DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera in chiaro? Ci sarebbe in prima visione su Canale 5 alle 21, 20 un filmone come “Top Gun: Maverick” di Joseph Kosinski con Tom Cruise, Miles Teller, Jennifer Connelly, Jon Hamm, Glen Powell, Lewis Pullman. Piacque molto a tutto il pubblico, giovani e vecchi. Lo andai a vedere mosso da chi me lo descriveva come un film del 1986, bello come quelli di Tony Scott, anche se scritto da una cooperativa di sceneggiatori che si devono essere massacrati a cambiare di giorno in giorno la storia e lo sviluppo dei personaggi, con un Tom Cruise sessantenne più in formalina che in forma, con capello pittato alla Conte che non si muove nemmeno quando vola a testa in già e fisico scattante.
La forma ce la fa vedere subito, a noi, critici e spettatori sessantenni, mostrandoci come ci si può mettere a sedere su una poltrona con un vassoio in mano alzando la gamba in alto con una mossa felina che potrebbe provocare, almeno a me, non solo un bello sgaro ai pantaloni, ma anche qualche incriccamento peggiore nel bacino. Crac!
Tom Cruise e Jennifer Connelly in Top Gun Maverick
“Top Gun: Maverick”, grazie all’impegno di Tom Cruise, che non perde il sorriso alla Terence Hill nemmeno alla guida della moto modello Scuréza, mitico centauro di Amarcord, o quando sembra che abbia appena scopato con la cinquantenne Jennifer Connelly, considerata più in forma rispetto all’”originale” Kelly McGillis, francamente improponibile oggi, grazie anche alla fotografia incredibile di Claudio Miranda (“Vita di Pi”), è esattamente quello che dicono i critici americani.
Una macchina perfetta di ricostruzione del vecchio cinema alla Tony Scott, il suo “Top Gun” era il massimo più di trent’anni fa, esattamente quel che vuole il pubblico per riconoscersi e tuffarsi nel comodo già visto e rivisto, tra azione, montaggio, sorrisi, battute, amicizia virile e guerra. Quello mi sembrò, e lo era, un film di guerra, di propaganda militare.
Tom Cruise in Top Gun Maverick
Salvabile insomma, solo se lo vedi come pura macchina di cinema, come i film di William Wellman, il più grande regista di film sull’aviazione al mondo. Ma oggi, fa un po’ impressione vedere, un film di pura tossicità maschile, con tutti gli stereotipi del genere, il generale duro di Ed Harris, il superiore che sembra stupido ma non lo è di Jon Hamm, lo scontro col pivello figlio di un caro amico scomparso, Miles Teller, la ragazza che aspetta il ritorno dell’eroe.
E fa ancora più impressione che un film di questo tipo esca in piena guerra, perché, anche se costruito come un film-vintage, dove il nemico è un vaghissimo, invisibile “stato canaglia” (ma quali sono questi stato canaglia, scusate?), è proprio un film di guerra se non di propaganda.
Su Canale 27 alle 21, 20 avete il più natalizio “Ritorno al futuro. Parte III” di Robert Zemeckis con Michael J. Fox, Christopher Lloyd, Mary Steenburgen, Thomas F. Wilson. Per non parlare del film proposto da Italia 1 alle 21, 20, “La banda dei Babbi Natale” di Paolo Genovese con Aldo, Giovanni e Giacomo e Antonia Liskova, Angela Finocchiaro, Giorgio Colangeli, Massimo Popolizio. Fu un grande successo. Anche se, in fondo, mi rivedrei un vecchio film di Totò e Peppino come, Cine 34 alle 21, 05, “Totò e Peppino e… la dolce vita” di Sergio Corbucci con Totò, Peppino De Filippo, Mara Berni, Francesco Mulè, Rosalba Neri, Gloria Paul, Rosalba Neri.
toto, peppino e … la dolce vita
Iniziato da Camillo Mastrocinque alla regia, prodotto da Gianni Buffardi, genero di Totò, venne presto affidato al più giovane Sergio Corbucci, che si presentò mezzo assonnato al Principe De Curtis perché impegnato su un altro set. “Totò mi disse: ‘Allora giriamo’.’ Sì, ma cosa? Non c’è niente, nemmeno la sceneggiatura?’. E Totò: ‘Non ti preoccupare, poi con Peppino ci mettiamo, scriviamo cose, facciamo una scaletta’. E così cominciai senza niente”, ricordava Corbucci.
toto, peppino e … la dolce vita 1
La censura pretese dei tagli su scene ritenute un po’ volgari. Come quella di Totò che dice a Peppino: “Qui guardati attorno, sono tutti Proci” – “Me ne sono accorto” – “Oggi essere Proci è un titolo d’onore. Io per esempio se fossi in tem dato che hai anche il fisico, modestamente, fatti Procio!” – “Tu sei scemo!” – “Fatti Procio!” – “Ma vattene!”. Venne censurata anche la scena col ministro democristiano e Totò che gli chiede un posto di lavoro migliore.
