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    DIO DELLE AMAZZONI - PRETI SPOSATI E UN MINISTERO FEMMINILE AD HOC: ORA IL PAPA DOVRÀ DECIDERE SULLE PROPOSTE DEL SINODO - CERTO, SI POTREBBE PENSARE IL MINISTERO PASTORALE DELLE BATTEZZATE SENZA SMANCERIE ROMANTICHE SUL "GENIO FEMMINILE" O CAMUFFAMENTI LINGUISTICI SULLE "LEADER DI COMUNITÀ" - MARINELLA PERRONI, TEOLOGA: ''LA CHIESA SI MUOVE MOLTO LENTAMENTE E RESTA, SE NON UNA DISCRIMINAZIONE VERSO LE DONNE, UNA TENDENZA ALL'APARTHEID…''


     
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    1. SINODO: SPIRAGLIO PER PRETI SPOSATI, PAROLA ORA A PAPA

    Manuela Tulli per l'ANSA

     

    Si apre uno spiraglio per l'ordinazione sacerdotale di persone sposate. Non sono i 'viri probati', ovvero persone riconosciute dalla comunità ma prive di una formazione specifica, ma coloro che sono già diaconi permanenti. Persone, anche sposate e con famiglia, ma che hanno fatto già un percorso preciso all'interno della Chiesa fino ad arrivare all'ultimo gradino prima appunto del sacerdozio. Nessun passo in avanti per le donne: la questione del diaconato viene rimandata alla riapertura della Commissione che aveva istituito nel 2016 il Papa e che era arrivata a "risultati parziali". Arrivano invece i peccati "ecologici" e l'idea di studiare un rito ad hoc per l'Amazzonia.

    IL PAPA IN AMAZZONIA IL PAPA IN AMAZZONIA

     

    Sono alcuni degli elementi che emergono nel documento finale del Sinodo dei vescovi per l'Amazzonia. Un documento che è stato consegnato al Papa al quale spetta l'ultima parola. E Bergoglio ha espresso l'auspicio che "entro l'anno" possa pubblicare la sua Esortazione apostolica in materia, o comunque un documento. Il Papa nel suo discorso conclusivo ha parlato delle "elite cattoliche" che nel documento finale del Sinodo sull'Amazzonia "andranno a cercare le cosette e si dimenticheranno del grande. Mi sono ricordato di una frase" in cui si dice che ci sono persone che "siccome non amano nessuno, credono di amare Dio", "perdono il contatto con le sfide che affronta l'uomo di oggi e si illudono di stare con Dio".

     

    Il Papa ha ribadito che la Chiesa deve "essere sempre riformata", salvando però "la tradizione che è la salvaguardia del futuro, non la custodia delle ceneri". Su possibili nuovi riti, che tengano conto della cultura locale, il Papa ha invitato a "non avere paura". Il Sinodo dei vescovi sull'Amazzonia chiede dunque la possibilità per l'area amazzonica - anche se "alcuni si sono espressi a favore di un approccio universale all'argomento" - di "ordinare sacerdoti uomini idonei e riconosciuti della comunità, che abbiano un diaconato permanente fecondo e ricevano una formazione adeguata per il presbiterato, potendo avere una famiglia legittimamente costituita e stabile".

     

    Per questo occorre stabilire "criteri e disposizioni da parte dell'autorità competente". Il paragrafo è stato approvato superando i due terzi dei voti richiesti ma ha registrato il maggior numero di 'no': 41 (128 i sì). Tutti i paragrafi comunque hanno ricevuto i due terzi utili per il 'placet'. I vescovi amazzonici forse non hanno gradito la 'frenata' rispetto alle loro richieste iniziali, i viri probati e le donne diaconesse, tanto che, un po' irritualmente, hanno pubblicato anche un loro messaggio nel quale hanno sottolineato: "Dobbiamo stare attenti a coloro che non vogliono cambiare nulla, che vogliono che le cose finiscano qui, e anche fare attenzione ai profeti di sventura".

    IL PAPA IN AMAZZONIA IL PAPA IN AMAZZONIA

     

    E aggiungono: "Il documento finale di questo Sinodo sarà uno strumento molto importante, ma non è il documento che determinerà i nuovi percorsi". Arriva infine dal Sinodo la proposta di individuare "il peccato ecologico come un'azione o un'omissione contro Dio, contro il prossimo, la comunità e l'ambiente". Lo afferma il documento finale individuando questi peccati "in atti e abitudini di inquinamento e distruzione dell'armonia dell'ambiente". Ora si attende la parola del Papa.

