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    NUOVO CINEMA TRAP: PERCHÉ DOVREMMO ANDARE A VEDERE VIRZÌ, QUANDO CI SONO BABY GANG E SIMBA LA RUE? – CARLO ANTONELLI ANALIZZA GLI INCREDIBILI VIDEO DELLA SCENA CRIMINAL-TRAP DI MILANO: “È IL BOUQUET VISUALE DI UN NUOVO CINEMA IGNORATO DALLE PRODUZIONI DEGLI ‘AUTORI’ CHE TIRANO A CAMPARE CON PAPPETTE INSIPIDE. QUI CI SONO REGISTI VENTENNI CHE SANNO RACCONTARE LA VITA DI UNA MILANO CHE, YES, NON VORREBBE PROPRIO CHE TUTTO QUESTO ESISTESSE, CHE NON CI FOSSE PERIFERIA, PERCHÉ ROVINA OGNI PIANO EUROPEO” – LA PORNO-FIDANZATA, LE DRONATE SUI CASERMONI, IL LOCKDOWN, LE AGGRESSIONI, LE SUPERIMPENNATE CON LA MEGAMOTO - VIDEO


     
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    Carlo Antonelli per Dagospia

     

    link to media galleryIL GIORNALISTA E ART DIRECTOR CARLO ANTONELLI

    ‘La vita e’ una merda ma io sono il primo che caga’ (Baby Gang)

     

    Stavolta e’ veramente complesso dare un pelo di ordine a questo casino. 

     

    Rapidamente i fatti (premessa: per facilita’ chiameremo ‘rapper’ i musicisti coinvolti), raccontati in due parti separate.

     

    Anzitutto i protagonisti centrali come sapete sono tre.

     

    link to media galleryBABY GANG 4

     

     

    Baby Gang – rapper, eccellente tra l’altro, nativo di Lecco da famiglia marocchina – era in carcere per carichi pregressi, ma questo era stato un fatto normale nella sua vita tra comunità, case-famiglia e gabbio vero e proprio (come racconta in modo impeccabilmente chiaro nell'intervista a Noisey che trovate su Youtube e che ha due milioni di views, tanto per iniziare a capire i volumi del fenomeno).

     

    I preti sono quelli che lo hanno aiutato di più, tra questi quel sant’uomo di Don Burgio, citato e intervistato da tutti durante questi giorni di cronaca isterica.

     

    Zaccaria, così si chiama all'anagrafe, ha video straordinari su pezzi incisi in studio dove -in qualche caso- arrivava scortato dalle volanti della polizia e poi riportato dentro in giornata.

     

     

    link to media galleryBABY GANG MENTALITE 6

    Su tutti spicca il toccante "Mentalite’", girato con una delle sue crew visive di coetanei, una miniatura sull'infanzia vissuta dentro gli slum popolari, tra le persone che ci abitano e ci sono arrivati dalle provenienze più svariate, e tutto quello che si può immaginare.

     

    Di grandissima classe è la sua performance in “Marocchino”, pura dinamica nello spazio del quartiere girato in piano sequenza, bianco e nero.

    link to media gallerySIMBA LA RUE NEL VIDEO DI MASK 4

     

    Poi c'è Simba la Rue - Mohamed Lamine Saida sulla sua carta d'identità - con un solo album su etichetta Atlantic (quella di Aretha Franklyn, per dire) per Warner Music Italia. Anche in questo caso - al di là dei contenuti testuali- la visualità e’ completamente lontana dalle quattro minestrine in croce del resto dei colleghi.

     

     

     

     

    link to media galleryBABY GANG MAROCCHINO 4

     

     

    Neonlight e maschere, uso del greenback per messa in abisso molto sciolta, passaggi su gite al lago o in montagna oppure a palla dentro i tunnel in centro, ma soprattutto dronate su casermoni casermoni casermoni e un sacco di gente, di amici per lo più di seconda generazione - la sua gang, chiamatela come volete - che poi sono tutti quelli che hanno abitato lì fin dall'infanzia: albanesi, senegalesi, romeni, marocchini e tunisini ovviamente, nigeriani e ghanesi, altre provenienze balcaniche, rom inclusi. La comunità sudamericana sembra stare un passo indietro, in altri luoghi.

