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IL DIVANO DEI GIUSTI/ 2 – “A PRENDERLA CON FILOSOFIA SI FINISCE SEMPRE CHE TE LA PIJI ‘NDER CULO” PRONTI? IN SECONDA SERATA C’È IL RUSPANTISSIMO “UNA CELLA IN DUE” CON GRANDI BATTUTE DEL TIPO: “C’È DEL GUANO SULLA CARROZZERIA!”, “NO, È MERDA DOTTÒ” – SE NON RIUSCITE A DORMIRE GUARDATEVI L'INCREDIBILE “MILANESI A NAPOLI” – ALTRIMENTI IN PRIMA SERATA C’È L’ACTION CAFONCELLO “FROM PARIS WITH LOVE” - VIDEO

 

Marco Giusti per Dagospia

 

i corvi in dumbo

E in chiaro stasera che vediamo? Ci sarebbe su Rai Uno alle 21, 30 il “Dumbo” della Disney riletto da Tim Burton con Colin Farrell, Danny DeVito, Finley Hobbins, Nico Parker, Michael Keaton, Eva Green. Qualche dubbio, quando lo vidi, mi venne. E giustamente. Ma si può rifare Dumbo senza il topino Timoteo? Senza i corvi neri che incontrano l’elefantino sull’albero e esplodono nel coro di “Ne ho viste tante da raccontar, ma mai ho visto un elefante volar”? E spostando l’azione dal 1941 al 1919, inserendo così l’aria da fine Prima Guerra Mondiale a quella da inizio Seconda Guerra Mondiale?

 

dumbo

Ma, soprattutto, obbligando il povero Dumbo, che è un elefantino con le orecchie troppo grandi, ma è piccolo, a essere cavalcato da Eva Green, bellissima, ma davvero troppo grande per lui. E non a caso una delle immagini migliori di questo nuovo Dumbo è quando l’elefantino e la trapezista cadono nella rete e si ritrovano vicini. Ora, il vecchio Dumbo era nato da una storiella di Helen Aberson e Harold Pearl letta sul retro di una scatola di corn flakes.

 

Walt Disney lo vedeva come un filmetto un po’ cafone da fare in tempi rapidi, sei mesi di preparazione, un anno per realizzarlo, per recuperare il disastro di Pinocchio, troppo caro, e impossibile da esportare nella Germania nazista e nell’Italia fascista con l’arrivo della guerra. Non solo Dumbo fu il film più corto e meno controllato da Disney grandi classici, ma venne amato dai critici, fu omaggiato da “Time” con una copertina e un articolo che non lo citava nemmeno, che uscì il 7 dicembre del 1941, proprio il giorno dell’attacco giapponese a Pearl Harbour. E lo stesso Dumbo, nelle ultime scene del film, è pronto a diventare un aereo militare.

 

dumbo

Tutto questo, spostando l’azione vent’anni prima, nel Dumbo di Tim Burton, scritto dal modesto Ehren Kruger, già responsabile del disastro di “Ghost in a Shell”, scompare. E, togliendo una serie di scene fondamentali per la censura del politicamente corretto, i corvi neri canterini con le voci del Johnson Choir e di Ukulele Ike alias Cliff Edwards, Dumbo ubriaco che sogna gli elefanti rosa, Burton è costretto a puntare verso una storia che non c’entra tanto col vecchio film. C’è un circo, ovviamente, che parte col trenino Casey Junior (nell’edizione italiana la marcetta di “Casimiro” era cantata dai Cetra) da Sarasota in Florida come ai grandi tempi del Ringling, ma al posto del suo aiutante e “pilota”, Timoteo, che aveva posto sul cappello di Dumbo, troviamo due bambini, Milly e Joe, orfani di madre, e la madre della Milly di Nico Parker, anche nella vita, è la bellissima Thandie Newton, come vediamo in fotografia. C’è un padre cavallerizzo che torna dalla guerra senza un braccio, Colin Farrell.

