CRISTIANO RONALDO MANCHESTER UNITED
1 - BIANCONERI CON I CONTI IN ROSSO – LA JUVE, DOPO IL MENO 114 MILIONI DELLA PRIMA PARTE DELLA STAGIONE, RISCHIA UN MAXI BUCO NEL BILANCIO - LA MANCATA QUALIFICAZIONE AI QUARTI DI CHAMPIONS COMPORTA LA RINUNCIA A 10,5 MILIONI DI BONUS UEFA E A POTENZIALI PREMI DA 40-50 MILIONI, CR7 PESA SUL BILANCIO 87 MILIONI A STAGIONE - RESTANO LE PLUSVALENZE PER EVITARE IL TRACOLLO. BASTERANNO? EXOR, LA CASSAFORTE DELLA FAMIGLIA AGNELLI, ANDRÀ AL RILANCIO? E QUANTO PESERA’ LA GUERRA TRA JAKI ELKANN E AGNELLINO? - DAGOSPIA DELL 11 MARZO 2021
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SI LASCIANO, MA NON SI ERANO MAI TROVATI
Benedetto Saccà per “il Messaggero”
TWEET SU ADDIO CRISTIANO RONALDO ALLA JUVENTUS
Suo era il regno, sua la potenza e speravano a Torino la gloria nei secoli. E invece. Cristiano Ronaldo aveva tutto e ogni cosa. I tifosi, i dirigenti, mezza città e i compagni guardavano adoranti e anelanti all'uomo atterrato, quasi di soppiatto, all'aeroporto di Caselle durante la finale mondiale del 2018, credendo di aver finalmente accolto un desiderio divenuto vita vera, un sogno convertito in realtà.
Avevano pieni gli occhi e le menti, gli juventini per non parlare delle farfalle nello stomaco. Pensavano che Ronaldo potesse strappar via la Juventus da quel destino accanito in Europa piegare la tradizione, renderla una fiaba e colorarla di bianco e nero. «Se non con lui, quando?». Chissà. Ma come canta Guccini ogni storia ha la stessa illusione, sua conclusione; e il peccato fu creder speciale una storia normale.
AGNELLI CRISTIANO RONALDO JUVENTUS BENEVENTO
Già, proprio così: il peccato fu creder speciale una storia normale. Come al solito, la fine pone in luce quel che il troppo amore impediva di guardare netto all'inizio. Succede sempre così quasi sempre. E adesso Ronaldo, con una certa coerenza, accentua il tratto del proprio camminare bianconero e manifesta tutta la sua lontananza.
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A rifletterci freddamente, sempre è apparso lontano, eppure nessuno a Torino voleva confessarselo magari per paura, per amore, per le tonnellate di soldi che dondolavano dietro, e davanti, e sopra, e sotto quel campione.
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In uno scenario ormai scandalosamente bilioso e allagato da litri di rabbie e tensioni (e banconote), Ronaldo lascia la Juve e forse non è neppure un tradimento perché per tradire bisogna essere in una coppia. Ed ecco, allora: Ronaldo torna in proprio e riannoda i fili dell'azienda ambulante che è, perché negli ultimi tre anni è stato molto più un dipendente della «Cristiano Ronaldo S.p.A.» piuttosto che della Juventus Football Club.
cristiano ronaldo e andrea agnelli
Certo, d'accordo, è vero: ha segnato tanto, ha vinto due scudetti, due supercoppe e una Coppa Italia, però in Champions e non soltanto ha lasciato in ricordo una scia di briciole di ridicolo, isterismi di varia natura, istrionismi approssimativamente inutili tipo gli approcci al lockdown (nella migliore delle ipotesi) personalizzati.
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Nella sua bolla ha danzato e cantato. Ha imparato forse sette parole in italiano, ma non ha mai perso l'occasione di criticare a gesti, pensieri, parole e opere i compagni e gli allenatori. Ma, del resto, lui non dorme: riposa. Non mangia: si nutre. Non dà confidenza: educa. Non incontra gli allenatori: li riceve (vero Sarri, no?). Non prende appuntamenti: li concede. E il suo rispetto non si pretende: si merita.
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Troppo imbevuta di solenne epopea, la Juventus di Casa Agnelli, per tollerare tutto questo inelegante personalismo. Inammissibile. Troppo smisurato l'ego (e l'eccesso di confidenza) di Ronaldo per nuotare in acque simili. Si lasciano. «Eravamo incompatibili», si chiosa ogni volta. Epperò, nell'aria, a galleggiare rimane un profumo aspro: è la fine, o il fallimento.
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