Lettera di Maria Giovanna Maglie a Dagospia:
Caro Dago,
l articolo di pietro colaprico su liliana segre
Sabato 26 ottobre, su Repubblica, a firma di Pietro Colaprico è uscito un articolo in cui si cita diffusamente un rapporto dell’Osservatorio antisemita e si sostiene che la senatrice a vita Liliana Segre riceva 200 insulti al giorno. Il rapporto esce due giorni dopo, dice una cosa diversa; i dati si riferiscono al 2018, non al 2019. Gli episodi di antisemitismo sono 197 all’anno, non 200 al giorno. Nel frattempo su questi dati fasulli hanno montato un inferno, nel frattempo fanno finta di niente anche oggi che grazie a Dagospia l'imbroglio è stato diffuso.
Peggio, alzano il tiro verso il Colle.
Ma sì, sfruttiamola ancora un po', candidiamo la senatrice a vita Liliana Segre, che avrà per allora compiuto gloriosi 92 anni, al Quirinale. È un politico? No, ma ha un'alta visione delle cose della vita, per dirla con Lucia Annunziata e con Nicola Zingaretti da New York, e tanto per allora nei progetti di certi che invece la politica ahinoi la fanno, l'Italia sarà ridotta in modo tale che più che un simulacro, più che un'icona, a occupare la presidenza della Repubblica potrebbe non servire. Figurati la riforma del presidenzialismo, figurati una repubblica presidenziale.
La cosa incredibile è che non abbiano capito che non gli crede più nessuno o quasi, che gli italiani vogliono lavoro e sicurezza, e che se continui a rispondere a esigenze sacrosante levando alti e soliti lai di "fascisti razzisti antisemiti", non solo perdi voti e consensi e vai a scatafascio, ma semini l'odio che dici di voler combattere.
episodi antisemitismo 2018 osservatorio
Dici, perché siccome nel caso degli attacchi a Liliana Segre menti e costruisci bufale, l'odio lo vuoi diffondere come in una orribile pandemia, e meno male che gli italiani sono refrattari a questo morbo. Si sfogano sui social perché rabbia ce n'è tanta e finisce lì.
Il bello è che ci cascano tutti o quasi, in un riflesso di conformismo che colpisce anche i più coraggiosi, perché non c'è niente da fare, e l'Italia, bellezza, è l'Italia antifascista, è l'Italia dell'Anpi eterna, è l'Italia della Resistenza molto più forte negli anni di pace che in quelli di guerra, e guai a chi sì prova a scrivere la storia per come avvenne, per chi voglia affermare che la Shoah è una tragedia troppo grande e innominabile per immiserirla e strumentalizzarla ogni giorno, per farne pantomima, da "La vita è bella" in avanti.
Guai a chi sostenga che non la puoi celebrare dolente per poi accompagnarla impunemente con i fischi alla Brigata ebraica ogni 25 aprile, non puoi ostentarla ma poi indossare lo straccio e sventolare la bandiera palestinese, non puoi fingere che sia un faro mentre si isola, si insulta, si boicotta Israele. Non dovresti fare ministro della Pubblica Istruzione uno che fu attivo nel boicottaggio dei prodotti made in Israele e nemmeno impunemente proporre per un programma in RAI "perché interessa ai giovani e parla alle periferie" tale Chef Rubio che ogni giorno sui social commette reato di antisemitismo e di istigazione all'odio e all'azione violenta contro Israele.
Dovrebbe esserci un minimo di coerenza nel ricordare che nello Stato di Israele ci abitano gli ebrei, dovrebbero rivendicarla gli eredi dei protagonisti e i testimoni ancora vivi del misfatto che fu commesso dall'uomo. Troppo spesso non lo fanno.
liliana segre con la scorta 2
Ti voglio ringraziare proprio per questo, caro Dago, per aver avuto il coraggio di informazione sulla Grande Bufala degli insulti a Liliana Segre. La bufala in questo caso non solo offende gli italiani accusati di antisemitismo senza né una ragione né un numero, anzi inventandoli i numeri, danneggia e offende la protagonista che si è trovata al centro di un'attenzione non richiesta, che ha rischiato e rischia di diventare un obiettivo di pochi odiatori, ora sguinzagliati dal clamore mediatico.