 

la principessa sissi

C’è un buffo direttore di circo, Max Medici, il grande Danny De Vito, aiutato da una buffa scimmia, un po’ di falsi freaks, perché quelli veri da circo oggi sono scorretti, ma tutto Dumbo e il vecchio circo americano era costruito su veri freaks e veri animali feroci. Non a caso manca l’umiliazione delle elefantesse che quando vedono le orecchie del piccolo gli urlano F R E A K !, cosa che farà imbestialire la mamma di Dumbo. Tim Burton sparge qualcosa per i fan del vecchio film. Compare Mister Stork, la cicogna, quande nasce il piccolo, Milly ha vestito un topino bianco da Timoteo, ma non ha certo né la parlantina di Stefano Sibaldi né le animazioni di Fred Moore, non può privarci della canzone “Baby Mine” di Frank Churchill quando rinchiudono la mamma di Dumbo come “mad elephant”, ovvio, e lei lo culla con la proboscide da dietro le sbarre.

 

la principessa sissi 2

Purtroppo vedo che hanno spostato da Rai Uno a Rai Movie un classico delle feste come “La principessa Sissi” di Ernst Marischka con Romy Schneider, Karlheinz Böhm, Magda Schneider, Josef Meinrad, Gustav Knuth, Uta Franz. Non sapete come mi dispiace. Non è più la Rai di una volta. Su Cielo alle 21, 15 non è affatto male, è un grosso spettacolo piuttosto accurato, il biopic “Eiffel” diretto da Martin Bourboulon, il regista dei recenti “Tre moschettieri”, con la bellissima Emma Mackey, Romain Duris, Pierre Deladonchamps, Armande Boulanger, Philippe Hérisson. Almeno capite come venne realizzata la Torre Eiffel.

natale a quattro zampe 1

 

Se avete voglia di cinepanettoni, anche non originali, anche televisivi, ci sarebbe “Natale a quattro zampe” di Paolo Costella con Massimo Boldi, Maurizio Mattioli, Biagio Izzo, Paola Tiziana Cruciani, Cinzia Mascoli, Loredana De Santis, Cine 34 alle 21. Mi rendo tragicamente conto di non averlo mai visto. Magari è meglio così. Leggo che non è affatto male “Le avventure di Huck Finn”, versione del 1993 del capolavoro di Mark Twain diretta da Stephen Sommers con Elijah Wood, Courtney B. Vance, Robbie Coltrane, Jason Robards, Garette Ratliff Henson, Ron Perlman. Per sfuggire al padre, scomparso da 15 anni, che vorrebbe rapirlo per chiedere il riscatto alla madre, Huck Finn il suo amico schiavo Jim, cioè Elijah Wood e Courtney B. Vance, scappano lungi il Mississippi, inseguito da un gruppo che pensa che lo schiavo abbia ucciso Huck Finn.

 

 

natale a quattro zampe 3

Su Iris alle 21 trovate invece “Hereafter”, uno dei film più strani di Clint Eastwood, prodotto da Steven Spielebrg e scritto da Peter Morgan, con Matt Damon, Bryce Dallas Howard, Richard Kind, Jay Mohr, Jenifer Lewis, Cecile de France. Tre episodi basati su esperienze legate alla morte. C’è l’operaio, Matt Damon, che riesce a comunicare coi morti, una ragazza francese, Cecile de France, che torna come resuscitata dal celebre tsunami del 2004, un’altra ragazza, inglese, che ha appena perso il figlio di dieci anni in un incidente stradale.

