FLASH! - LA DISCESA IN CAMPO DEL PARTITO DI VANNACCI E' UNA PESSIMA NOTIZIA NON SOLO PER SALVINI,…
Marco Giusti per Dagospia
In chiaro vi avviso che su Rai Uno alle 21, 30 potrebbe avere tanti spettatori la “Cenerentola” live diretta da Kenneth Branagh per la Disney con Lily James, Richard Madden, Cate Blanchett, Helena Bonham Carter, Hayley Atwell. Era un grande spettacolo.
lily james richard madden cenerentola.
Preparatevi quindi al Bibbidi-Bobbidi-Bù, alle zucche che diventano carrozze, le lucertole paggetti, l’oca il cocchiere, la fata madrina, la matrigna terribile, la povera orfanella bionda costretta a far da cameriera alle sorellastre antipatiche Genoveffa e Aanstasia, il bel principe che la conquisterà, i topini Gas e Jaq, il ballo, alla mezzanotte che scocca. C’è tutto, perfino le scarpette di cristallo, anche se marchiate Swarovski per doveri di sponsor.
Il progetto di una “Cenerentola” non animata nasce dopo il successo di “Alice” di Tim Burton, pensando però a una lettura più moderna della fiaba, affidata come sceneggiatura a Aline Brosh McKenna (Il diavolo veste Prada) e alla regia di Mark Romanek (One Our Photo). Ma alla Disney il progetto di Romanek sembrò troppo dark, così si preferì passarlo a un regista più impegnativo come Kenneth Branagh, ma fresco del successo di “Thor”, in grado quindi di capire i nuovi umpori del pubblico.
lily james cate blanchett cenerentola
Branagh, assieme a un nuovo sceneggiatore, il Chris Weitz di American Pie e La bussola d’oro, prende di peso la Cenerentola disneyana e la traduce in salsa inglese per americani, un miscuglio della sua versione di Hamlet e del mondo di Downtown Abbey. Lo aiutano in questo le preziose scenografie di Dante Ferretti e i costumi di Sandy Powell, collaboratori di gran parte degli ultimi film di Martin Scorsese, che si inventano per il film “un ’800 inglese come lo avrebbero girato a Hollywood negli anni ’40 o ’50” (Powell).
Ma lo aiuta anche un cast magistrale che Branagh riesce a far funzionare alla perfezione. A cominciare dalla sua Ella/Cenerentola, l’incantevole Lily James di Downtown Abbey, che riesce a catturare tutta la grazia virginale della protagonista della fiaba e del personaggio del cartoon, era animata da Marc Davis, anche se Branagh ne fa un’eroina morigerata inglese e non una francesina sbarazzina alla Léa Seydoux.
Il principe Kit è invece Richard Madden, già Robb Stark di Trono di spade, decisamente meno anonimo e più combattivo del principe disneayano, mentre la divina Cate Blanchett, fresca di Oscar, è la cattivissima Lady Tremayne, una matrigna che si sente più vicina a Joan Crawford in un film di Michael Curtiz che in un film del 2015. Guardatela quando arriva vestita da vedova a casa di Cenerentola, o nel finale quando prende coscienza della propria sconfitta e scende le scale come Gene Tierney in Femmina folle.
Su Rai Tre alle 21, 25, anche se non andrà così bene come “Cenerentola”, passa un film che amo molto ma che è stato un vero flop, “Tremila anni di attesa” di George Miller fresco di “Mad Max: Fury Road”, con Tilda Swinton, Idris Elba, Hayley Gia Hughes, Kaan Guldur, David Collins, Aska Karem.
Sceneggiato da Miller con la figlia Augusta Gore, è tratto da un racconto della scrittrice A.S.Byatt del 1994 ("Il genio nell'occhio d'usignolo") e è un divertente incontro tra una studiosa di storytelling, Alitha, interpretata da Tilda Swinton in versione accademica inglese super single che non si aspetta più nulla dalla vita, e un Dijn, Genio della Lampada, interpretato da uno spettacolare Idris Elba.
I due si incontrano in un hotel di Instanbul, ognuno in accappatoio bianco, ma è il Dijin a tenere banco con le sue tre storie che spaziano dalla Regina di Saba e Salomone, un harem ottomano di parecchi secoli dopo e la saggia Zefira, preferita di un vecchio sultano che sogna solo di allargare la sua conoscenza.
