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Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera? Avete solo l’imbarazzo della scelta. Su Rai Play mi sto vedendo l’ultima stagione de “L’amica geniale” diretta da Laura Bispuri. E’ una serie molto amata da chi ha letto i libri e credo anche da chi non li abbia letti. Una serie che parla a un pubblico che non appartiene a Telemeloni, per sua fortuna. “The Guardian” l’ha salutata con cinque stelle.
Difficile non amarla, anche se tutto il tirante di questa stagione, Nino o non Nino, Nino che scopa perfino con la cameriera, Nino e Lila, è asfissiante. Ma l’amore tossico è così. Poco da fare. E poi, in questa stagione, oltre a Alba Rohrwacher, che è così brava da diventare tutte le Lenù della serie, da riassumerle tutte, alla bellissima Irene Maiorino, che coglie bene l’aria sprezzante e spavalda di Lila, oltre a Fabrizio Gifuni trombatore, dopo tutti i politici democristiani che ha interpretato… , entra una serie di attori napoletani meravigliosi.
Massimiliano Rossi, che troviamo ovunque, pure nel nuovo “Piedone” in versione comedy, nell’ottava puntata ha un momento da grande attore, subito uno di quei premi americani da non protagonista. Ma sono incredibili anche i due Solara, Marcello e M;ichele, cioè Lino Musella in versione guappo col capello nero tutto pettinato indietro, e Edoardo Pesce, il solo non napoletano insieme a Alba, che gioca sul non contenimento del mostro che ha dentro di sé e che Lila aveva riuscito a placare. Aspettiamo lunedì sera le ultime due puntate. Bravi tutti. Anche Sasà Striano che ha un ruolo piccolo e malefico.
Più o meno la stessa Napoli e gli stessi attori napoletani ritroviamo nella nuova serie dedicata a Piedone lo sbirro, gloriosa serie di culto e stracult diretta da Steno e interpretata da Bud Spencer come Piedone e da Enzo Cannavale come suo vice. In questo “Piedone: uno sbirro a Napoli”, targato Sky, prodotto dalla Titanus di Guido Lombardo, il figlio di Goffredo, diretto da Alessio Maria Federici, scritto da una cooperativa di sceneggiatori (Peppe Fiore, Laura Grimaldi, Paolo Piccirillo, Jacopo Sonnino), Piedone è interpretato con energia e grande simpatia da Salvatore Esposito, il Genny di “Gomorra”, ma ci sono anche Fabio Balsamo nel ruolo di Cannavale, Silvia D’Amico come collega romana, Massimiliano Rossi e una marea di belle facce napoletane.
VITA DA CARLO - TERZA STAGIONE - CARLO VERDONE
Vedo che astutamente la serie gioca sul culto tedesco di Bud Spencer e del personaggio di Piedone e sul nuovo corso della fiction girata a Napoli. Cinema nel cinema. Ma Salvatore Esposito funziona.
Avrete sicuramente finito su Paramount la nuova stagione di “Vita da Carlo” di e con Carlo Verdone con la partecipazione di Maccio Capatonda, Dago, Monica Guerritore, che poi è l’unica che scopa anche qui. Per Paramount è stato un successo, la serie più vista della piattaforma. Inoltre, con l’arrivo di Sanremo, l’interesse andrà avanti fino a febbraio.
ROBERTO DAGOSTINO CARLO VERDONE - VITA DA CARLO 3
Sto vedendo su Netflix, ne ho visto tre episodi, anche “The Madness”, serie americana con il giornalista nero incastrato da un potere misterioso che lo accusa di aver ucciso un suprematista bianco in una baita tra i boschi dove era andato a riposarsi non si capisci di che in totale solitudine. Il meccanismo lo conosciamo. Tutto è contro di lui, poi alla fine troverà un modo per uscirne.
La storia è niente di che, ma il protagonista, Colman Domingo, un cristone alto due metri con barba che ha già fatto una marea di film (“Zola”, “The Butler”, “If Beale Street Could Talk”, “The Color Puprple”) ora lanciatissimo grazie al carcerario “Sing Sing”, per il quale ha vinto ieri il Gotham Award e verrà – forse – candidato all’Oscar, è una bomba. Direi che la serie vada vista soprattutto per lui.
Mi sono visto anche tre puntate di una serie comedy per ottantenni (anche novantenni) della quale avevo letto un gran bene, “A Man on the Inside”, targata Netflix, scritta da Mike Schur, diretta da Rebecca Ashler e Morgan Sackett, con Ted Danson, vecchio vedovo che la figlia trova intristito e vorrebbe vedere occupato in qualsiasi cosa. Per questo accetta l’idea di diventare un insider in una RSA di lusso per scoprire un piccolo giallo, cioè il furto di una colonna di valore a una signora.
Tutto è costruito per le forze, il carattere, il modo di muoversi tra vecchi signori e vecchie signore svalvolate di Ted Danson, 74 anni, che è stato una grande star della tv in America fin dagli anni ’80 con "Cheers" e che sa perfettamente come muoversi in una situazione del genere. Ha una serie di grandi giacche che porta benissimo.
Direi che la serie ha la sua grazia, ha il vantaggio che ogni puntata dura 30 minuti e va giù con piacere, ma non mi sembra qualcosa di straordinario. Hanno appena dato il via alla seconda stagione.
Ovviamente è pieno, fino all’inverosimile, di commedie natalizie americane e italiane di ogni tipo. Da evitare accuratamente. Aspetto con impazienza, la serie thriller di Alex de la Iglesias ambientata durante l’Expo di Siviglia del 1992, intitolata appunto “Siviglia 1922”. In onda tra qualche giorno su Netflix.
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