La verità? Quella scritta dall'Osservatorio Antisemita e correttamente riportata da Nicolò Zuliani per www.termometropolitico.it , che senza la diffusione che garantisce Dagospia avrebbe forse avuto meno visibilità. Se è per questo, anche ora fanno finta di niente, ma forse non gli riesce.
il premiolino 2016 piero colaprico (vice presidente giuria)
La verità? Liliana Segre non riceveva 200 insulti al giorno, gli attacchi monitorati erano 197 in un anno e rivolti ad ebrei visibili e conosciuti come Gad Lerner, Enrico Mentana, David Parenzo, Emanuele Fiano. Un numero certamente riprovevole in ogni caso ma veramente basso rispetto agli episodi denunciati dagli Osservatori delle altre nazioni europee, quali Francia, Germania, Inghilterra.
Poi è arrivato un articolo di Repubblica il cui autore, Pietro Colaprico, ora dichiara di essersi ispirato ai commenti sotto a un singolo tweet di un anno fa. Non ha cifre ufficiali, non ha dati elaborati, non una inchiesta autonoma, eppure i numeri vengono moltiplicati per 365 quanti sono i giorni dell'anno, sono seguiti altri indignati editoriali del direttore, Carlo Verdelli, le prese di posizione dell'Annunziata su Huffington Post, le intemerate di Michele Serra, le manifestazioni, le cittadinanze onorarie, tutte del genere che segue:
"Una signora milanese di 89 anni, deportata nei lager come milioni di ebrei d'Europa e scampata, insieme a pochi, allo sterminio, deve girare scortata da due carabinieri perché subissata di insulti e minacce online. Succede in Italia il sette di novembre dell'anno 2019. La notizia non consente di drammatizzare né di minimizzare. Ha una sua definitiva e terrificante eloquenza. È la conferma "ufficiale" che settantacinque anni dopo i campi di sterminio….".
carlo verdelli foto di bacco
Settantacinque anni dopo i campi di sterminio che cosa?
Indignate reazioni obbligate del mondo politico, dal premier Conte alla presidente del Senato Casellati, ultimo dopo la decisione della scorta a Liliana Segre è intervenuto anche il presidente Mattarella, forse il più prudente e accorto di tutti.
Nel frattempo guai a chi tentava distinguo, guai a chi si provava a cercare sui social le minacce, e giu' accuse di istigare odio rivolte naturalmente a Matteo Salvini, l'uomo nero da battere, uno che invece le minacce di morte quotidiane anche a mezzo proiettile o immagini che lo ritraggono decapitato o impiccato a testa in giù, se le deve tenere e tacere.
lucia annunziata foto di bacco
Il tutto è stato condito dalla costituzione di una super commissione contro l'antisemitismo, come se non bastassero, e guai se così non fosse, il nostro codice le nostre leggi i nostri tribunali, che in realtà nasconde malamente ma proprio malamente l'intenzione di una censura sulla libertà di espressione, che con l'antisemitismo e la Shoah non c'entra proprio niente, e' invece un codice Boldrini o un codice Scalfarotto che intende controllare, attraverso un organismo politico, la valutazione di ciò che viene considerato odio o viene considerato il nazionalismo o viene considerato razzismo.
Volete un esempio? Leggetevi il manifesto "Milano e Torino insieme contro il razzismo", che Il sindaco Sala e la sua collega di Torino, Chiara Appendino, hanno firmato al Palazzo Civico di Torino. Lo chiamano il "Manifesto della comunicazione non ostile", assieme a Rosy Russo, ideatrice e fondatrice di Parole O_Stili. E lo hanno dedicato a Liliana Segre. Il documento prevede la condivisione di 10 principi e "l'impegno a osservarli, promuoverli e diffonderli con l'obiettivo di contrastare l'odio in rete e sostenere un uso consapevole del linguaggio, sia da parte degli utenti, sia da parte di chi ricopre cariche politiche o istituzionali".Brrr.