Alitha non vuole chiedere nessuno dei tre desideri previsti al Dijn, salvo ascoltare la sua storia e rimanere rapita dalla sua carica narrativa. Tutto il film è costruito su una trama di racconto nel racconto, con un preciso intento di tessere una trama da mille altre trame che dia un senso finale alla narrazione di chi racconta. Cioé chiudere la storia.
Più fine e colto di quanto lascino intuire gli effetti speciali, Miller ritorna qui alle sue origine greche, il vero nome è Milyonakos, il padre, infatti, è nato nell'isola di Kythyra, patria del mitico scrittore Lafcadio Hearn, che finirà a studiare le storie d'orrore giapponesi, e come tanti greci che andarono in cerca di fortuna in Australia non abbandoneranno mai l'isola.
Ma nelle singole storie si parlano le vere lingue e Saba ritorna finalmente nera, bellissima e addirittura pelosa, e le favorite parlano in turco, rispettando la costruzione assolutamente mediterranea della narrazione del Dijin, cosa alquanto curiosa per un regista nato in Australia, che sembra qui alla riscoperta delle origini sue e di tutto, soprattutto della capacità di raccontare. Non è Mad Max, è qualcosa di completamente diverso. Ma trovo geniale di fare di Idris Elba il sofisticato genio della lampada e di intrattenere dopo trecento anni la professoressa che non ha nessuna voglia di chiedergli nulla.
Cine 34 alle 21, 05 passa una commedia antirazzista con Aldo Baglio, “Scappo a casa”, diretta da Enrico Lando con Jacky Ido, Fatou N'Diaye, Angela Finocchiaro, Hassani Shapi. Inizia con cori da fascioleghisti. “Fratello? Fratello un cazzo!” – “Scarafaggio della minchia!” – “Questi qui ci infestano con la negritudine!”.
L’idea è proprio quella di prendere il prototipo dell’elettore salviniano, doverosamente maschio bianco razzista e suprematista, sbatterlo senza un documento e senza un euro in tasca in un territorio totalmente fascista e razzista, diciamo l’Ungheria di Viktor Orbán, e vedere come farà a ritornare a casa. Anche perché questo italiano medio del nord di tendenza salviniana è interpretato da Aldo secondo le più comiche regole del terrone, addirittura siciliano, trapiantato al nord.
Un terrone, per giunta ignorantissimo, che è sicuramente più vicino a un tunisino che a un biondo lombardo-veneto. Lui, Aldo, era andato con una Porsche non sua a Budapest con l’idea di spassarsela con escort, pillole e alberghi cafoni. E’ bastato l’incontro con due ladri e due poliziotti maneschi, per farlo diventare, senza più documenti, soldi e parrucchino biondo, un migrante tunisino da rinchiudere in un centro accoglienza pronto a essere rimandato subito indietro sul modello salvianiano.
Insieme a un gruppetto di altri profughi capitanati dal medico Mugambi, Jackie Ido, è ovvio che Aldo tenterà la fuga e il ritorno avventuroso in Italia con ogni mezzo. Nel viaggio incontrerà razzisti di ogni tipo, altri poliziotti poco simpatici, pure Angela Finocchiaro in un ruolo addirittura da cattiva, ma anche la bella Babelle, Fatou N’diaye. Si sentirà, grazie a una magica pozione, anche lui nero e davvero migrante. E, ovviamente, capirà come stanno davvero le cose. Oggi, però, questa favola non c’è più bisogno di ambientarla nell’Ungheria di Orban.
una commedia sexy in una notte di mezza estate
Su Rai Movie alle 21, 10 una commedia di Woody Allen, “Una commedia sexy in una notte di mezza estate” con Woody Allen, Mia Farrow, Mary Steenburgen, José Ferrer, Julie Hagerty, Tony Roberts. Temo di averlo visto ma non ricordo quasi nulla. O forse mi sembra di averlo visto… Non cambia la cosa. Non ha grande status.