     

     

    2. UNA SCELTA CHE COSTRINGE LA CHIESA A INTERROGARSI SULLA SUA IDENTITÀ

    Alberto Melloni per ''la Repubblica''

     

    I" preti sposati". È fatale che la necessità della sintesi definirà così la proposta del Sinodo Amazzonico che ieri è stata votata in aula, e la presenterà come una svolta epocale. In realtà qualcosa di epocale c' è, ma riguarda qualcosa di più importante del prete: cioè l' eucarestia e il modo di comprendersi della Chiesa.

     

    IL PAPA IN AMAZZONIA IL PAPA IN AMAZZONIA

    Al di là delle leggende sul celibato la Chiesa cattolico-romana ha da sempre un clero uxorato. Lo aveva nel primo millennio e lo ha avuto nel secondo grazie alle chiese orientali in comunione con Roma.

     

    Ma un clero uxorato lo ha avuto anche la Chiesa latina: dai tempi di Pio XII, che dava dispensa dal celibato ai pastori protestanti che diventavano cattolici, fino a quello di Benedetto XVI che ha permesso di ordinare preti gli anglicani sposati che diventavano cattolici. Da Pacelli a Ratzinger è dunque sempre stato pacifico che l' ordinazione dei celibi era stata ristretta da ragioni venerabili, ma derogabili: che nulla hanno a che fare col diritto divino, invocato dalla furia asinina di qualche prelato anti-bergogliano.

     

    Tant' è che la questione sembrava risolta quando il concilio restaurò il diaconato "uxorato". Tutti allora capirono che quel che si diceva per un grado del sacramento dell' ordine - e cioè che la vocazione e la grazia di servire il vangelo discende dal battesimo e non dal celibato - sarebbe presto valso anche per il prete. Sul "presto" Paolo VI frenò: alimentando la malizia di chi imputava al Vaticano II il calo quanti-qualitativo dei preti e la malizia di chi lodava il celibato fingendo di non sapere che migliaia di donne e uomini non celibi garantivano il culto divino là dove nessuno andava.

     

    prete sposato 1 prete sposato 1

    Ciò che Francesco ha fatto col Sinodo Amazzonico è stato mettere fuori gioco le malizie. E chiedere ad una Chiesa povera di preti di affermare il diritto ad aver fame e sete della eucarestia, che per definizione non può essere riservata a chi ha preti celibi o li può importare. Questo diritto alla eucarestia implica molto altro: ad esempio pensare il ministero pastorale delle battezzate senza smancerie romantiche sul "genio femminile" o camuffamenti linguistici sulle "leader di comunità" o ripensare tutta la formazione dei ministri. Ma passa anche dalla richiesta, ormai matura e accettabile, di ordinare preti uomini sposati.

     

    Il modo in cui Francesco recepirà tale richiesta dirà come la Chiesa si comprende. Un atto pontificio di deroga territoriale potrebbe nascondere l' ultimo sussulto di un "clericalismo uxorato". Una assunzione del diritto delle conferenze episcopali, eredi dei concili provinciali, ad assumere le responsabilità dottrinali di cui il papa aveva parlato nella Evangelii Gaudium sarebbe un segno per la chiesa universale che ristabilirebbe come fondamento della comunione cattolica la celebrazione eucaristica e non una filosofia dell' universale. Una semplice controfirma alla decisione sinodale una svolta ecclesiologica. E dato che quando la Chiesa pensa il suo fondamento fa più politica di quando crede di far politica, la scelta fra queste modalità avrà un grande peso politico.

     

     

    3. "UN PASSO IN AVANTI MA LE DISCRIMINAZIONI NON SONO DEBELLATE"

    Domenico Agasso Jr per ''la Stampa''

     

    prete sposato2 prete sposato2

    L' apertura dei vescovi ai preti sposati e la richiesta di un ministero femminile ad hoc, quello di «dirigente di comunità», sono «passi avanti» enormi. Però dopo questo Sinodo la Chiesa non deve fermarsi, ma proseguire sulla via che porta all' annullamento delle discriminazioni - «ancora troppo presenti» - nei confronti delle donne. Parola di Marinella Perroni, biblista, fondatrice del Coordinamento Teologhe italiane.

     

    I vescovi aprono ai preti sposati: che cosa ne pensa?

