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    DOPO I SEGGIOLINI, TOCCA CAMBIA' LE TV (O I DECODER) - IL GOVERNO PER INCASSARE MILIARDI DALLE ASTE DEL 5G HA VENDUTO LE FREQUENZE DEL DIGITALE TERRESTRE, E DAL 2022 SI PASSERÀ ALLO STANDARD DVBT2: SU QUASI TUTTE LE TV COMPRATE PRIMA DEL 2016 NON SI VEDRÀ PIÙ LA TV IN CHIARO E BISOGNERÀ COMPRARE NUOVI DECODER. DA DICEMBRE INCENTIVI FINO A 50 EURO PER I MENO ABBIENTI - CHI HA DECODER MYSKY DEGLI ULTIMI ANNI O SKY Q INVECE PUÒ STARE TRANQUILLO


     
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    1. DECODER E SMART TV: A DICEMBRE VIA AL BONUS PER L'ACQUISTO

    Da www.ilsole24ore.com

     

    Al via da dicembre i nuovi contributi per l'acquisto di decoder e Smart TV in grado di supportare la tecnologia DVBT2 (passo avanti rispetto alla DVBT1 attuale). A breve, assicurano dal ministero dello Sviluppo economico, verrà infatti pubblicato il decreto interministeriale Mise-Mef che ne consentirà l'erogazione.

     

    L'obiettivo del ministero è di «incrementare gli attuali 151 milioni di euro» stanziati con la legge di bilancio 2019 richiedendo un nuovo finanziamento della misura per allargare la platea dei beneficiari. In base ai finanziamenti già previsti, il voucher ammonta a 50 euro.

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    L'accelerazione sul bonus per l'acquisto di decoder e Tv di ultima generazione non è casuale, ma è legata alla necessità di tenere il passo con l'evoluzione del sistema televisivo. La legge di bilancio del 2019 ha infatti stabilito che il "vecchio" digitale terrestre andrà ufficialmente in pensione il primo luglio 2022, aprendo la strada alla nuova tecnologia digitale DVB-T2. Un passaggio, questo, obbligato, per il trasferimento delle frequenze per il servizio di telefonia mobile 5G.

     

    In particolare, l'ultima manovra ha previsto, dal 2019 al 2022, un contributo di 100 milioni di euro per le famiglie che dovranno cambiare il televisore o adeguarlo con apposito decoder e che rientrano nella categoria di utenti (2 milioni) già esonerati dal pagamento del canone. Per questa fascia di reddito il contributo unitario sarà di 50 euro.

     

    La transizione del sistema radiotelevisivo verso la nuova tecnologia DVB-T2 sarà accompagnata da una serie di iniziative, su cui ha fatto il punto il tavolo Tv 4.0 che il 7 novembre ha visto riuniti al Mise i rappresentanti delle autorità competenti in materia, gli operatori e le associazioni di categoria.

     

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    2. DVB-T2, LA NUOVA ERA DEL DIGITALE TERRESTRE: COME CAPIRE SE LA TUA TV È IN REGOLA

    Biagio Simonetta per ''Il Sole 24 Ore'' (luglio 2017)

     

    L’hanno già ribattezzata la rivoluzione dei televisori. E in effetti trasmette abbastanza ansia a chi un televisore deve acquistarlo adesso, o lo ha acquistato da poco. Nel 2020, come anticipato dal Sole 24 Ore, si entrerà nella seconda era del digitale terrestre con il passaggio a nuove frequenze televisive. Un cambiamento che impone nuove tecnologie di decodifica. Lo standard di trasmissione fino ad ora utilizzato è il DVB-T, mentre il nuovo formato alle porte sarà una sua estensione, ovvero il DVB-T2. Questa nuova tecnologia, secondo le direttive della Commissione europea, dovrà essere adottata - dopo una fase di transizione - entro il 2022.

     

    Chi dovrà cambiare tv?

    DVB T2 DVB T2

    Come possiamo capire se il nostro televisore è idoneo e pronto a questo cambiamento? Innanzi tutto è meglio sgombrare il campo dai fantasmi dei televisori che non funzioneranno più. Quando lo switch-off sarà realtà, se la nostra TV non dovesse essere compatibile con i nuovi standard, basterà acquistare un decoder. Un po' come è accaduto qualche anno fa con il passaggio dall'analogico al digitale. Se abbiamo acquistato un televisore nell’ultimo anno e mezzo è probabile che la tecnologia presente sia già quella valida per il nuovo sistema. Al contrario, se il televisore è stato acquistato prima del 1° luglio 2016 (data a partire dalla quale tutti i televisori venduti dai produttori ai negozianti devono avere un sintonizzatore per ricevere programmi in tecnologia DVB-T2, con tutte le relative codifiche approvate dall'Unione internazionale delle telecomunicazioni) è molto probabile che da luglio 2022 non funzioni proprio più, se non con un decoder a parte.

     

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    Per chi, invece, deve o vuole comprare un tv, magari per Natale, i problemi non dovrebbero sussistere, visto che il 1° gennaio 2017 è scattato l'obbligo, per i negozianti, di vendere ai consumatori televisori già DVB-T2 o quantomeno abbinati a un decoder compatibile. È comunque bene stare attenti e non lasciarsi trasportare da offerte e prezzi vantaggiosi, in particolare online, perché esiste il rischio che vengano proposti tv con standard DVB-T. Occhio alle specifiche tecniche, quindi: bisogna accertarsi che il televisore supporti lo standard DVB-T2 e il più recente codec H265/HEVC. Sulla velocità del cambio ieri è interventuo il Mise, con una nota che spiega come soltanto nel 2022, quando saranno interessate tutte le emittenti nazionali, bisognerà avere televisori in tecnologia Dvd-T2 e standard HEVC (questo è assente a oggi su 9 tv su 10, mentre il DVB-T2 è già presente nel 60% dei casi).

     

    Cosa cambierà con il DVB-T2

    Il passaggio allo standard DVB-T2 libera le frequenze mobili della banda 700, ovvero quelle comprese tra i 694 e i 790 MHz. Un passaggio che assegna queste frequenze alle telecomunicazioni mobili 4G e 5G. I benefici, in questo senso, sembrano importanti: le frequenze sulla banda 700 arrivano meglio all'interno degli immobili e superano gli ostacoli con più facilità rispetto a quelle con lunghezza d'onda più corte, garantendo una migliore copertura per smartphone e tablet. La nuova versione del digitale terrestre, invece, consentirà un aumento della qualità visiva e sonora, oltre a più contenuti in alta e altissima definizione.

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    C'è da sottolineare che nel nostro Paese il passaggio al nuovo standard comprenderà, come detto, anche l'adozione del codec HEVC (High Efficiency Video Coding), che supporta l'ultra definizione delle immagini (fino a 8192×4320 pixel). Rai e Mediaset, però, hanno confermato che non effettueranno il passaggio dei loro canali principali fino al giorno in verrà confermato in sede legislativa lo switch-off definitivo.

     

    Un mercato asfittico

    Questo passaggio potrebbe contribuire a rivitalizzare un mercato piuttosto asfittico, nonostante l’introduzione di novità tecnologiche come gli schermi oled. Nel primo semestre 2017 si è registrato quasi il 10 per cento in meno di apparecchi televisivi venduti. In Francia si è toccato un clamoroso -46 per cento registrato da GfK. La tendenza al calo è stata costante, con un -12,2 per cento nel 2015, e una ripresina l’anno successivo (+3,7 per cento), grazie agli Europei di calcio.

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