 

Su Canale 20 alle 21, 05 avete l’action cafoncello “From Paris With Love” di Pierre Morel con John Travolta, Jonathan Rhys Meyers, Kasia Smutniak, Amber Rose Revah, Melissa Mars. Su Canale 27 alle 21, 10 torna Rocky Balboa in “Rocky V” diretto da John G. Avildsen con Sylvester Stallone, Tommy Morrison, Talia Shire, Burt Young, Sage Stallone. Su 7Gold alle 21, 15 passa il bel spionistico-sentimentalone “La casa Russia” diretto dal bravo Fred Schepisi, scritto da un maestro come Tom Stoppard con un Sean Connery ancora belloccio e una grande Michelle Pfeiffer, Klaus Maria Brandauer, Roy Scheider, James Fox. Di scena è un libro che raccoglie parecchi segreti militari russi. Ma Sean Connery dovrà andare in Russia se lo vuole.

le avventure di huck finn

 

Rai Tre alle 21, 20 presenta “Uno sguardo dal cielo”, remake di un vecchio film del 1947 con Cary Grant (“La moglie del vescovo”), qui diretto da Penny Marshall con Denzel Washington che fa l’angelo, Whitney Houston, che fa la moglie e Courtney B. Vance che fa il vescovo. Poteva essere meglio, ma si vede. Magari avete voglia di rivedere un filmone, che vi piaccia o meno, come “Batman Begins”, primo dei Batman diretti da Christopher Nolan con Christian Bale, Michael Caine, Liam Neeson, Cillian Murphy, Morgan Freeman, Gary Oldman, Ken Watanabe, Italia 1 alle 21, 20.

 

Leggo che è l’unico film della trilogia che non sembra un film di Nolan. Un po’ è vero. Mi interessa molto “Vicini del quarto tipo” di Akiva Schaffer con Jonah Hill, Ben Stiller, Vince Vaughn, Billy Crudup, Doug Jones, Rosemarie DeWitt, Rai4 alle 21, 20, dove un gruppo di maschi adulti americani combatte un’invasione aliena. E’ così. Sembra sia terribile. Su Tv8 alle 21, 30 il kolossal “Australia” di Baz Luhrmann con Hugh Jackman, Nicole Kidman, David Wenham, Bryan Brown, Bruce Spence, Jack Thompson, un filmone, magari non riuscitissimo, ma una specie di “Via col vento” australiano.

 

matt damon hereafter

Su Warner tv alle 21, 30 abbiamo il primo film di Sergio Leone, “Il colosso di Rodi” con Rory Calhoun, Lea Massari, Georges Marchal, Conrado San Martín, Angel Aranda. Il protagonista Rory Calhoun ebbe solo un giorno di preparazione prima di girare. Il suo ruolo era in realtà stato pensato per John Derek, poi si era pensato di farlo interpretare al più giovane Sergio Ciani, futuro Alan Steel, che ricorda che gli venne preferito Calouhn perché “dava più garanzia per il mercato internazionale”.

 

natale a quattro zampe 4

Fu anzi per questo esordio mancato che la Filmar gli dette il nome di Alan Steel che conservò per tutta la carriera. Gianfranco Parolini, allora organizzatore alla Cineproduzioni, ricorda che andò a dare un’occhiata al set per conto di Maggi. “Io stavo lavorando al Conquistatore di Maracaibo. (..) Noi avevamo finito il film e Leone stava ancora girando Il colosso di Rodi a Madrid. I suoi produttori erano l’Opus Dei. Il capo dell’Opus Dei di quel tempo mi chiamò e  mi chiese se noi avevamo finito. Gli risposi di sì. “Questo Colosso di Rodi non arriva mai alla fine! Bisogna parlare con Sergio Leone!”.

 

 

hereafter 1

Così andai a trovarlo negli studi di Madrid e c’era una fila di 15000 comparse. Era quasi ora di pausa e i cestini erano arrivati. Lo trovai che stava girando una scena di duello con Mimmo Palmara e quell’attore francese…. Georges Marchal. (..) Andai da Sergio e gli dissi: “Che cazzo stai facendo?” Esattamente queste parole. “Che cazzo stai facendo?”. E lui: “Gianfranco, che te ne importa?”. “Noi abbiamo finito il nostro film in cinque settimane, e il vostro? I preti mi hanno chiamato e si sono lamentati. Perché avevi bisogno di 15000 comparse? Non potevi girare questi primi piani a Rocca Callarella. Potevi girarli per la strada, sulla sabbia e poi montarli”. Mi rispose con queste precise parole: “Fatti i fatti tuoi, io voglio rovinare quei preti pidocchiosi!”.

