LA NUOVA STRATEGIA (CHOC) DELLA DIFESA: PUNTA ALL’OMICIDIO PRETERINTENZIONALE
Estratto dell’articolo di Valeria Di Corrado per “Il Messaggero”
filippo turetta
Consci del fatto che sarà difficile far riconoscere un vizio di mente per Filippo Turetta legato alla depressione e, quindi, una sua parziale capacità di intendere e di volere, i legali del 22enne - accusato di aver ucciso la sua ex fidanzata Giulia Cecchettin - puntano a sostenere una tesi alquanto funambolesca: ossia che si sia trattato di un omicidio preterintenzionale.
Un reato punito con la reclusione da 10 a 18 anni, quindi con pene significativamente inferiori all'omicidio volontario contestato dalla Procura di Venezia, che - in presenza delle aggravanti - può portare alla condanna all'ergastolo.
filippo turetta giulia cecchettin
Tra le 25-30 coltellate inferte da Turetta, è stata quella sferrata all'arteria basilare nella parte posteriore del collo ad uccidere Giulia. La ragazza, in sostanza, secondo quanto emerso dall'esame autoptico, è morta nel giro di pochi minuti per lo shock emorragico determinato da quel fendente. Gli inquirenti stanno cercando di stabilire in quale momento il giovane l'abbia inferto.
Lui pare abbia detto di aver sferrato la coltellata - risultata mortale - mentre inseguiva la sua coetanea che scappava. Le telecamere della zona industriale di Fossò hanno ripreso questo inseguimento: sono le 23.40 di sabato 11 novembre.
Gli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera potrebbero provare a giocare la carta dell'omicidio preterintenzionale, tentando di sostenere che Turetta volesse solamente bloccare la vittima e che le conseguenze mortali del fendente, inferto mentre lei era di spalle, siano andate oltre le sue intenzioni.
la macchina di filippo turetta
Nette, tuttavia, a riguardo sono le parole del gip: la «volontà» dell'omicidio è «palese» per le «modalità dell'aggressione» che avviene a «più riprese». L'azione omicidiaria, infatti, era iniziata già 25 minuti prima, nel parcheggio di Vigonovo, durante la violenta discussione a cui aveva assistito un vicino di casa della ragazza. […]
Per sfuggire all'eventuale contestazione dell'aggravante della premeditazione, Turetta ha precisato che la sua aggressione è stata dettata da un impulso del momento: «Mi è scattato qualcosa, ho perso del tutto la testa».
giulia cecchettin
Va a suo favore il fatto che non sono state riscontrate tracce evidenti, né sulla bocca né sulle mani, dello scotch che aveva acquistato on line prima dell'omicidio, e del quale fu trovata una traccia, assieme a capelli, sull'asfalto di Fossò. L'arma del delitto è il coltello di 12 centimetri trovato nell'auto del ragazzo (e non quello di 21 centimetri, spezzato, rinvenuto nel parcheggio di Vigonovo).
Lui sostiene che non lo aveva con sé perché aveva pensato di «far del male» all'ex fidanzata. Ma, al di là della premeditazione, se venisse riconosciuta anche solo l'aggravante dei motivi abietti, già scatterebbe l'ergastolo.
GIULIA, I VERBALI DI TURETTA: «LA VOLEVO SOLO PER ME HO FATTO UNA COSA ORRENDA»
Estratto dell’articolo di Michele Fullin per “Il Messaggero”
LA RICOSTRUZIONE DELL OMICIDIO DI GIULIA CECCHETTIN
[…]Durante l'interrogatorio, Filippo Turetta ha dato prova di collaborare con gli inquirenti per la ricerca della verità investigativa e, in futuro, processuale. Ha ammesso di aver compiuto un gesto «terribile», dicendosi pronto a «pagare e scontare la pena per le mie responsabilità». Ha anche ribadito la sua ossessione per la fine del rapporto con Giulia (testimoniata anche dal messaggio audio da lei inviato alle amiche) e la non accettazione del fatto che i due non fossero più una coppia: «L'amavo, la volevo per me, non accettavo che fosse finita».
giulia cecchettin e la sorella elena
Questo il senso delle parole che avrebbe riferito al pm. Più volte Turetta avrebbe pronunciato l'aggettivo «mia» per rafforzare questa convinzione. Proprio sull'impeto e sulla situazione convulsa potrebbe basarsi la strategia della difesa di Turetta, sostenuta dagli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, per confutare l'ipotesi di omicidio volontario aggravato (oltre al sequestro di persona e all'occultamento di cadavere) e farlo derubricare in preterintenzionale, cioè che Turetta non avrebbe voluto causare la morte della sua ex.
elena cecchettin la sorella di giulia 3
La Procura, intanto, riordina le carte e attende i referti (e forse un nuovo interrogatorio) per capire se possa essere contestata anche la premeditazione. Nel frattempo è stato rilasciato il nulla osta per i funerali, che saranno celebrati martedì a Padova mentre la sorella, Elena Cecchettin, le ha reso omaggio tatuandosi su un braccio un disegno della 22enne, un orsetto.
Lo scatto è apparso in una storia pubblicata dalla giovane su Instagram e accompagnata dal testo della canzone "Little Talks", del complesso Of Monsters And Men: «Te ne sei andata via. Ti ho visto scomparire. Tutto ciò che resta è un tuo fantasma. Ora siamo divise, dilaniate, non c'è niente che possiamo fare».