Mediaset Italia 2 alle 21, 15 propone l’horror “Autopsy of Jane Doe” di André Øvredal, dove i medici, padre e figlio, Brian Cox e Emile Hirsch, che fanno l’autopsia di una donna in un paesino sperduto della Virginia scatenano involontariamente le forze dell’inferno legate alla donna. Il film ha ottime critiche. Era piuttosto interessante la versione de “La Bohéme” pucciniana di Mario Martone con Jonathan Tetelman, Federica Lombardi, Valentina Nafornita, Davide Luciano, tutta girata nel grande spazio Scenografia del Teatro dell’Opera.
Gli spettatori di “Le fate ignoranti – la serie” conoscono bene l’ambientazione perché è dove lavora il protagonista, Eduardo Scarpetta. Confesso che “La Bohéme” funziona sempre. Si sa. Anche se qualche inserimento da vecchi cinéphiles nuovellevaguisti può non piacere a tutti. Iris alle 21, 15 passa il curioso film a episodi con il protagonista che riesce a dialogare con i morti “Hereafter”, diretto da Clint Eastwood con Matt Damon, Bryce Dallas Howard, Richard Kind, Jay Mohr, Jenifer Lewis.
Su Rete 4 alle 21, 25 un altro film con Idris Elba, stavolta si tratta però di caccia grossa a un terribile leone killer, “Beast”, diretto da Baltasar Kormákur con Idris Elba, Sharlto Copley, Leah Jeffries, Iyana Halley, Mel Jarnson, Amara Miller. Cielo alle 21, 25 torna al cinema erotico d’autore spagnolo con “Castelli di carte”, diretto da Salvador García Ruiz, tratto da un romanzo di Almudena Grandes con Adriana Ugarte, Biel Duran, Nilo Mur, Guillermo Eced, Javier Aguayo, Álvaro Aguilar, dove seguiamo tre personaggi alla Dreamers, studenti di belle arti a Madrid che si amano, trasgrediscono, studiano.
Su Tv8 alle 21, 30 passa un film che è stato ucciso dal suo titolo, la commedia sulle tante possibilità umane che abbiamo quando facciamo delle scelte in grado di cambiare del tutto il corso della nostra vita, “Sliding Doors” di Peter Howitt con Gwyneth Paltrow, John Lynch, John Hannah, Jeanne Tripplehorn.
Passiamo alla seconda serata con “Botte di Natale” di Terence Hill con Terence Hill, Bud Spencer, Anne Kasprik, Ruth Buzzi, Ron Carey, Eva Hassmann, Rai Movie alle 22, 45. Passa “Una famiglia perfetta” di Paolo Genovese con Sergio Castellitto, Marco Giallini, Claudia Gerini, Carolina Crescentini, Canale 5 alle 23. Visto, ma chi se lo ricorda più. Ho visto anche “I vicerè” di Roberto Faenza con Alessandro Preziosi, Lando Buzzanca, Cristiana Capotondi, Lucia Bosé, Franco Branciaroli, Assumpta Serna e Biagio Pelligra, Rai Premium alle 23, 05, tratto dal romanzo di Federico De Roberto.
Per Lando fu una sorta di gattopardata che lo riposizionò con la critica. Per anni è stato l’attore della destra che si considerava emarginato. Non era proprio così, ma i capoccioni del Duce a casa sua li ho visto. Quando arrivò al potere Fini, Lando ebbe serie in tv e qualche possibilità in più, ma devo dire che il grande successo che ebbe tra la fine degli anni ’60 e i primi ’70, non solo non tornò più, ma lo aveva profondamente segnato.
arance e martello di zoro diego bianchi
Per anni invedibili, mi sono accorto che Amazon ha tutti i grandi successi di Lando diretti da Marco Vicario, “Homo Eroticus”, “Il prete sposato”… La7 alle 23, 15 passa il primo e unico film, purtroppo sbagliatissimo, di Diego Bianchi, “Arance e martello” con lo stesso Diego Bianchi, Giulia Mancini, Lorena Cesarini, Francesca Acquaroli, Luciano Miele e un’esplosiva Ilaria Spada, oggi particolarmente attuale con l’arresto di Alemanno proprio perché ci rimanda alla Roma dei tempi di Alemanno e di Tredicine.
arance e martello ilaria spada
E a quel che accadeva dentro la sezione del Pd di Roma Est. Col mercato del rione che sta per chiudere e la gente che si incazza. Il referendum per le dimissioni da Presidente del Consiglio di Berlusconi. La giornata più calda degli ultimi 150 anni. Insomma è la Roma del 2011 che Zoro, alias Diego Bianchi, allora star del programma di Rai Tre “Gazebo” ci mostrava nel suo primo e ultimo film da regista e interprete in calzoni corti e ciavatte, più lontana da noi di quella dei peplum di Carmine Gallone.