 

From Paris With Love

Passiamo alla seconda serata con il lacrimoso “Le lettere di Madre Teresa” di William Riead con Juliet Stevenson, Rutger Hauer, Max Von Sydow, Priya Darshini, Kranti Redkar, Rai Movie alle 23. Preferisco il ruspantissimo “Una cella in due” di Nicola Barnaba con Enzo Salvi, Maurizio Battista, Massimo Ceccherini, Simona Borioni, Melita Toniolo, Nick Di Gioia, Cine 34 alle 23, 05. Grandi battute.

 

“C’è del guano sulla carrozzeria!”. “No, è merda dottò…”. Lo vidi nella cornice dell’anteprima per amici al Cineland di Ostia, regno indiscusso di Enzo Salvi, alla presenza di gran parte del cast e di star della Magica e non (un’Aida Yespica con tacchi infiniti), dove ogni battuta o allusione calcistica veniva seguita da applausi,  come l’apparizione di Taddei o i titoli dei giornali su Totti Gold. Salvi e Battista, recitano metà del film in mutande e canotta e l’altra metà in carcere assieme a un mostruoso Massimo Ceccherini che non parla, ma mangia topi e scarafaggi vivi. Quando casualmente evadono si ritrovano in situazioni assurde da film di Montesano e Noschese. “

 

rocky v 4

 

Attento al granchio!”. “Sembrava una merda” si dicono sulla spiaggia prima di rovinare una sfilata di intimo maschili di uno stilista gaio. O si lanciano in un “Qua c’è da cagarsi addosso.”- “Già fatto!”, una volta finiti nel bel mezzo di una scena di un film di guerra senza accorgersene. Il film vede Salvi avvocato intrallazzone con moglie bella e cameriera scorreggiona (“Puzzettina!”) che se la fa con Melita Toniolo (si vede più il sedere che il viso, ovvio). La moglie si vendica e lo manda in prigione.

 

 

hereafter

Battista invece, è un disgraziato che ha appena trovato un lavoro di tuttofare in un autosalone gestito da Massimo Marino, ma lo perde perché il losco proprietario lo ha dovuto cedere proprio a un parente della Melita raccomandato da Salvi. E’ l’Italia di oggi. “Puoi aspirà ad altro”, gli fa Marino mentre tira una striscia di coca. “Prendila con filosofia” è un altro consiglio. “A prenderla con filosofia si finisce sempre che te la pij in der culo” è la conclusione di Battista che diventa così rapinatore di vecchiette e finisce in prigione. Cultissimo.

 

Su Italia 1 a mezzanotte avete “Il corvo” di Alex Proyas con Brandon Lee, Michael Wincott, Rochelle Davis, Ernie Hudson. Su Tv8 a mezzanotte e mezza “Sliding Doors” di Peter Howitt con Gwyneth Paltrow, John Lynch, John Hannah, Jeanne Tripplehorn. Su Rete 4 alle 2, 45 passa addirittura “Miracolo a Milano” di Vittorio De Sica con Emma Gramatica, Francesco Golisano, Paolo Stoppa. Su Rete 4 alle 4,10 l’incredibile “Milanesi a Napoli” di Enzo Di Gianni con Ugo Tognazzi, Carlo Campanini, Nino Taranto, Dolores Palumbo, Enrico Viarisio, Eva Nova, cantante e moglie di Di Gianni.

 

il culo di melita toniolo in una cella in due

Chiudo con lo stracultissimo biopic di Stefano Calvagna sulla vita di Franco Califano, “Non escludo il ritorno” con Gianfranco Butinar, Enzo Salvi, Michael Madsen, Nadia Rinaldi, Franco Oppini. Da recuperare assolutamente.

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