaio. Non vedendolo arrivare ha iniziato a chiamarlo a casa e poi sul cellulare. Poi la corsa temendo che fosse successo qualcosa. Ma non c' è mai limite al peggio. Davanti ai corpicini martoriati dei due piccolini, 3 e 2 anni, è esplosa prima di accasciarsi: «È stato quel bastardo di mio marito...». Suo marito intanto era già volato giù dal dirupo di Sardagna, 150 metri a sfracellarsi nel vuoto, l' ultima immagine davanti agli occhi il gigantesco terrazzo di quella casa che è stata la sua rovina.
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Casa che avrebbe perso perchè insolvente. Non si sa se avrebbe pure dovuto pagare una penale che comunque mai avrebbe potuto onorare. I dettagli non sono noti. Dalla Castello sgr di Milano che possiede gli immobili preferiscono non commentare. Davanti al palazzo dove abitava Gabriele Sorrentino qualcuno ha lasciato due rose gialle e un mazzo di fiori. Attorno è quasi il deserto. Dei 300 appartamenti iniziati a costruire prima della crisi e consegnati solo 2 anni fa poco più di un centinaio sono occupati. «Li ho visti. Volevano 1 milione ma tutti i bagni sono senza finestre», scuote la testa un mancato acquirente. Poco avvezzo alla modernità di questa casa tutta domotica, teleriscaldamento e raffrescamento, fotovoltaico e rifiniture di gran pregio con il tocco del maestro Renzo Piano.
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