DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Marco Giusti per Dagospia
E in chiaro che vediamo? Confesso che mi rivedrei uno dei grandi film di guerra della nostra infanzia, cioè “Il ponte sul fiume Kwai” di David Lean con Alec Guinness, William Holden, Jack Hawkins, Sessue Hayakawa, Rai Movie alle 21, 10 (ma occhio alla durata, il film originale dura 2 ore e 41 minuti). Vinse sette Oscar, miglior film, regia, sceneggiatura, attore protagonista, Guinness, e non protagonista, Hayakawa, fotografia e musica. Ricorderete tutti, cioè tutti voi nati prima del 1955, la celebre marcetta del film, “Colonel Bogey March”. Mi comprai pure il disco.
Non sapevo che i prigionieri inglesi e americani al posto di fischiettarla, la cantavano con la battuta "Hitler Has Only Got One Ball", che venne ritenuta troppo volgare dal produttore, Sam Spiegel. Leggo che il personaggio del colonnello Saito di Sessue Hayawaka era ispirato a un vero colonnello Saito, particolarmente umano. Al punto che proprio il colonnello inglese Toosey, che nel film diventa Nicholson, interpretato da Alec Guinness, gli salvò la vita nel processo sui crimini di guerra.
A Guinness non piaceva molto il suo personaggio, lo trovava senza humour, amorfo, e cercò, contro il parere di Lean, di mettergli dentro qualcosa. La discussione con Lean andò avanti parecchio. Poi Guinness capì di essersi sbagliato. Il film, che vinse l’Oscar per la migliore sceneggiatura, che andò all’autore del libro, il francese Pierre Boulle che non parlava inglese, era in realtà scritto dai due blacklisted Carl Foreman e Michael Wilson. I loro nomi vennero re-inseriti nei titoli del film, ma quando ormai erano morti. Il grande ponte venne costruito prima dell’inizio delle riprese e costò 250 mila dollari.
lino banfi barbara bouchet spaghetti a mezzanotte
Lean, quando accettò il progetto, dopo i rifiuti di Fred Zinnemann e di Orson Welles, aveva pesanti problemi finanziari. Firmò per 150 mila dollari e se ne fece dare 2 mila dalla Columbia per rifarsi i denti. Holden, che allora era una grande star, si fece dare 300 mila dollari e il 10% sugli incassi. Ma la prima scelta era Cary Grant. Che rifiutò. Super trash, sballatissimo, potrebbe essere il vostro piacere perverso rivedere “Howard e il destino del mondo”, il film più sballato mai fatto, diretto da Willard Huyck con Lea Thompson, Jeffrey Jones, Tim Robbins, Paul Guilfoyle, Liz Sagal, Ed Gale, Canale 27 alle 21, 10.
Ovviamente Cine 34 alle 21 non demorde e passa “Spaghetti a mezzanotte” di Sergio Martino con Lino Banfi, Barbara Bouchet, Teo Teocoli, Alida Chelli, Pippo Santonastaso. Commedia “perbene” diretta da Sergio Martino, ma stavolta scritta da Toscano e Marotta, gli sceneggiatori dei film di Giorgio Capitani e Enrico Montesano e prodotta da Luigi Borghese, allora marito di Barbara Bouchet, quindi senza Edwige Fenech e senza Luciano Martino.
Anche se Medusa rientra nella distribuzione. In un trionfo di quiproquo, Lino Banfi fa cosa può, compreso il giro del cornicione in mutande, mentre Teocoli dimostra il suo poco funzionamento nella commedia posciadistica. Alida Chelli non può certo competere con la Fenech come stella sexy, mentre Barbara Bouchet è qui in grande spolvero. Sergio Martino ricorda che venne chiamato, con la sceneggiatura di Toscano e Marotta già pronta, da Gigi Borghese, “il quale chiamò me, che avevo avuto un’esplosione di successo con Zucchero, miele e peperoncino.
howard e il destino del mondo 3
Io molto correttamente – penso di essere uno dei pochi – avevo un contratto con lui a una cifra, precedente all’uscita di quel film, e non chiesi aumenti”. Si parla della lavorazione del film, prima in un articolo di Sergio Miravalle su “La Stampa” del 21 novembre 1980, quando il titolo del film era ancora E se mia moglie avesse un amante?, poi in un articolo di “La Stampa Sera”, “Spaghetti all’astigiana”, con grandi particolari sulle apparizione nel film degli abitanti di Asti, c’è pure Toni Frizzorin il “gigante di Tigliolo”, e varie battute di Banfi: “Sono il più sfigheto avvocheto di Asti”.
