APPENDINO PAOLO GIORDANA
Massimo Gramellini per il Corriere della Sera
L' ordinanza con cui Chiara Appendino ha vietato la vendita di alcolici da asporto dalle otto di sera alle sei del mattino è una decisione sorprendente. Intanto perché è una decisione. Proprio mentre la politica nazionale, con il suicidio assistito della legge elettorale, ribadiva la sua impotenza. E poi perché fa il contropelo a tanti giovani (suoi coetanei) che hanno votato Cinquestelle.
PIAZZA SAN CARLO
La movida che invade il centro storico di Torino e di altre città nelle notti del fine settimana ha perso da tempo la connotazione di festa di popolo per scadere a vomitificio a cielo aperto, dove la cupezza prevale sull' allegria e il rumore su tutto il resto, per la dannazione di chi ha la sventura di abitare nei paraggi.
A difendere la libertà di ubriacarsi per strada e di fare pipì contro i portoni sono rimasti i gestori degli abbeveratoi notturni, spuntati come funghi e con tale impeto da non sentire sempre la necessità di mettersi in regola con il fisco.
MASSIMO GRAMELLINI
Può darsi che a spingere la sindaca grillina verso una scelta che le inimicherà parte del vecchio elettorato (ma che potrebbe procurargliene di nuovo, non solo a destra) sia stato lo choc per gli esiti del bivacco etilico di piazza San Carlo durante la finale di Champions. E qualcuno ci spiegherà che i proibizionismi occultano i problemi, ma non li risolvono. Però, e per la prima volta, l' amministrazione Cinquestelle di una grande città ha compiuto una scelta di campo netta in una materia assai sentita dalla popolazione. Ha fatto politica. Comunque la si pensi sulla movida e su Grillo è una notizia.
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