Rai Movie alle 21, 10 punta sulla fantascienza svedese con “UFO Sweden” di Victor Danell con Inez Dahl Torhaug, Jesper Barkselius, Eva Melander, Sara Shirpey, Oscar Töringe. Iris alle 21, 15 passa un western che all’epoca sembrò moderno e antirazzista, “L’ultima caccia” di Richard Brooks con Robert Taylor, in versione cattiva, cacciatore di bufali e massacratore di indiani e Stewart Granger buono, innamorato della bellissima indiana Debra Paget, che prese il posto di Anne Bancroft, che si fece male cadendo da cavallo, Lloyd Nolan, che veniva da un anno e mezzo di “Ammutinamento del Caine” a teatro, grande successo, e il sempre favoloso Russ Tamblyn.
Leggo che durante la lavorazione coi bisonti, oltre a Anne Bancroft che cadde da cavallo e in qualche scena si potrebbe anche vedere da lontano, stava per lasciarci la pelle Stewart Granger, caricato da un bisonte che, all’ultimo secondo, cambiò strada. Granger, come il suo personaggio, era disgustato dalla caccia ai bisonti e dal fatto che Brooks insistesse sulle riprese degli animali scuoiati. Allora a noi sembrò, ricordo, un film contro la caccia e contro il razzismo. Taylor e Granger, che non erano proprio adatti ai loro ruoli e non piacevano affatto al regista, vennero imposti dalla MGM. Brooks avrebbe voluto Gregory Peck e Montgomery Clift.
Su Tv2000 alle 21, 15 occhio a un raro film diretto da Ida Lupino, “Guai con gli angeli” con Rosalind Russell, Hayley Mills, June Harding, Barbara Hunter. In mezzo a un cinema fatto da maschi per spettatori maschi, la presenza di Ida Lupino fu qualcosa di incredibile in un mondo come quello hollywoodiano. Qui siamo in un film, inoltre, interamente interpretato da attrici, una scuola per ragazze tenute da un gruppo di suore capitanate da Rosalind Russell come madre superiora. Ma ci sono anche Gypsy Rose Lee, Binnie Barnes, Camilla Sparv.
Rosalind Russell, che già non si trovava con la giovane coprotagonista, pagatissima, Hayley Mills, protestò con il produttore che Ida Lupino beveva troppo sul set e non era lucida. La sua carriera nel cinema da regista finì qui, ma lavorò ancora molto nelle serie tv. Assolutamente da non perdere. Rai5 alle 21, 15 presenta “Land”, un film diretto nel 2018 da Babak Jalali sulle difficoltà di reinserimento nelle riserve dei nativi americani che tornano dall’Afghanistan con Rod Rondeaux, Florence C.M. Klein, Wilma Pelly, James Coleman, Georgina Lightning. Venne presentato al Festival di Berlino.
Rai4 alle 21, 20 passa un film che mi era piaciuto molto, “The Secrets – Le verità nascoste” diretto da Yuval Adler con Noomi Rapace, Joel Kinnaman, Amy Seimetz, Chris Messina, Lucy Faust, dove in una delle tante anonime cittadine americane, una madre di famiglia come tante altre, la Maja di Noomi Rapace, riconosce tra i concittadini un nazista che aveva torturato lei e la sua famiglia durante l’Olocausto. Si vendicherà. Ma fino a dove potrà spingersi?
Passiamo alla seconda serata con “Totò e Marcellino” diretto dall’oscuro Antonio Musu, scritto da Pasquale Festa Campanile, Masimo Franciosa e Diego Fabbri, con Totò, ladro dal cuore d’oro, che incontra proprio il Marcellino del film spagnolo, il piccolo Pablito Calvo, in versione orfanello, Fanfulla, Jone Salinas, Memmo Carotenuto. “E’ un film di genere patetico”, scrive nel suo libro su Totò Paolo Isotta, “si ride poco”: leggo che Pablito Calvo lascò perdere il cinema, si iscrisse alla Facoltà di Ingegneria e fece l’ingegnere. E’ morto quattro anni fa.
Italia 1 alle 23, 35 passa il non così divertente “Fuga da Reuma Park” diretto da Aldo, Giovanni e Giacono e Morgan Bertacca con Morgan Bertacca con Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Salvo Ficarra, Valentino Picone. E’ il più sconclusionato dei film di Aldo Giovanni Giacomo, quasi una cornice per un best of, ma il solo che possa vantare l’intromissione nel trio di Ficarra e Picone. Andò malissimo.
Iris alle 23, 25 presenta un vecchio western di Anthony Mann, “Cimarron” con Glenn Ford, Maria Schell, Anne Baxter, Arthur O'Connell. Ricordiamo che il film, costosissimo, fu un mezzo flop. Mann venne cacciato dal set durante le ultime settimane e sostituito da Charles Walters (ahi!) e Glenn Ford, dopo questo disastro e quello di “I quattro cavalieri dell’Apocalisse” venne relegato dalla Metro ai piccoli western.