Rai Due alle 21 propone uno sconosciuto gialletto tedesco, “La donna in mare” di Thomas Berger con Heino Ferch, Anja Kling, Isabell Polak, Tom Radisch, Leslie Malton, Stefan Kurt. Divertente la versione moderna di un cavallo di battaglia teatrale di Louis Jouvet, e che noi vecchi spettatori della Rai ricordiamo interpretato da Alberto Lionello, cioè “Dr Knock” diretto qui da Lorraine Levy con Omar Sy, Alex Lutz, Ana Girardot, Sabine Azéma, Pascal Elbé, Audrey Dana.
alida chelli lino banfi spaghetti a mezzanotte 1
Occhio che su Mediaset Italia 2 alle 21, 15 passa il primo film della Julia Ducournau di “Titane”, cioè il cannibal “Raw – Una cruda verità” con Garance Marillier, Ella Rumpf, Rabah Nait Oufella, Joana Preiss, Laurent Lucas. Gnam! Magari non avete visto il melo ospedaliero “Misure straordinarie” diretto da Tom Vaughan con Harrison Ford, Brendan Fraser, Keri Russell, Courtney B. Vance, Jared Harris, dove un medico e un miliardario con due bambini malati cercano di scoprire il modo per sconfiggere una malattia considerata senza cure possibili. Ha pessime critiche. E’ una commedia italo-brasiliana davvero poco nota “Restiamo amici”, diretta dal bravo Antonello Grimaldi con Michele Riondino, Alessandro Roja, Violante Placido, Libero De Rienzo, Sveva Alviti, Ivano Marescotti, Rai Tre alle 21, 20.
howard e il destino del mondo 1
Cielo alle 21, 20 sprofonda invece in una sorta di delirio alla Bataille con “Ma mère” di Christophe Honoré con Louis Garrel figlia della scatenata Isabelle Huppert, Emma de Caunes, Joanna Preiss. Magari è meglio l’avventuroso in 3D che nmon vedremo in 3D “Viaggio al centro della terra” diretto da Eric Brevig con Brendan Fraser, Josh Hutcherson, Anita Briem, Giancarlo Caltabiano, Garth Gilker, Italia 1 alle 21, 20.
Rai 4 alle 21, 20 propone un film di corse e piloti, “Fuori in 60 secondi” di Dominic Sena con Nicolas Cage, Angelina Jolie, Giovanni Ribisi, Delroy Lindo, Robert Duvall, Scott Caan. E Rai Uno alle 21, 25 propone un filmone di Gabriele Muccino da prima serata, “A casa tutti bene” con Stefano Accorsi, Carolina Crescentini, Elena Cucci, Tea Falco, Pierfrancesco Favino. Vediamo cosa ne scrissi quando lo vidi. “Ma perché non mi fai sentire più amata?” chiede Carolina Crescentina, terza insopportabile moglie di Pierfrancesco Favino al marito che non ne può proprio più di lei. Al punto che a un certo punto del film lui esploderà in un “Hai rotto il cazzo!!!” magari non proprio civile, ma che non possiamo che assecondare e che trascinerà di lì a poco tutti i tanti personaggi del film a una corsa all’urlo, al dire le cose come si sentono, all’eccesso. Ma che siamo in un film di Muccino?, si dirà.
Ebbene sì, siamo proprio in un film di Gabriele Muccino, che più mucciniano di così sarebbe stato impossibile fare. In un trionfo di citazioni di Battisti, Jovanotti, perfino di Riccardo Senigallia. Dove i personaggi sembrano quelli, invecchiati, ormai quarantenni, di L’ultimo bacio, e i tre protagonisti, Stefano Accorsi, Sabrina Impacciatore e Favino, vengono proprio da lì. E la mamma, sempre svampita e amorosa, è ancora l’adorata Stefania Sandrelli.
Ma è un film di Muccino che ci arriva mediato dalla sua ormai lunga esperienza americana, e da quella si è trascinato dietro un gran direttore della fotografia, Shane Hurlbut, pieno di personaggi che rimandano sia alla vita stessa della famiglia Muccino, due fratelli e una sorella, la mamma pittrice, le tre mogli, i tre figli, sia alla vita dei suoi tanti personaggi precedenti, rivisti e costruiti in sceneggiatura assieme a Paolo Costella, già cosceneggiatore di Perfetti sconosciuti. Lo sguardo sulla realtà e sui suoi protagonisti alter-ego è diverso dai tempi di L’ultimo bacio.