     

     

    link to media gallerySIMBA LA RUE NEL VIDEO DI CAGOULE 2

    Per controllare quanti sono, basta dare un occhio al Rapporto Statistico sull'Immigrazione aggiornato ogni anno, voce "seconde generazioni". Una sola anticipazione: sono tanti.

     

    E stanno tutti concentrati là dove vedete immagini che sembrano esotiche chesso’ al corriere.it: a 20 minuti dal centro di Milano, a San Siro. Sono le case popolari della Regione, dove c'è l'incredibile torre graffittata di Via Selinunte in mezzo, non a caso citata dentro il mixtape 2022 della Seven 7oo, chiamiamolo il collettivo centrale del movimento, che nella intro vede un featuring di Neima Ezza: nativo marocchino emigrato in Italia, anche lui coi clip fa cinema con tanto di bambini (inutile sottolineare perché) e androni di scale e arresti e albe viste dai tetti, quando si torna a casa dalla merda. Comunque -per rientrare nel centro della faccenda- pure Simba sta sempre a far casini, con gruppone multi attorno.

     

     

    link to media gallerySIMBA LA RUE NEL VIDEO DI CAGOULE 6

    Poi c'è Touchè, di fuori Padova, sempre seconda generazione, che nulla meglio pennella di un candido servizio del TG1 (sempre su youtube). Ma pure di un bellissimo ritratto/clip di pendolarismo sulla Trenord che arricchisce il bouquet visuale di un nuovo cinema che solo così possiamo vedere, ignorato dalle produzioni degli ‘autori’ che tirano a campare con pappette insipide che da sempre stanno in piedi a stento coi contributi ministeriali, ma anche dalle produzioni firmate dagli showrunner Netflix e Sky -vedi "Blocco 181" prodotto con Salmo - con risultati semplicemente abissali.

     

    link to media galleryBABY TOUCHE 4

    Da questa parte ci sono invece registi e d.o.p. ventenni (a volte meno, 18, 17 anni) che semplicemente maneggiano i mezzi di produzioni contemporanei con la normale fantastica agilità generazionale, non spendono nulla o quasi (se non negli episodi di viaggi nel paese d'origine, ogni tanto, bellissimi), sfondano gli occhi coi colori fluo da “Euphoria” o “I may destroy you” viste con le password tarocche, ma soprattutto sanno raccontare- e sono gli unici- la vita in particolare di una Milano che, yes, non vorrebbe proprio che tutto questo esistesse, che non ci fosse periferia, perché rovina ogni piano europeo e gli scali ferroviari fichissimi e le riforestazioni, che si vorrebbero fare anche qui, dove persino degli idioti capirebbero che serve ben altro.

     

    Il d.o.p. Alessandro Girbino e altri -vedi Redcoos di origine egiziane -  sono operatori dell’immagine che, come nei casi inglesi e americani fin dagli anni sessanta- accompagnano i rapper fin dai loro inizi, uno sta in fissa con la musica e l’altro con la visione smartphonica. Perché si vive e si cresce insieme, e poi chissà dove si va a finire. 

     

     

    link to media galleryBABY GANG MAROCCHINO 5

    L'onda- in assoluto-è iniziata a Genova, nel 2016 e poi ha travolto il parorama musicale al completo, come racconta il diligente doc in quattro puntate "2016" in onda in queste settimane su "Discovery +". Con Tedua e Izi.

     

    E lì il coetaneo Federico Merlo abbraccia il genere, e la fratellanza tra ragazzi maschi, il bromance, su certi tetti che sembravano davvero Rabat e il migliore cinema nordafricano, e che hanno commosso sul serio.