Piuttosto curioso, Rai4 alle 23, 35, il thriller “The East” diretto da Zal Batmanglij con Brit Marling, l’eroina di “The OA”, Alexander Skarsgård, Ellen Page, Toby Kebbell, Shiloh Fernandez, dove un’agente sotto copertura entra in una sorta di piccolo collettivo anarchico, chiamato freeganismo e si innamora del leader. Rai Movie alle 2 ci riporta ai tempi della guerra in Bosnia e dei suoi drammi con “Sole alto” di Dalibor Matanic con Tihana Lazovic, Goran Markovic, Nives Ivankovic, Mira Banjac, Slavko Sobin, Dado Cosic, dove assistiamo a tre storie d’amore ambientate in anni completamente diversi, ma legate al momento storico della guerra.
Su Iris alle 2, 15 arriva uno dei primi grandi peplum americani che vennero girato negli anni’50 a Roma, “Elena di Troia” diretto da da Robert Wise con l’aiuto di Raoul Walsh e con Sergio Leone aiuto italiano, con Rossana Podestà come Elena di Troia, Jacques Sernas come biondo Paride, Stanley Baker come Achille, Brigitte Bardot. Celebre l’aneddoto che racconta Leone sulla gara tra gli stuntman italiani e quelli americani.
“Ancora non sapevamo cosa fossero gli stuntmen. Da noi in Italia ce n’era solo uno, che si chiamava Er Faciolo e quando c’era un uomo una donna che cadeva, si chiamava lui. All’epoca di Elena di Troia aveva 50 anni. Venne sul set un certo maestro d’armi inglese proprio per iniziare una scuola di stuntmen, chiese quali erano quelli italiani e gli fu risposto immediatamente: Er Faciolo, e venne lui.
C’erano una decina di questi stuntmen inglesi che erano venuti a far mostra di sé, anche per far capire come si fa a cadere ai nostri giovani atleti, che erano dei ginnasti qualunque, molti presi dall’accademia di Musumeci. Naturalmente nacque subito questo antagonismo e quando venne Er Faciolo tutti i ragazzi italiani tifavano per lui. Lui andò su una specie di tubo Innocenti, ad una altezza di 10 metri e sotto c’erano quelle scatole di cartone che introdussero gli inglesi per la prima volta.
Due generiche, davanti a me gli facevano: Faciolo, faje vedé chi sei e questo prese lo slancio, doppio giro della morte, cascò sulle scatole e non si rialzò. Sto stronzo s’è rotto!, fecero le due comparse. Venne la Croce Rossa e se lo portarono via”. ”. Interessante anche il racconto di Benito Stefanelli: “E’ stato molto importante lavorare con il maestro d’armi di Elena di Troia, lui ci ha insegnato delle tecniche, ci ha portato da mezzo metro fino in cima alla torre per buttarci sui materassi, poi ci ha insegnato come si tirano le frecce, come si fanno i duelli…
Noi stavamo sulla torretta di Cinecittà ognuno con un numero. Lui da sotto diceva: Azione e tu cominciavi a duellare con lo scudo. Ci aveva insegnato come cadere portandoci dietro uno scudo, come portarsi dietro una spada, perché sui materassi appresso a te arrivavano gli altri, se tu lasciavi perdere la spada e quello che cascava dopo di te si trovava la spada, era morto! Allora lui chiamava il numero di sotto… lui ti aveva dato l’azione e come ti dovevi portare.
Poi faceva “Number Five” e tu, da come stavi, se eri il numero cinque, dovevi andare giù di spalle, di fianco, in qualunque modo e dovevi essere certo che nessuno avesse lasciato dietro si sé qualche cosa, o lo scudo o la spada, (..) Questo maestro d’armi ci insegnò molto più di Musumeci che era rimasto fermo alle spade”. Stuntmen e generici storici romani ci sono un po’ tutti sul set del film, anche Giovanni Cianfriglia (“A quindici-sedici anni ho fatto la comparsa in Elena di Troia”). Attilio Severini, ad esempio, fa l’arciere. “Durante le riprese si fece male Marianetti, campione europeo di tuffi, che mi offrii di sostituire. Da allora ho conquistato la fiducia degli stunts americani”.
Su Cine 34 alle 2, 40 passa una delle parodie più sgangherate che si siano mai girate in Italia, “Chicken Park”, diretto e interpretato da Jerry Calà, prodotto e scritto da Galliano Juso e Gino Capone con Jerry Calà, Demetra Hampton, Rossy De Palma, Lawrence Steven Meyers. Incredibili le scene dei polli giganti con effetti speciali sbagliati.
Rete 4 alle 2, 45 ci regala un’altra perla del cinema stracult italiana, “Pugni, pirati e karaté” diretto nel 1973 da Joe D'Amato con Richard Harrison, Roberto Dell'Acqua, Olga Janowski, Attilio Dottesio, Giorgio Dolfin. Più che un vero e proprio film, un rimontaggio di materiali d’acquisto con delle scenette girate apposta per dar loro un po’ di senso. Totale follia mai passata in tv. Su questo chiudo.
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