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    "IL SAN CARLO DI NAPOLI DEVE TORNARE AD AVERE IL POSTO DA PRIMATO CHE MERITA” – DOPO IL BENSERVITO (DI FATTO) DEL MINISTRO SANGIULIANO A LISSNER, SI PARLA DELLA SOSTITUZIONE DEL SOVRINTENDENTE DEL TEATRO PARTENOPEO CON FUORTES - L’AD RAI RESTA IN CORSA PER GUIDARE LA SCALA DAL 2024. SI INFITTISCONO LE PRESSIONI SU GIUSEPPE SALA CHE, COME SINDACO DI MILANO, HA IN MANO IL CDA DEL TEATRO MILANESE-DAGOREPORT


     
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    Estratto dell’articolo di Stella Cervasio per napoli.repubblica.it

     

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    Il San Carlo, tornato a splendere, riapre a tempo di record come mai accaduto prima in seguito a un restauro. E lo fa domani alle 19 con un recital di Pretty Yende, il soprano sudafricano che a maggio canterà all'incoronazione di Carlo d'Inghilterra e ha dalla sua parte un giudizio lusinghiero dal New York Times

     

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    Ma il sipario si è già riaperto con una polemica che sa di benservito di fatto, e che si è svolta tutta sotto gli occhi del pubblico accorso per vedere il restauro. Oltre all'effetto " blu borbonico" del Palco Reale e il mitico soffitto di Cammarano, sul palcoscenico della politica e dello spoil system si è svolto un vero duello sotto il sole dello sfolgorante teatro di Carlo III, una battaglia del tutto inattesa che ha spiazzato il pubblico.

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    E mentre si prepara a riaprire, il teatro ripensa ancora a quelle dure quattro righe di critica mossa dal ministro Sangiuliano

     

    "Oggi il San Carlo non ha ancora una proiezione pari alla sua storia, al suo valore e potenzialità " , c'era scritto. Il restauro non basta, bisogna andare oltre. Una dichiarazione che ha fatto saltare i nervi al sovrintendente Stéphane Lissner, anche se nessuno aveva ancora letto il comunicato: " È un'affermazione che mi rattrista e mi sorprende", ha replicato Lissner, ricordando che la sua è stata una programmazione fatta di " artisti di assoluta eccellenza nazionale e internazionale".

     

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    Ma Sangiuliano aveva un asso nella manica e ha risposto chiedendo alla platea un minuto di silenzio per ricordare il critico napoletano del Corriere della Sera Paolo Isotta, che nel 2013, quando Lissner era ancora sovrintendente alla Scala, lo dichiarò "persona non gradita" . La questione riguardava le critiche di Isotta a Daniel Barenboim, che vennero definite "razziste" perché il critico non negava le sue simpatie di destra: in terrazza aveva un busto di Mussolini. Ma questo non gli impediva di essere un uomo colto e un critico attento e si giustificò dicendo che il giudizio era "solo tecnico, niente a che vedere con la politica". Il fatto fece scalpore. Ma non era periodo di spoil system. Ora però c'è stato quello che al Mic chiamano "un benservito di fatto " .

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    Sarebbe in vista una sostituzione di Lissner - il cui contratto scadrebbe l'anno prossimo - con qualcuno più gradito a Sangiuliano. E torna a circolare il nome dell'ad Rai Carlo Fuortes, che aveva espresso la preferenza per Scala o San Carlo. Ma al Collegio Romano non confermano.

    Lissner Lissner

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