     

    link to media galleryFAIDA TRA TRAPPER - BABY GANG

    E poi l'uso dei progetti edilizi popolari più incredibili - Le Lavatrici, per esempio- iniziando una lunga serie di rimandi a folli o incompresi capolavori dell'architettura 60/80 utilizzati come set per i video della scena che la raffinatissima compagine di "Forgotten Architecture" guidata da da Bianca Felicori ha saputo raccontare come nessuno.

     

    E con cultura da parte dei rapper non casuale: Felicori racconta di una recente conversazione con Tedua che paragonava il progetto del ‘’Biscione" a Genova firmato Daneri alle Unitè d'Abitation di Le Corbusier a Marsiglia. Gente che sa quello che fa, insomma.

     

    La coscienza esatta di vivere dentro certe geometrie è stata estremamente alta come non mai in questi 7 anni e nelle evoluzioni della scena che dalla trap iniziale portano- con qualche buco normalissimo- alla drill attuale, quella per esempio praticata dai nostri tre ragazzi.

     

    link to media galleryBABY TOUCHE 1

    E che incrocia sonorità uk (più forti in alcuni, come in RondoDaSosa, forse il migliore musicalmente) e costruisce collegamenti con la scena francese sonora e visiva seguendo la scuola dei cari vecchi PNL (nonchè dell'Afrotrap crescente anche in Italia). Poi ci sono anche le ragazze, musiciste, ma davvero sarebbe troppo lunga. Belle toste, comunque.

     

    Del resto si tratta dell'unica scena (diciamo) hiphop mai riuscita a pensarsi come parte di un network internazionale complesso: quella di seconda generazione marocchina dialoga con il mondo arabo intero e da qui con quello francese o viceversa (con ospitate reciproche). E realtà inglesi importanti come Central Cee vengono qui - come in altri territori europei- a girare video imponenti, convocando tutti quelli che sono stati nominati fin qui, o quasi.

     

    link to media gallerySEBASTIANO BENASSO

    Morale? Trattasi di gente, spesso firmata da major o sotto contratto con etichette licenziate a label multinazionali, o parte di società di management note, di cui moltissimi avevano sentito parlare poco e niente fino al bordello dell’altro ieri. Un mondo parallelo solo apparentemente alieno al resto del mondo. Tutt’altro, in realtà.

     

    Per una volta è stata invece la sociologia più attenta a rizzare le antenne. Basta dare un occhio al numero intero di "Terre Urbane" non a caso chiamato ‘Della coca, della piazza e degli spari’ 

    (https://rosa.uniroma1.it/rosa03/tracce_urbane/issue/view/1631/179). 

     

    link to media galleryRONDODASOSA

     

    Sebastiano Benasso, ricercatore di sociologia dell’Universita’ di Genova, parla giustamente di ‘produzione di panico morale che va avanti da un po’ di mesi’.

     

    Infatti - per dare la seconda parte del racconto della faccenda di cronaca- tutto e’ a metà tra la verità, la farsa e la normale vita di merda, social inclusi. 

     

    Touche’ fa provocazioni continue su IG contro Simba la Rue, e viceversa. Simba alcuni mesi fa sequestra Touchè e con un video girato in macchina (veramente incredibile) lo umilia pubblicamente.

     

    Attraverso un meccanismo più volte raccontato in questi giorni e che ruota intorno ad una signor(in)a chiamata Bibi Santi, Simba becca delle gran coltellate quest'estate e se va all’ospedale.

     

    link to media galleryAGNESE MACCARI

    Per un caso assoluto esce nello stesso momento dal carcere Baby Gang (che al volo invita a votare Berlusconi), fa subito una cazzata, s’azzuffa con due senegalesi a botte di stampelle e revolverate, ecc. Fatte le indagini e una fraccata di intercettazioni -che, parlando di cinema, non potranno che essere state strabilianti per gli inquirenti, vedi anche le stories degli avvocati degli imputati- li han messi dentro tutti e tre (nda: curioso che in parallelo sta succedendo una cosa analoga a tutti i membri dell'etichetta YSL del rapper Young Thugs, praticamente identica). 

