Paolo Russo per “la Stampa”
Infezioni killer contratte fuori dall' ospedale, prima di entrare in sala parto. Gli ispettori della task force, inviata dal Ministro Lorenzin per far luce sulle quattro donne morte con i loro bimbi in grembo, stanno ancora lavorando alle relazione che dovrebbe essere consegnata già oggi nelle mani della responsabile della salute.
ANGELA NESTA COL MARITO FRANCESCO
Ma dalle prime indiscrezioni i rapporti sembrano scagionare i quattro nosocomi coinvolti: quello di San Bonifacio a Verona, dove è deceduta in sala parto Anna Massignan incinta all' ottavo mese; l' ospedale di Bassano del Grappa, dove non ce l' ha fatta Marta Lazzarin, che era arrivata alla ventisettesima settimana di gestazione; quello di Brescia, dove è deceduta Giovanna Lazzari.
Per questi tre casi le morti non sarebbero avvenute per errori in sala parto ma a causa di gravi infezioni batteriche contratte prima di entrare in ospedale, per quello che da lieto evento si è trasformato in tragedia. Nel quarto caso, quello del Sant' Anna di Torino, gli ispettori avrebbero già scagionato la struttura, almeno per quanto riguarda la fase di ricovero.
ANGELA NESTA MORTA IN SALA PARTO
Le cause del decesso restano oscure ma i problemi potrebbero essere insorti al seguito del forte sovrappeso accumulato durante la gestazione da Angela Nesta, deceduta nella notte tra il 26 e il 27 insieme alla sua piccola Elisa .
Indagine difficile
Negli gli altri casi è ancora presto per parlare di «assoluzione». Anche perché se pure non ci fossero responsabilità nella fase del ricovero qualcosa non sembra essere andata proprio per il verso giusto prima, quando si è trattato di controllare che la gravidanza procedesse bene.
Giovanna Lazzari, già madre di due figli, aveva 30 anni
Ancora tutte fa verificare le cause delle altre tre morti in sala parto tra il 29 dicembre e il 4 gennaio, quando in successione hanno perso la vita una ragazza di 23 anni che a Foggia aveva scelto di partorire in casa, il bimbo di una ragazza di 27 anni deceduto proprio la notte di Natale durante il travaglio al Policlinico di Modena e l' altro bimbo di una ventiduenne mai venuto alla luce a Sanremo.
GIOVANNA LAZZARI
I familiari hanno in tutti e tre i casi denunciato i sanitari e la magistratura sta indagando.
«Stiamo investigando anche su tutta la fase precedente all' arrivo in ospedale.
Probabilmente li c' è necessità di un rafforzamento di quello che è il monitoraggio e la sorveglianza della gravidanze che possono essere a rischio sul territorio», ha ammesso Beatrice Lorenzin, che ha seguito passo dopo passo le ispezioni, non senza partecipazione emotiva dopo aver partorito appena sei mesi fa i suoi due gemelli.
Relazioni finali
Anche se le relazioni finali derubricheranno probabilmente le tragiche morti in sala parto di Natale dalla lista nera dei casi di malasanità, al Ministero della salute già si pensa a come alzare il livello di sicurezza percorrendo a ritroso la filiera dell' assistenza.
beatrice lorenzin
Ad esempio mettendo a punto procedure specifiche per le donne che si apprestano ad affrontare il parto indotto, soprattutto se presentano qualche problema di salute. E poi, come evidenziano i quattro casi, serve più raccordo tra ospedale e consultorio, che significa mettere a punto percorsi terapeutici e diagnostici comuni o almeno condivisi, con un' attenzione particolare alle donne in sovrappeso.
Con l' obiettivo, dichiarato dalla stessa Lorenzin, di arrivare a mortalità zero in sala parto. Almeno riguardo quelle «evitabili. Perché di fronte all' imponderabile anche la medicina deve alzare la braccia.