SALA PARTO
Sandro De Riccardis per “la Repubblica”
È morta insieme alla piccola che aveva in grembo, dopo un parto cesareo con cui i medici speravano di salvare almeno la madre. Quello di Giovanna Lazzari, 30 anni, deceduta giovedì agli Spedali Civili di Brescia, è il quinto tragico caso di morte in gravidanza in una settimana, dopo i casi di Verona, Torino, Bassano del Grappa e Foggia.
Tranne quest’ultimo, tutti si sono verificati in ospedale e per questo il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha inviato gli ispettori per verificare le responsabilità delle strutture sanitarie.
L’ultima tragedia, a Brescia, si è consumata in poche ore. Giovanna Lazzari, all’ottavo mese di gravidanza, è arrivata in pronto soccorso poco dopo le 21 di mercoledì. Con la febbre alta e disturbi gastrointestinali, è stata sottoposta a tutti gli esami senza che emergessero problemi: fino alle tre di notte, il tracciato fetale era regolare.
GIOVANNA LAZZARI
Solo giovedì mattina le sue condizioni si sarebbero aggravate, con un improvviso e rilevante stato infettivo che avrebbe convinto i medici a procedere col parto cesareo. «Il feto era già morto — spiega il direttore di Ostetricia e ginecologia — . Abbiamo proceduto con il cesareo per salvare la vita alla donna».
Per Ezio Belleri, direttore generale dell’ospedale, «la paziente è stata gestita nel miglior modo possibile. I medici hanno fatto tutto quello che poteva essere fatto». Secondo l’autopsia, sarebbe stato il distacco totale della placenta a provocare l’emorragia e causare la morte. Ora saranno le indagini della procura a cercare di far luce sul decesso. Ieri è stata sequestrata la cartella clinica della giovane, che sarà comparata con le risultanze dell’autopsia.
Giovanna Lazzari lascia il marito e due figli di quattro anni e un anno e mezzo. «La cosa più bella è essere mamma», aveva scritto su Facebook, dove sono tante le immagini di lei incinta. «In poche ore ho perso una bimba e una madre speciali », ha detto in lacrime il marito della giovane, Roberto Coppini, davanti alle telecamere. L’uomo vuole ora che si faccia chiarezza.
ANGELA NESTA MORTA IN SALA PARTO
«C’è un messaggio in cui mia moglie parlava di poca attenzione nei suoi confronti, e questo porta in me tanta rabbia. Dovremo per forza cercare di capire cos’è successo ».
E chiarezza dovrà essere fatta anche sugli altri quattro decessi di questi giorni. A Natale, è morta in ospedale a San Bonifacio, provincia di Verona, Anna Massignan, 34 anni, durante un cesareo d’urgenza, che non è bastato a salvare nemmeno il bambino.
Il giorno dopo, un’altra tragedia al Sant’Anna di Torino, dove un arresto cardiocircolatorio è stato fatale per Angela Nesta, 39 anni, e la sua bimba. Provocato, secondo l’ospedale, da una «complicanza rarissima e imprevedibile».
Il terzo caso a Bassano del Grappa, il 29 dicembre, quando Marta Lazzarin, blogger di 35 anni, è morta dopo essere arrivata al pronto soccorso con febbre alta e dolori addominali. Il sacco amniotico si era perforato, e il feto era morto probabilmente da un paio di giorni. Sempre il 29, una 23enne incinta di nove mesi è morta, questa volta in casa a Foggia, per cause da accertare. In ospedale, i medici sono riusciti a salvare la bimba con un cesareo post mortem.
parto in casa