Non sono più trentenni che cercano di non affrontare la realtà o di rimandare il momento in cui dovranno affrontarla, sono quarantenni in crisi da anni, costantemente in lotta con l’idea di famiglia, con l’altro sesso, con i tradimenti. Ma l’esplosione violenta, la messa in scena così fisica ma anche attoriale dello scontro, che sfocia, appunto, nell’”Hai i rotto il cazzo!” di Favino o nella furia con la quale Sabrina Impacciatore attacca Giulia Michelini, sono un puro slow-burn mucciniano, cioè una esplosione a fuoco lento di situazioni insostenibili.
howard e il destino del mondo 2
E nella costruzione di questa lenta combustione di violenza all’interno della famiglia italiana è davvero un maestro Muccino e sa dirigere come nessuno i suoi attori che esagerano sapendo di esagerare ma sono anche super-realistici. Vista così, come un’opera con tante voci diverse, che dovranno a un certo punto alzarsi per lo scontro fisico all’interno di una famiglia che scoppia, il film acquista tutto un altro senso e tutto diventa possibile e giustificabile.
Più dalle parti di Xavier Dolan che di Altman, insomma. Al punto che attraverso questa lettura diventa perfetto il casting di Ivano Marescotti come padre dei fratelli e marito della più placida Stefania Sandrelli, perché nessuno come lui, già nei film di Zalone, sa montare nella rabbia improvvisa. E sarà lui, il padre, a dire il fondamentale “A me la famiglia sta sul cazzo”.
sordi sandrelli quelle strane occasioni
Rete 4 alle 21, 25 passa “Attacco al potere” di Edward Zwick con Bruce Willis, Denzel Washington, Annette Bening, Graeme Revell, con gli integralisti islamici che attaccano il potere americano. Vabbé. Roba vecchia. Più fresco su La7D alle 21, 25 “La donna più bella del mondo” del vecchio Robert Z. Leonard, usciva da trent’anni di film con la MGM, con Gina Lollobrigida, Vittorio Gassman, Robert Alda, Anne Vernon, dove Gina interpreta la bella cantante Lina Cavalieri.
Leggo che Gina, considerata l’attrice italiana più pagata al tempo, 60 mila dollari americani a film, scappò da “La signora senza camelie” di Michelangelo Antonioni perché lo considerava “troppo volgare e banale”. E troppo sexy! Ebbe pure una causa. E finì su questo film, a colori, con Leonard che doveva farne uscire tre edizioni, in inglese, in italiano e in francese.
sordi sandrelli quelle strane occasioni 55
Il suo assistente era Piero Pierotti. Passiamo alla seconda serata con “Quelle strane occasioni”, commedia ad episodio diretti da Luigi Magni, Luigi Comencini, Nanni Loy con Paolo Villaggio, Nino Manfredi, Alberto Sordi, Stefania Sandrelli, Flavio Bucci. Totalmente ferragostano è l’episodio di Sordi cardinale che si ritrova chiuso nell’ascensore il giorno di ferragosto assieme a una discinta e bellissima Stefania Sandrelli. E’ un capolavoro di recitazione.
La7 alle 23, 15 propone il notevole “Thank You for Smoking” di Jason Reitman con Aaron Eckhart, Maria Bello, William H. Macy, Cameron Bright, Katie Holmes, Robert Duvall, dedicato alle multinazionali del tabacco che comandano in America e nel mondo. Iris alle 23, 25 passa il giallone “L’impero dei lupi” di Chris Nahon con Jean Reno, Arly Jover, Jocelyn Quivrin, Laura Morante, Philippe Bas, Didier Sauvegrain. Si vede, si vede.
stefania sandrelli alberto sordi quelle strane occasioni
Rete 4 a mezzanotte e 05 ripassa quel capolavoro di regia e di sceneggiatura che è “Il laureato” di Mike Nichols con Anne Bancroft, Dustin Hoffman, Katharine Ross, William Daniels. L’ho rivisto da poco. Adoro Anne Bancroft, la sua Mrs Robinson è un grande personaggio tragico di donna uccisa dal patriarcato americano. E adoro le canzoni di Simon & Garfunkel.
Rai Movie alle 0, 05 propone il polpettone militare di John Ford “La lunga linea grigia” con Tyrone Power, Maureen O'Hara, Robert Francis, Ward Bond, Donald Crisp, Betsy Palmer. Cine 34 all’1, 10 ripropone “Il lupo di mare” di Maurizio Lucidi con Andrea Roncato, Gigi Sammarchi, Kara Donati, Kerry Hubbard, Milly D'Abbraccio. Occhio al carico di belle ragazze e alle battute di Andrea, “Questo non è il Poseidon è il Figheidon!”.
Ma dovremmo proprio preferirgli “Il mattatore” di Dino Risi con Vittorio Gassman, Dorian Gray, Anna Maria Ferrero, Peppino De Filippo. E’ una sorta di tutto-Gassman che si propone con tanti ruoli diversi. Non è considerato tra i capolavori di Risi, ma è un grande film. E c’è un grande Peppino.