    «I tempi della Chiesa sono sempre molto lenti. Già al Concilio Vaticano II questa istanza era stata presentata, e ciò significa che sta nel vissuto reale della Chiesa da tempo. Paolo VI l' ha bloccata, non era pronto lui, ma non era pronta, forse, neppure la Chiesa. Ora, una simile petizione passa a maggioranza in un Sinodo locale, ma a cui è stato riconosciuto un peso non indifferente. Passi in avanti sono stati fatti».

     

    Quali?

    «Possiamo dirlo con un po' di ironia: se ci sono voluti più di 1100 anni perché, come recita il Concilio Lateranense II (1139), l' ordinazione sacerdotale diventasse definitivamente un impedimento al matrimonio, possiamo anche accettare che ci possa volere più di un secolo perché il matrimonio non sia più un impedimento all' ordinazione!».

     

    marinella perroni marinella perroni

    Senza celibato potrebbero calare abusi e deviazioni dei preti?

    «Certo, le deviazioni, ma non solo quelle sessuali, anche quelle legate al cibo o al denaro, sono sempre espressione di uno stato di disidentificazione e di frustrazione.

    Io, comunque, non ho mai accettato l' equazione secondo cui le deviazioni sessuali dipenderebbero dallo stato celibatario. Ne sono testimonianza gli abusi familiari o il turismo sessuale che vede in prima fila uomini sposati.

    Eventualmente, riterrei più opportuno ragionare sul rapporto tra maschilità e abusi.

    Senza per questo voler fare delle donne una riserva umana di innocenza, ma rapportando la questione degli abusi e delle deviazioni anche a quella delle diverse forme di potere».

     

    Papa Francesco ha annunciato che riconvocherà la «Commissione sul diaconato delle donne»: che ne dice?

    «Mi sembra che il Papa abbia anche detto che ne faranno parte pure altri/e studiosi/e.

    Se i vescovi l' hanno richiesto, vuole certamente dire che l' esigenza che le donne nella Chiesa cattolica assumano ministeri gerarchici nasce dal basso. Mi ha colpito che nel Documento finale torni più volte, nel paragrafo dedicato al servizio ecclesiale delle donne, il termine "liderazgo" (leader, ndr). A mio avviso si dovrebbe andare nella direzione che non si tratta di istituire un diaconato femminile, perché il diaconato nella Chiesa è uno solo, e la questione autentica è se può, o addirittura deve, essere esercitato anche da donne».

     

    donna spinge giu' dal pulpito un prete in brasile 5 donna spinge giu' dal pulpito un prete in brasile 5

    Che cosa pensa dell' ordinazione femminile?

    «Le cose sono complesse a seconda di quale ordinazione si tratta. Nel Documento finale si postula che venga rivisto il Motu proprio di Paolo VI Ministeria quaedam del 1972 che, praticamene, escludeva le donne da qualsiasi ordinazione e possano invece essere ordinate al Lettorato e all' Accolitato, cioè a due ministeri considerati minori, ma comunque ricevuti per ordinazione. La richiesta è stata fatta anche in altri Sinodi e rifiutata. Ora passa a maggioranza. Si conferma così che il passaggio dolente sta proprio nella parola "ordinazione" perché, di fatto, le donne sono lettori e accoliti, e anche molto di più, decisamente da molto tempo».

     

    donna spinge giu' dal pulpito un prete in brasile 4 donna spinge giu' dal pulpito un prete in brasile 4

    Qual è la novità?

    «Verrà "istituito" un nuovo ministero ad hoc per le donne, quello di "donna dirigente di comunità" e questo significa riconoscere una realtà di fatto ma, ancora una volta, alla luce, se non di una discriminazione, di una tendenza all' apartheid: non dovrebbero essere dirigenti di comunità uomini e donne?».

     

    Queste aperture rappresentano bene i cambiamenti che stanno avvenendo dentro e attorno alla Chiesa?

    «Dentro, forse. Fuori, un po' meno: la storia del mondo oggi corre certamente molto più veloce della storia della Chiesa».

     

    Quali sono i suoi pensieri quando legge le chiusure della galassia tradizionalista su questi temi?

    «Tutti hanno diritto di parlare. Ma parlare non significa avere per forza ragione».

     

    donna spinge giu' dal pulpito un prete in brasile 3 donna spinge giu' dal pulpito un prete in brasile 3

    Ora quali passaggi dovrà compiere la Chiesa?

    «Il Papa ha chiuso il suo discorso finale auspicando per la Chiesa un cammino di sinodalità. Forse, quando i Sinodi torneranno a essere come nel passato, Sinodi di chiese e non di vescovi, saranno anche le donne a poter decidere». D.A.JR

     

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