arance e martello di zoro diego bianchi 2
Non fosse per il Capitano, “fra 200 anni Totti verrà riscoperto come uno di quei grandi filosofi…”, non fosse per la presenza conturbante di Ilaria Spada, “bella, brava, studiosa e… fregna!”. E’ incredibile, scrivevo quando il film uscì, nel 2012, come l’arrivo di Grillo e Renzi abbia del tutto cancellato e spostato nel tempo il 2011 di Alemanno sindaco e Berlusconi Presidente del Consiglio, ma anche il dibattito interno nel Pd pre-Renzi e ancora bersaniano.
Il film di Zoro ci mostra il rudere della Roma del 2011, magari più interessante oggi di quando il film uscì. E comunque il momento dell’arrivo di Alemanno sindaco, uno strepitoso Giorgio Tirabassi, e del suo assessore Tredicine, qui ribattezzato Quattordicine, a Roma Est fa davvero effetto. Ma è stato davvero possibile? La storia segue la rivolta di fruttaroli, pescivendoli, ambulanti vari di Roma Est quando scoprono che il sindaco ha deciso di chiudere il mercato. Nemmeno fossero i fruttaroli di “Campo de Fiori” nella versione Aldo Fabrizi.
ilaria spada in arance e martello
Prima chiedono ai titolari della sezione del PD, la coppia scojonatissima Francesco Aquaroli e Antonella Attili, un aiuto concreto. Ma poi, quando scoprono che anche quella piccola sezione del PD è titubante e, dopo un mini-referendum infruttuoso, la risposta è di aspettare e capire, decidono per l’azione violenta. Così i bottegai del mercato occupano la sezione e prendono un gruppetto di piddiini in ostaggio fino all’arrivo del sindaco e poi della polizia.
Zoro, interpretando proprio il suo personaggio, più o meno, con telecamerina e ciavette, testimonia il tutto filmando prima quello che doveva essere un documentario sul mercato, poi le ragioni della rivolta, poi la discussione teorica della sezione e infine l’irruzione della polizia. Sulla carta tutto bene. Gli attori, abbastanza inediti, anche se ci sono caratteristi eccellenti come il grande Stefano Altieri, il nuovo Bombolo romano, come vecchio militante, Nicola Pistoia come pizzicarolo e la bella Margherita Vicario (oggi regista) come pesciarola, ce la mettono tutta.
arance e martello di zoro diego bianchi 3
Il problema, anzi i problemi sono altri. Uno il linguaggio. Zoro ha girato decine e decine di docu-verità in giro per le sezioni e nella Roma degli ultimi anni, ma con gente vera, che ci sta a farsi riprendere, ma non interpreta dei personaggi. Non capisci dove sei. Secondo: la storia. Fino a quando seguiamo il teatrino del mercato e dei personaggi nei singoli habitat ti fai quattro risate. Fanno ridere la coppia di vecchi militanti scazzati, i vecchietti al bar, anche i venditori del mercato.
pepi, luci, bom y otras chicas del monton
Ma quando l’azione si sposta e si chiude nella sezione del PD e il film diventa una sorta di commedia in un ambiente chiuso, c’è meno divertimento e la scrittura si fa più pesante. Pieno di buone intenzioni, pieno di ritratti divertenti, pieno di idee, ma non dotato di una struttura da lungometraggio. Cielo alle 23, 20 ci riporta un vecchio Almodovar festoso e divertente, “Pepi, Luci, Bom y otras chicas del montón” con Carmen Maura, Olvido Gara, Eva Siva, Felix Rotaeta, Cecilia Roth.