Mediaset Italia 2 all’1, 15 propone il capolavoro di John Carpenter “La cosa” con Kurt Russell, T.K. Carter, Wilford Brimley, David Clennon. Funziona ancora benissimo, Rai4 alle 2 pass ail thriller tailandese “The Pool” di Ping Lumpraploeng con Theeradej Wongpuapan, Ratnamon Ratchiratham. Rete 4 alle 2, 20 passa invece il confuso (fin dal titolo) film a episodi “Amore all’italiana: I superdiabolici” diretto da Steno con Walter Chiari, Raimondo Vianello, Paolo Panelli, Vivi Bach, Isabella Biagini. L’episodio che preferivo è quello simil 007 con Vianello Goldfinger. “E ora vedremo”, ringhia Goldfinger, “come trasformare 007 in un agente due zeri e tre e mezzo”.
Mentre in un film di Bond il raggio si sarebbe fermato proprio un attimo prima di colpire, qui il raggio va avanti e trasforma anche la voce del virile 007 in un ridicolo falsetto. Ma la bomba della notte è il film delle ragazzine perverse Ornella Muti e Eleonora Giorgi “Appassionata”, diretto da Gian Luigi Calderone con Gabriele Ferzetti, Valentina Cortese, Cine 34 alle 4, 10.
Esordio di Gian Luigi Calderone, assistente di Bertolucci, con sceneggiatura scritta da Alessandro Parenzo (Malizia) e da Mimmo Rafele e esordio, da protagoniste, alla grandissima, di Ornella Muti, reduce da un ruolino in Paolo il caldo, e Eleonora Giorgi, reduce da Storia di una monaca di clausura, come ninfette del post-Laura Antonelli. Allora il film fece un certo colpo e aprì la strada a Calderone per diventare un nuovo Samperi. Non lo fu. Le due bellissime ragazze, invece esplosero subito.
Costanzo Costantini, sul “Messaggero”, poco prima dell’uscita del film intervista sia Ornella Muti che la Giorgi a partita dalla nascita del genere sexy. “Nel copione di Appassionata”, dice la Giorgi, “Ornella aveva un personaggio più malizioso del mio. Un’adolescente che tenta di sedurre il padre è un personaggio molto malizioso. Ma, a film finito, le cose sono cambiate. Lei è molto provocante, ma io sono molto più spregiudicata. Lei incarna i tabù e le malizie, io la spregiudicatezza e le modernità. Lei ha dei complessi rispetto al sesso, io non ho alcun complesso”.
Il film sta per uscire in sala il 14 marzo 1974 (a Roma, al Rivoli), ma viene bocciato in censura. Dice Calderone a “Il messaggero”: penso che la vera ragione di tanta rabbiosa ostinazione ad unanimità sia da ricercarsi molto in fondo tra i componenti della settima commissione di censura.
E’ il padre che nel mio film viene torturato, distrutto. Gli incesti madri-figlio sono meno scandalosi di quanto possa apparire, sono forse il presupposto del mammismo italiano. Ma il padre non si tocca. Non è possibile vederlo girare per le scene del mio film senza spina dorsale, violentato da tutte quelle donne che non fanno che chiedergli inconsciamente di essere un uomo”. Viene ripresentato quindi come “il film di Pasqua”, con uscita il 13 aprile 1974 al cinema Europa. Nulla da fare.
Viene davvero dissequestrato dal Tribunale di Forlì il 18 luglio 1974 e arriva in sala il 27 luglio 1974. Iris alle 4, 15 passa un fondamentale “Il sepolcro dei re” di Fernando Cerchio con Debra Paget, Ettore Manni, Corrado Pani. Debra Paget è ancora bellissima, e Corrado Pani fa il faraone pazzo troppo legata alla madre, che è la già vecchia Yvette Lebon, attrice di Sacha Guitry e moglie del produttore Nathan Wachsberger.
Bertrand Tavernier, recensendo il film nel 1961, notò un’evidente somiglianza del soggetto con quello di La regina delle Piramidi di Howard Hawks (la differenza, noteremo noi, è che in quel caso la regina è colpevole e viene anche punita). Per certi critici più giovani, come Norbert Moutier, è anche più interessante: “Superba evocazione dell’epoca egiziana, ma soprattutto film nero e necrofilo come raramente è dato da vedere e che soppianta, al riguardo, il film di Hawks”.
E’ l’ultimo dei film sceneggiati da Damiano Damiani per il produttore Giorgio Venturini, legati alle regie di Fernando Cerchio e Viktor Tourjanski. Grazie a queste collaborazioni, Damiani si fece produrre la sua opera prima, Il rossetto (1960), montato proprio da Cerchio. Chiudo con “La mina”, drammone tra pescatori a colori di Giuseppe Bennati con Antonio Cifariello, Elsa Martinelli, Julia Caba Alba, Conchita, Rai Movie alle 5. La Martinelli allora era bellissima…
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