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    DISASTRO BIANCONERO: UNA JUVE OSCENA E INGUARDABILE PERDE 2-0 COL MACCABI, ELIMINAZIONE A UN PASSO. I TIFOSI CHIEDONO LA TESTA DI ALLEGRI. IL MANCATO ACCESSO AGLI OTTAVI DI CHAMPIONS SAREBBE UNA CATASTROFE ANCHE ECONOMICA (LA SIGNORA PERDEREBBE 100 MILIONI). MA E’ A RISCHIO ANCHE L'EVENTUALE PASSAGGIO IN EUROPA LEAGUE. NON VA DIMENTICATO CHE L'ULTIMO BILANCIO SI È CHIUSO CON IL PASSIVO MOSTRUOSO DI 254 MILIONI - PIOVE SUL BAGNATO: DI MARIA SI E' RIFATTO MALE...


     
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    Giuseppe Nigro per gazzetta.it

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    La Champions League della Juventus è appesa al filo dell'aritmetica. La sconfitta 2-0 sul campo del Maccabi Haifa, che era ultimo nel girone e quarta testa di serie, battuto 3-1 una settimana fa a Torino, rende la Signora non più padrona del proprio destino: senza i risultati giusti sugli altri campi, non le basterà neppure vincere le due sfide restanti con Psg e Benfica - con cui ha perso all'andata - per evitare l'eliminazione alla prima fase di Champions che ai bianconeri non succede dal 2013-14, ultimo anno di Antonio Conte.

     

    Ed essere raggiunti dagli israeliani, trascinati da una doppietta di Atzili (al 7' e al 42'), mette a rischio anche il passaggio in Europa League come terza del girone. Mai la Juve aveva perso tre delle prime quattro partite di una fase a gironi di Champions, dicono le rilevazioni Opta. E quando piove, grandina: un nuovo infortunio muscolare di Di Maria fa temere ancora uno stop del Fideo.

     

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    La lingua batte da subito dove il dente duole, cioè la scelta di Allegri di mettersi in campo con un 4-4-2 evidentemente asimmetrico, più che storto, con Cuadrado a sinistra sulla stessa fascia di Alex Sandro e McKennie invece a destra davanti a Danilo, da dove piovono disastri. In quattro minuti tre azioni in fotocopia: cross dalla sinistra di Cornud e occasione per il Maccabi. Sul primo (al 3’) incorna Pierrot centrale saltando su Rugani e salva Szczesny, sul secondo salvataggio in corner, finché il terzo indizio fa la prova, anzi il gol, meritato: a centro area Atzili da solo, con Rugani che arriva in ritardo, la prende in torsione con la schiena, quanto basta per infilare un non incolpevole Szczesny.

     

    allegri allegri

    PUGILE SUONATO —   La Juve è un pugile suonato che continua a subire: al 12’ Chery su punizione prende la traversa, un minuto dopo ancora Atzili in contropiede costringe al corner, e non siamo ancora al quarto d’ora. Infatti continua a grandinare: alla mezzora David reclama un rigore per un tocco di braccio di Bonucci, ma per il Var non c’è niente; al 35’ ancora un cross dalla sinistra di Cornud innesca una girata di Atzili larga di un soffio. Così al 42’ arriva il raddoppio: Pierrot in campo aperto trova la Juve sbilanciata e scoperta a destra, dove pesca Atzili - lasciato solo da Alex Sandro che si era accentrato - che al sette sul primo palo infila il raddoppio.

     

    STRISCIONE CONTRO ALLEGRI DURANTE MILAN JUVENTUS STRISCIONE CONTRO ALLEGRI DURANTE MILAN JUVENTUS

    SENZA FIDEO —   Eppure è un altro il momento dello sgomento, che toglie ogni parola di bocca. Minuto 22, Di Maria cerca lo scatto in contropiede eppure la corsa si spegne subito: il Fideo si tocca dietro la coscia destra, nella parte alta, guarda smarrito la panchina e chiede il cambio. Doveva essere quello che accendeva la luce, e lo era stato all’andata, che però rimane la sua unica partita in stagione da 90 minuti, l’unica (tranne la prima di campionato) in cui ha giocato più di un tempo, e che fin qui aveva già saltato sei delle dodici gare stagionali. Arriveranno gli esami a stabilire i tempi di recupero, nell’immediato è l’evento che serve, più di ogni altra precedente evidenza tecnica, per spostare Cuadrado a destra a tutta fascia, con Danilo che sale e McKennie ad attaccare gli spazi.

     

    QUEL RIGORE —   Subito prima dell’intervallo Vlahovic ha sulla testa, su cross di Cuadrado dalla destra, la palla che riaprirebbe la partita, e un’altra gli capita poi al quarto d’ora della ripresa, ma sempre troppo moscio per incidere. Meno moscia, sicuramente meno stordita, più presente e attiva, è la Juve che si presenta al ritorno in campo con Kostic per McKennie e Locatelli al posto di un pessimo Paredes. Tutt’altra postura al di là degli uomini, eppure in termini di vigore la reazione dura una decina di minuti.

     

    massimiliano allegri massimiliano allegri

    Qua e là, tra uno spreco e l’altro in contropiede degli israeliani, al 54’ Rugani di testa sfiora il gol sventato in volo da Cohen e al 67’ Cornud frana in area su Cuadrado involato verso la porta, eppure incredibilmente anche il Var dice che non è fallo: neanche l’episodio che poteva riaprirla va come dovrebbe. L’ingresso di Kean e Soulé cambia poco e non è neanche a loro che sarebbe giusto chiederlo. La Juve affonda, senza salvagente.

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