Tradotto? È un vero e proprio bavaglio.
matteo salvini giorgia meloni 2
Nel frattempo, quasi naturalmente, quegli orribili insulti, pochi, nascosti, sono stati amplificati, enfatizzati, portati quasi ad esempio, e quindi si sono moltiplicati.
Ma lo strumento di odio lo ha diffuso per primo la Repubblica. Un esempio per tutti.
Dall'articolo del 25 ottobre:
"Sulla stessa lunghezza d'onda Marco Gervasoni. È un docente di Storia contemporanea all'università degli studi del Molise e dopo l'intervento della senatrice a vita a sostegno del Governo Conte, si legge nel report dell'osservatorio antisionismo, «ha twittato una serie di malevoli post cui sono seguiti decine di insulti contro Liliana Segre. Qualche esempio: ebrea di professione, stronza, vecchia rincoglionita, sionista pensa ai palestinesi, senatrice senza meriti che lucra sull'Olocausto, vecchia ignorante e in malafede, personaggio squallido, vecchia demente"
Ma il professore Gervasoni non ha twittato proprio niente di malevolo, ha espresso solidarietà a Liliana Segre, ribadito la stima e il rispetto per Israele, ha solo criticato l'istituzione di una super commissione che ritiene inutile. Dei commenti sotto i suoi tweet non è responsabile, come fa credere Repubblica.
matteo salvini giorgia meloni
È proprio questo il meccanismo , arrivare a una decisione solo emotiva, sfruttando a cascata una serie di reazioni tutte emotive che sono partite da una menzogna che aveva lo scopo di suscitare quelle emotività. E credetemi, non c'entrano l'antisemitismo o il razzismo, magari centra l 'ego ipertrofico che i social incoraggiano, Ma chi ha cominciato il gioco al massacro?
Se Nicola Zingaretti senza pudore alcuno ha dichiarato il 19 ottobre che Piazza San Giovanni pacifica e festante era "portatrice di rabbia odio e violenza", sentite questo articolo vibrante per l' Huffington del sindaco di Napoli, De Magistris
MARCO GERVASONI
Così doverosamente comincia "Napoli sarà sempre con Liliana Segre…"
Così prosegue e conclude: "Memori dei crimini indicibili che ha subito il popolo ebreo, non si può più accettare l'occupazione brutale delle terre di Palestina da parte di Israele. Non tolleriamo più governi che mettono i popoli gli uni contro gli altri perché le nostre infelicità non sono colpa di poveri e oppressi ma di un sistema che ha creato ingiustizie e disuguaglianze".
Potrei mai chiudere senza citare il portatore ufficiale dei messaggi illuminati di pace e fratellanza. Chi se non Roberto Saviano?
"L’odio verso Liliana Segre è responsabilità di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Liliana Segre è stata testimone dell’inferno, ma continua ad avere negli occhi la luce di chi non ha rancore. A lei vogliamo somigliare e non a chi avvelena l’Italia con messaggi di odio e di violenza".
beppe sala l assedio
Qualcuno l'ha informato che si tratta di fake news, ovvero bufale? Qualcuno gli ha detto che, stante l'esistenza di una super commissione di controllo su tutte le cattiverie che diciamo, capace che un giorno l'altro tocchi pure a lui rispondere di quel che dice? Figuriamoci.
roberto saviano sul red carpet a venezia
Allora? chi ha perso qualunque capacità di proposta politica e gli tocca far ricorso ai partigiani? Chi istiga odio? Chi viene sempre meno ascoltato? Chi rischia di essere infilzato da un forcone, simbolico si intende?