Giampiero Maggio per www.lastampa.it
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Capacità di muoversi nella rete studiando i meccanismi della comunicazione, bombardamento mediatico e argomento scelto ad hoc: un mix esplosivo che ha permesso ad un ristretto numero di persone – i cosiddetti 12 disinformatori – di fare milioni a palate sfruttando le tematiche anti vax. L’argomento vaccini, appunto, è un tema entrato nelle discussioni correnti, alimentano paure e dubbi. Ed è di questo che si nutre chi vuole fare business.
E poco importa se la scienza ha dimostrato l’efficienza dei vaccini, scoperta medica che ha permesso di salvare molte vite. A destabilizzare queste certezze scientifiche ci sono le teorie del complotto che trovano, attraverso i social media, terreno fertile per diffondersi. Tutto, ovviamente, a costo zero e con un ritorno economico che può diventare davvero importante.
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È il caso di Joseph Mercola, osteopata di 67 anni della Florida diventato milionario spargendo bugie, sospetti e terrore sui vaccini contro il Covid. Prima ha negato la gravità della pandemia incitando i suoi concittadini a dire no alle restrizioni come l’uso della mascherina. Poi, lo step successivo: le teorie anti vax. Secondo un approfondimento del CCDH, il Center for Countering Digital Healt sull’industria anti Vax Mercola è il disinformatore per eccellenza.
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Di lui ha scritto recentemente il New York Times: viene indicato come il più grande bugiardo della grande rete anti vaccini. «Il nostro ultimo rapporto – spiega CCDH – mostra come i social media ( da Facebook a You Tube) abbiano aiutato i No Vax a collezionare quasi 60 milioni di follower». Con guadagni monstre: un giro d'affari totale di circa 36 milioni di dollari l'anno diviso tra 22 aziende appartenenti, appunto, a 12 persone. Mercola ha così costruito un impero: oltre 4 milioni di follower tra Facebook, Instagram, Youtube e Twitter e una pagina a pagamento per abbonati sul sito di Substack, 159 dipendenti dagli Usa alle Filippine e che, secondo il CCDH, da quando è iniziata la pandemia ha guadagnato oltre 7 milioni di dollari.
Dove opera il business No Vax e i social più usati
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L’indagine di CCDH evidenzia che la maggior parte del business arriva da siti gestiti negli Stati Uniti, anche se un numero significativo ha collegamenti con altri Paesi anglofoni come Canada, Australia, Nuova Zelanda o il Regno Unito. Il social media più utilizzato e dove le teorie anti Vax trovano più terreno fertile è Facebook, che annovera oltre 31 milioni seguaci, ben oltre la metà del totale.
Sono quasi 17 milioni gli iscritti ani vaccino su YouTube e 7 milioni su Instagram, mentre attecchiscono con fatica su Twitter, con solo 2 milioni di seguaci. «È probabile – dicono gli esperti dello studio – che il fallimento delle teorie No Vax su Twiiter sia dovuto alla paura di dover esprimere teorie complottiste in un social media tendenzialmente aperto».
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Perché si è diffusa la teoria complottista
Ma come hanno fatto a proliferare le teorie complottiste? Anche in questo caso ci viene in aiuto il CCDH che tenta di dare una spiegazione alla diffusione di questo fenomeno. «Le teorie del complotto proliferano dove c'è una profonda ansia epistemica – spiega il report –, cioè quando le persone sono chiamate ad esprimersi su cosa sia vero o falso ma senza avere la conoscenza dettagliata di quel fenomeno».
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Su una tematica come i vaccini, sul cui funzionamento pochi, in realtà, sono in grado di esprimere un parere scientifico e oggettivo, è più facile seminare incertezze e, dunque, panico. «Le nostre autorità sanitarie hanno comprensibilmente focalizzato l’attenzione sulla minaccia docuta al coronavirus e alla sua diffusione, con un messaggio del tipo: "fidati della nostra migliore ipotesi". E questo ha dato agli anti-vaxxer l’occasione per mettere in dubbio l’efficacia delle teorie scientifiche».
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Il caso Robert Kennedy
Tra i 12 disinformatori diventati ricchi grazie alle teorie No Vax non può mancare un personaggio che, a differenza di Mercola, abbiamo conosciuto bene anche in Italia. Si tratta del complottista Robert F. jr Kennedy che con il suo gruppo antivaccinista Children's Health Defence, o di Del Bigtree, fondatore dell'ICAN, l'Informed Consent Action Network, è riuscito ad indottrinare milioni di persone. In particolare genitori preoccupati degli effetti dei vaccini sui propri figli.
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Kennedy fonda la sua reputazione sulle sue battaglie ambientaliste (è noto il World Mercury Project) e l’avvelenamento da mercurio dei corsi d’acqua e della catena alimentare. Da qui, al legare i vaccini ai fenomeni di autismo nei bambini il passo è stato breve. Negli ultimi mesi Kennedy ha sfruttato la sua celebrità per diventare uno dei principali sostenitori delle teorie del complotto relative al Covid citando Bill Gates e il 5G. Tutto ciò gli ha permesso di acquisire su Instagram 300 mila follower in pochissimo tempo. Kennedy ha svolto questo ruolo al fianco di altri attivisti come Del Bigtree, Rashid Buttar e Andrew Wakefield.
Cos’è Substack
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Facebook e You Tube, ma non solo. La ricerca di CCDH mette in evidenza l’utilizzo della pubblicazione online Substack. La utilizza Mercola, ma non solo. La piattaforma starebbe generando – secondo quanto riporta The Guardian - entrate per almeno 2,5 milioni di dollari (1,85 milioni di sterline) all'anno dalla pubblicazione di newsletter per decine di migliaia di follower».
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Figure di spicco del movimento anti-vaccino, come Mercola e Berenson, appunto, hanno un ampio seguito su Substack, che ha più di 1 milione di abbonati paganti che si iscrivono a newsletter individuali da una serie di autori tra cui il romanziere Salman Rushdie, la scrittrice musicista Patti Smith e l'ex consigliere di Downing Street Dominic Cummings. Una delle ultime chicche di Mercola: «I vaccini hanno fatto piàù morti tra i bambini del Covid». Immaginando il seguito dell’osteopata della Florida è facile così capire come questo messaggio abbia raggiunto le case di milioni di persone.
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