     

    Ma la questione è un'altra. E ancora la sociologia sul pezzo entra in campo. Benasso: "Per la prima volta si vede questa vita e a parlarne in ogni caso sono le voci non bianche" (forse Ghali, che non a caso racconta sempre a Noisey delle visite da piccolo al padre in carcere).

    link to media gallerySEVEN 7OO 2

     

    Sta non a caso per uscire da Nova Logos un libro collettivo su tutto questo universo da lui curato insieme a Luca Benvenga (Università di Lecce), per dire quanto intensa è l’osservazione del fenomeno. 

     

    C'è una chiave di spiegazione finale estremamente utile. ‘Tutto questo ci parla delle conseguenze del lock down’, commenta Agnese Maccari, antropologa dell’Universita’ di Torino.

     

    ‘Chiusi e bloccati, i quartieri di periferia hanno perso il contatto con il centro e questo fenomeno ha accelerato il rigetto dello stesso. Si è persa la relazione classica tra i due poli, che ora diventa “non siamo più noi a dover venire lì, ma siete voi che volete venire qui e volete diventare come noi” (questo conferma anche il dato per cui tantissimi pischelli di buona famiglia che vengono dai centri urbani fanno di tutto per essere considerati come boys from the hood, usando pistole giocattolo e quant’altro).

     

     

    link to media gallery2016

    Insomma, si è optato per l’ostentazione della propria bolla, il quartiere, mostrato dalle riprese dall’alto dei droni, come una teca in un museo. Tutto esprime l’idea di ‘chiuso’ e non a caso non vi è alcun impegno di questi artisti nei live; tutto si concentra su video e social, dove vestono come nella drill inglese o come nella trap francese (passamontagna e guanti, borsello, tute anonime, maglie da calcio, oppure vestiario brandizzato non dissimile alla merce fake), moda che risulta lontana anni luce lontana dall’esibizione bling precedente.

    link to media galleryLE LAVATRICI GENOVA

     

    Non c’è cura o ricercatezza del personaggio, se non la presenza ingombrante del mito del mafioso. Sicuramente la rivendicazione di riscatto - a cui ci aveva abituato l’hip hop delle periferie romane di vent’anni fa- non ha nulla a che spartire con questa nuova realtà, se non la rabbia, unico fil rouge davvero interessante. Ed è proprio su questa rabbia che i riflettori dovrebbero essere puntati, poiché le banlieue francesi insegnano, non solo in termini stilistici”.

     

    link to media galleryLE IMPENNATE DI MOMO SU INSTAGRAM 1

    Tocca pure allora ricordare in tal senso i riot durante la fine del lockdown del 2021 durante il tentativo di stoppare le riprese di un video di Neima Ezza. In quel caso comparvero sui muri di San Siro scritte in francese identiche a quelle fatte durante analoghi moti a Parigi.

     

    E, botta finale -e colpo al cuore al panico morale nostrano- ecco comparire sulle nostre strade -direttamente dalle rues di periferia francesi ma anche da Philadelphia- persino l’ultima fissa, già intravista in un paio di video sopra citati, e in crescente ascesa su IG: la superimpennata con la megamoto, unico segno reale di possesso di denaro: il nuovo idolo, sempre di seconda generazione marocchina- e’ Momo. Siamo solo all’inizio di tutto. 

    Eccolo qui: 

    https://instagram.com/momo_530_?igshid=YmMyMTA2M2Y=

     

     

     

     

     

    con un particolare ringraziamento a Tommaso Arnaldi e a Vincenzo Marino per i double check.

     

     

     

     

     

     

     

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