Valerio Piccioni per “la Gazzetta dello Sport”
YELENA LESHMANOVA
Lui ha 32 anni, lei 28, hanno un bambino di 8 mesi. È partita da questa piccola famiglia la storia che è diventata il più grande scandalo dell'atletica. Alcune mail di Juliya Stepanova e di suo marito Vitaly hanno dato il via al lavoro di Hajo Seppelt, il giornalista tedesco che ha realizzato l'ormai famosissimo documentario Doping confidenziale: come la Russia fabbrica i suoi vincitori trasmesso a puntate in questi giorni dalla Ard.
Questa mattina l'eco delle rivelazioni ha costretto Valentin Balakhnichev, uno degli accusati, presidente della federatletica russa, a dimettersi dal ruolo di tesoriere della Iaaf. Dopo le reazioni a base di "tutte bugie" e "servizio provocatorio", le cose cambiano.
LE TESTIMONIANZE — La Stepanova, ottocentista da 1'58"14, ha raccontato il meccanismo che regola la vita degli sportivi russi di alto livello. Suo marito Vitaly, un dirigente della Rusada, l'agenzia antidoping russa, ha aggiunto la sua testimonianza. È quel "devi doparti" con cui il sistema tratta i suoi talenti.
LILIYA SHOUBUKHOVA
Nel documentario si evidenzia la compromissione di alcuni tecnici con il doping anche con l'aiuto di telecamere nascoste. E proprio attraverso una telecamera nascosta arriva nel programma la testimonianza della campionessa olimpica Maria Savinova, che racconta l'assunzione di un prodotto proibito.
Ma nel documentario ci sono anche altri casi inquietanti, come la vicenda di Liliya Shobukhova, la maratoneta tre volte vincitrice di Chicago e una volta di Londra, la cui sospensione per i valori anomali del passaporto biologico sarebbe stata "congelata" in cambio di un pagamento di 450.000 euro alla Federatletica russa. È' una delle accuse che punta dritto a Balakhnichev. La Shobukhova avrebbe gareggiato ai Giochi di Londra nonostante la Iaaf fosse a conoscenza dei suoi valori sballati.
IN FUGA — Ora la Stepanova e la Shoubenkova risultano sospese fino al gennaio 2015 e
MALYA RYEMYEN UCRAINA
l'accusa con cui il sistema russo si difende è quella di rivelazioni costruite ad arte per spargere fango su tutti, anche gli atleti puliti. Ma è una replica troppo facile. Peraltro la famiglia Stepanova ha lasciato la Russia proprio per evitare qualsiasi tipo di ritorsioni, ricevendo i complimenti della Wada per il coraggio dimostrato nella denuncia. Wada che nelle ultime ore, attraverso il suo presidente Craug Reedie, ha ancora una volta promesso un'inchiesta a largo raggio per scoprire tutta la verità.
LASCIA IL FIGLIO DI DIACK — E sempre in tema di dimissioni, oggi ha annunciato un passo indietro anche il figlio del presidente della Iaaf, Lamine Diack, consulente marketing della federatletica internazionale. Anche Papa Massata Diack come il Balakhnichev, secondo l'inchiesta della Ard erano implicati nella copertura dei test risultati positivi, in Russia.
LILIYA SHOBUKHOVA
150 O 225? Telegraph rilancia — Intanto il Telegraph rilancia e rivela una situazione ben più pesante nella Iaaf rispetto a quella presentata dalla Ard: secondo quanto riportato dal Telegraph, infatti l'elenco di atleti sospetti presentato dalla Ard sarebbe ancora più lungo dei 150: al punto da contenere 225 nomi di atleti dai valori ematici anomali nei confronti dei quali non ci sarebbe stata alcuna indagine.
Fra questi 58 russi, 25 keniani, 12 spagnoli, 11 ungheresi, 11 romeni, 10 marocchini, 10 etiopi, 5 francesi e 3 britannici. Della lista farebbero parte anche tre campioni olimpici a Londra 2012 e un numero in doppia cifra di medagliati ad altre edizioni dei Giochi. In tutto un centinaio di ori in altre competizioni e circa 30 atleti che in seguito sono stati squalificati o sono comunque risultati positivi ai controlli antidoping.