MADURO
(askanews) - Settantacinque prigionieri politici, nessun vero leader ma favorita per le elezioni politiche del prossimo 6 dicembre: l'opposizione venezuelana, complici il malcontento crescente e la repressione governativa, vanta secondo i sondaggi da 14 a 35 punti percentuali di vantaggio nelle intenzioni di voto.
Se infatti la maggior parte del Venezuela continua a definirsi in qualche modo "chavista", le pessime condizioni economiche - il cui effetto si fa sentire sempre di più anche nella vita quotidiana - hanno fatto precipitare la popolarità del presidente Nicolas Maduro ai minimi storici (appena il 22%): in questo scenario, il Tavolo per l'Unità Democratica (Mud), l'eterogenea coalizione dell'opposizione, ha incentrato la sua campagna elettorale sul semplice concetto di "cambiamento".
IL PRESIDENTE VENEZUELANO NICOLAS MADURO DURANTE UNESERCITAZIONE MILITARE
Una tattica pagante dal momento che l'unico collante che tiene insieme la trentina di formazioni che integrano la coalizione è la volontà di sconfiggere Chavez prima e il suo successore poi: le divisioni politiche e ideologiche fra i vari partiti sono infatti profonde. Inoltre, la condanna nel settembre scorso a 14 anni di carcere del leader dell'ala più radicale dell'opposizione, Leopoldo Lopez, ha incentivato il voto creando un sentimento di unità all'interno della Mud.
Secondo gli analisti tuttavia la probabile vittoria dell'opposizione il prossimo 6 dicembre segnerà una fase politica di assai più difficile gestione rispetto alla campagna elettorale: la Mud si ritroverà con una maggioranza parlamentare eterogenea alle prese con una Presidenza ostile, una coabitazione che potrebbe mettere a nudo le divisioni interne della coalizione.
SCONTRI IN VENEZUELA PER L'ELEZIONE DI MADURO Chavez insieme al suo vice Nicola Maduro Nicolas Maduro