papa bergoglio
DAGOREPORT
Sono anni che i comunicatori vaticani – impietosamente e periodicamente bersagliati sul Venerdì di Repubblica dall’informato quanto caustico don Filippo Di Giacomo, spesso predicatore dai microfoni della Rai – si preparano allo scenario della morte di Benedetto XVI.
Si dice a Roma che in questo modo si allunga la vita dell’interessato, e Ratzinger per la verità sta benino, tenendo conto dell’età e degli inevitabili acciacchi: ha compiuto 93 anni lo scorso 16 aprile ed è reduce da una dolorosa infezione sulla pelle del viso, ormai superata. Così come da qualche giorno è a casa in convalescenza il suo segretario Georg Gänswein, ricoverato d’urgenza per calcoli renali ma dato quasi per morto.
papa bergoglio
Stando ai boatos d’Oltretevere, la novità è però un’altra. Il gruppo di addetti alla comunicazione voluto da papa Francesco starebbe pensando anche alla dipartita del capo – com’è peraltro ovvio dato che il pontefice argentino compirà 84 anni il prossimo 17 dicembre – e avrebbe iniziato ad approntarne il coccodrillo.
Il guaio è che la notizia, nel minuscolo villaggio popolato da lavandaie (copyright Marcinkus), nelle scorse settimane è arrivata fino all’orecchio del Papa che, sempre secondo il chiacchiericcio vaticano non a caso di continuo martellato da Bergoglio, non avrebbe gradito per nulla e ne avrebbe chiesto conto agli interessati, esigendo addirittura di leggere in anticipo il suo elogio funebre. Non si sa se l’estemporanea richiesta del Pontefice sia stata esaudita, ma la sua curiosità è del tutto legittima, visto che dopo non potrà farlo...
paolo ruffini foto di bacco (2)
Pare che i responsabili del Dicastero per la comunicazione, capeggiato da Paolo Ruffini e Andrea Tornielli, si siano sentiti gelare, affannandosi come Fantozzi a spiegare a Sua Santità che quella di preparare un pezzo con le lacrime incorporate (donde il sostantivo coccodrillo) è una prassi del tutto normale nelle redazioni che non vogliano trovarsi con il culo per terra quando i personaggi eccellenti tirano le cuoia, magari in orario di chiusura del giornale.
ANDREA TORNIELLI
Il problema è che anche per il coccodrillo vale il famoso detto «si fa ma non si dice», mentre i gazzettieri pontifici non si tengono un cecio in bocca e i loro protettori al massimo una fava.
Amorale della favola: siate più professionali, zelanti chierici della comunicazione, come opportunamente da tempo vi suggeriscono le “Cronache celesti” del Venerdì di Repubblica, ma anche i curiali e gli stessi vaticanisti.
papa bergoglio
I quali, fra l’altro, per colpa del coronavirus, in senso non mariano bensì virale, non possono nemmeno più fare i turisti aggratis in giro per il mondo sull’aeroplanino dell’indefesso Bergoglio. Quanto al Papa, non ha proprio alcuna voglia di passare a miglior vita. Anche se ogni mattina, dopo essersi guardato intorno, i suoi cortigiani allo sbaraglio gliela fanno venire.