Antonio Riello per Dagospia
scandalo post office regno unito 3
Nel Regno Unito da parecchie settimane tiene banco un grande scandalo che coinvolge uno dei pilastri storici della civilta’ britannica, il cosiddetto Royal Mail (la sua storia risale al 1660!) Premessa: il servizio postale e’ di fatto subappaltato ad una miriade di negozi privati (sub-post office) i quali svolgono la maggior parte delle funzioni degli uffici postali pubblici (che esistono comunque ancora per occuparsi principalmente dello smistamento). In questo modo il territorio e’ coperto in modo capillare con costi molto contenuti per il servizio stesso.
scandalo post office regno unito 2
Cosa e’ successo? Nel 1999 (c’era il Labour di Tony Blair al governo) la direzione generale delle poste per interfacciarsi con la miriade dei tanti sub-uffici seleziona e acquista un programma, “Horizon”, prodotto dalla Fujitsu, una azienda specializzata in questo tipo di sofware gestionali. I proprietari di questi negozietti devono ovviamente conteggiare/rendicontare ogni giorno i movimenti di denaro legati ai servizi postali.
scandalo post office regno unito
Gia’ nel 2000 iniziano a manifestarsi diversi casi di presunti ammanchi segnalati dal software in questione, cioè sembra che alcuni gestori non abbiano versato alle poste tutto il dovuto. Malgrado le proteste di operatori sicuri di aver fatto correttamente il proprio dovere, implacabilmente, viene richiesto quanto Horizon ha calcolato sia stato evaso.
Malgrado qualche sporadico caso di reale frode, la stragrande maggioranza di quelli a cui vengono chiesti soldi sono in perfetta buona fede e si sentono innocenti. Qualcuno ricorre alla legge proclamandosi, conti alla mano, vittima di ingiuste richieste. Ma la mentalità di assoluto rispetto per le istituzioni e la fiducia massiccia nella Res publica britannica fa sì che molti onorino comunque gli onerosi debiti contestati.
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Le poste di Sua Maestà come possono sbagliare e poi proprio a discapito dei cittadini del Regno? Naturalmente: i-m-p-o-s-s-i-b-l-e. Gli stessi magistrati che vagliano le richieste di innocenza sono perplessi e spesso le rigettano ritenendo “estremamente improbabile” che l’istituzione postale possa sbagliare (e tanto meno imbrogliare). Secondo alcune ricostruzioni pare che addirittura alcuni giudici che hanno avuto la volontà di sfidare questo teorema siano stati, con discrezione, silenziosamente promossi ad altro incarico. Sono stati in definitiva relativamente pochi i casi di rimborso (e comunque le spese legali si sono mangiate, al solito, quasi tutto).
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Molti piccoli gestori che si sono trovati a dover pagare somme anche abbastanza considerevoli non ne sono usciti certo indenni. Ci sono stati fallimenti, esaurimenti nervosi e anche qualche caso di suicidio. Solo nel 2021 una commissione parlamentare fa emergere finalmente che ‘sto stramaledetto algoritmo ha effettivamente dei difetti congeniti: ogni tanto inspiegabilmente sbaglia a calcolare, e lo fa a favore delle poste (e ti credo che era stato preferito ai concorrenti….).
Solo nel 2023 la faccenda diventa di dominio pubblico. Anche perché su ITV esce una mini serie di 4 puntate, “Mr Bates vs the Post Office” molto ben fatta e apprezzata dal pubblico britannico. Insomma, per dirla semplice, scoppia un casino.
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Il Governo (Conservatore) di Sua Maesta’ di fronte a tanta furia pubblica non sa che fare. Vorrebbe (le elezioni sono ormai dietro l’angolo) rimborsare quei poveri cristi che hanno ri-pagato ingiustamente alle Poste soldi che non erano legittimamente dovuti. Ma con che fondi? (si stimano somme importanti). E poi perché dovrebbe essere il solito cittadino ligio che paga le tasse a doverci rimettere per colpe altrui? E poi quanto vale davvero la vita di chi si è suicidato?
L’opposizione (Laburista) è piuttosto mogia sulla questione e non attacca il governo dato che è stato un governo di sinistra a combinare inizialmente questo brutto pasticcio. Ma negli anni tutti hanno accumulato responsabilità notevoli, tacendo, coprendo o semplicemente differendo le decisioni. La politica - in generale - ha perso la faccia in questa storia di malgoverno. Naturalmente qualche media insinua che la scelta del software sbagliato non sia stata casuale ma frutto di qualche tangente (un dubbio comunque legittimo).
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Adesso sull’onda del malcontento (timidamente e con moltissimo ritardo) i dirigenti della Fujitsu stanno rilasciando delle interviste dove dicono potrebbe essere possibile un rimborso dei danni causati da parte dell’azienda. Se davvero succederà, quando e con che modalità potrà succedere? Si sta ancora dibattendo sull’entità esatta del gigantesca truffa di stato.
Il servizio postale per la sua ubiquità rappresenta materialmente la compagine statale meglio di qualsiasi altra cosa. La reputazione delle istituzioni, almeno nel mondo anglosassone, è una questione assolutamente fondamentale. La fiducia reciproca tra il cittadino e il sistema rappresenta il vero capitale sociale. Tutto e’ basato sulla affidabilita’ dei vari attori che compongono il consorzio civile. Potenzialmente e’ in agguato un vero disastro: se si incrina in maniera significativa la credibilita’, potrebbe succedere di tutto nel Regno Unito.
SilentRielloc- antonio riello
Una volta tanto noi italiani possiamo non dolerci troppo delle distorte logiche del Bel Paese dove lo Stato non si è mai fidato di propri cittadini (tutti potenziali malfattori) e la gente, sostanzialmente, non fa molto affidamento sull’apparato statale (visto spesso come un avido sopraffattore da dribblare, per quanto possibile). Se fosse successo un caso simile da noi molti avrebbero semplicemente commentato: “me lo aspettavo, ma come cavolo hanno fatto a fidarsi di un ente statale?”. Dio salvi il Post Office!
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