Rete 4 alle 23, 35 una commedia di Nancy Meyers, “E’ complicato” con Meryl Streep, Steve Martin, Hunter Parrish, Alec Baldwin, John Krasinski, Lake Bell. Su Rai 4 alle 23, 35 ripropone il vking movie amletico “The Northman” di Robert Eggers con Alexander Skarsgård, Nicole Kidman, Claes Bang, Ethan Hawke, Anya Taylor-Joy, accusato, un po’ ingiustamente, di essere un film di destra. Mah…
Su Rai Tre alle 0, 20 uno dei miei film preferiti di Roigerio Sganzerla, maestro dell’underground brasiliana, “O abismu” con la mitica Norma Bengell, il re dell’horror brasiliano José Mojica Marins, Wilson Grey, Jorge Loredo, Edson Machado, la musica, rubatissima di Jimi Hendrix. Sganzerla era Tarantino cinquant’anni prima di Tarantino, cresciuto a San Paulo tra film americani, l’adorato Samuel Fuller, e film di genere giapponese, che arrivavano per i nippo-paulisti… Capolavoro stracultissimo.
Subito dopo, sempre Fuori orario presenta “Agonia”, altro film undeground, diretto nel 1976 da Júlio Bressane con Grande Otelo, Joel Barcellos, Maria Gladys, Wilson Grey, Sandra Pêra, Kleber Santos. Rai Movie alle 0, 45 ci presenta il vecchio “Wargames – Giochi di guerra” di John Badham con Matthew Broderick, Dabney Coleman, John Wood, Ally Sheedy. Su Tv8 alle 2 passa l’avventuroso “Gwyn, principessa dei ladri”, diretto da Peter Hewitt con una giovanissima Keira Knightley, Stuart Wilson, Jonathan Hyde, Stephen Moyer.
Rete 4 alle 2, 05 passa un rarissimo western comedy con protagonista afro-americana, “Lola colt” diretto da Siro Marcellini con Lola Falana, Peter Martell alias Pietro Martellanza, German Cobas, Tom Felleghy. L’idea era venuto a un giornalista, molto attivo in tv, Lamberto Antonelli. Quando lo intervistai in mensa alla Rai, non se ne ricordava molto bene. La Falana aveva fatto qualche carosello per le calze Omsa. Qui è Lola Gate, una cantante che arriva a Sant’Anna con tutto un gruppo di ballerine e si devono fermare perchè una delle ragazze è malata.
Lì Lola scopre che il bandito El Diablo, cioè German Cobos, spadroneggia come vuole. Con l’aiuto del giovane baldanzoso Red, cioè Peter Martell, faranno fuori il bandito. Ovviamente tutto il film è costruito sulle grazie di Lola Falana, che si esibisce fasciatissima in un completo di pelle nero. Franco Daddi, che qui prende il nome di Frank Dady, ricorda che “il film era molto carino, era venuto bene. E Lola Falana era molto bella.”
ornella muti eutanasia di un amore
Su Rete 4 alle 3, 35 passa un lontano “Eutanasia di un amore” di Enrico Maria Salerno con Ornella Muti, Tony Musante, Monica Guerritore, Mario Scaccia, Laura Trotter. Non andò bene, ma era invedibile. Molto carino, ma non all’altezza della commedia, anche “Ti ho sposato per allegria” diretto da Luciano Salce con Monica Vitti, Giorgio Albertazzi, Maria Grazia Buccella, Cine 34 alle 4, 35. Protagonisti a teatro erano stati Adriana Asti e Renzo Montagnani. Li avevo pure visti.
cerco il mio amore – the gay divorcee
Chiudo con un vecchio musical di Mark Sandrich con Ginger Rogers e Fred Astaire, “Cerco il mio amore – The Gay Divorcee” con Mark Sandrich con Edward Everett Horton, Alice Brady, Erik Rhodes, Eric Blore, Rai Movie alle 5. Qualcuno, magari il mio amico Ciro, sarà sveglio per vederlo.
3000 anni di attesati ho sposato per allegria TI HO SPOSATO PER ALLEGRIAornella muti eutanasia di un amoreTI HO SPOSATO PER ALLEGRIASCAPPO A CASA TI HO SPOSATO PER ALLEGRIA 13000 anni di attesa lola colt lola coltSCAPPO A CASA autopsy of jane doehereafter hereafter 1hereafter 1la boheme di mario martonegwyn, principessa dei ladri agoniahereafter wargamesBEAST e' complicatoBEAST BEAST botte di natale 2botte di natale 1una famiglia perfettamiglior lato b. anya taylor joy in the northmanalexander skarsgard the northman anya taylor joy the northman NICOLE KIDMAN THE NORTHMAN una famiglia perfetta. cenerentola
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