Daniela Cotto per "la Stampa"
SOFIA GOGGIA 29
Fattore G. Sofia Goggia si diverte, non si ferma più e sbanca anche il supergigante della Val d'Isère dopo il dominio nella libera di sabato. Una doppietta che manda all'aria le statistiche ingessate dello sci alpino. Con lei capita spesso. Quando passa, nulla è come prima.
Il Fattore G è dirompente. Aria frizzante. Geniale e volitiva, l'azzurra ha il tratto caratteristico delle grandi, mettere giù le punte anche su una pista selettiva come la Oreiller-Killy. E ieri ha aggiornato i numeri. Quinta vittoria stagionale, sedicesima della carriera, come la leggenda Deborah Compagnoni. Meglio anche della velocista Isolde Kostner (a 15).
Ma siamo solo all'inizio. La Goggia vola anche in testa alla classifica generale (635 punti, davanti a Shiffrin staccata di 65 punti a 570) ed è prima nelle discipline veloci. «Non faccio calcoli, affronto gara per gara», è il mantra che ripete ad ogni vigilia. «Vinco perché so leggere il tracciato meglio di tutte e ho la consapevolezza di cosa devo fare in ogni momento. Essere tutti i giorni sul pezzo è la sfida di ogni atleta». Ieri ha sfornato un capolavoro trascinando la squadra, con Elena Curtoni ottima terza e Federica Brignone quarta. «Già dal mattino - racconta Sofia - sentivo di avere un buon feeling. E in ricognizione sentivo che avrebbe potuto essere un superG dei miei. Ho sciato sempre in sicurezza, fluida. Sapevo che nella zona del bosco non si doveva sbagliare. Il lavoro fatto sul gigante in estate paga».
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Il coach delle azzurre Gianluca Rulfi, il suo punto di riferimento, come al solito non si scompone. «Lei è sempre stata veloce ma a differenza degli anni scorsi ha trovato regolarità. E ha imparato a mettere in fila tutti i pezzi». E aggiunge: «Non dobbiamo dimenticare i mille infortuni che ha avuto Sofia in carriera.
Ha sempre dovuto rincorrere. La sua voglia di spaccare il mondo a volte l'ha penalizzata. Adesso invece, grazie ad una raggiunta maturità, è uno dei suoi punti forti e fa la differenza. E poi non è banale mettere i bastoncini fuori dal cancelletto. Le pulsazioni salgono a palla. Ora è riuscita ad abbassarli e ad esser più fredda in gara». Un percorso costruito passo dopo passo, studiando la preparazione nei minimi dettagli, dalla preparazione fisica alla nutrizionista, dalla psichiatra al preparatore atletico. Ma al centro c'è lei. Il fattore G. Il vento che scombina tutto.
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Alle imprese sportive la Goggia unisce leggerezza e ironia. Quando ha ricevuto la vitellina, premio per la discesa francese di sabato, l'azzurra ha aperto un sondaggio sui social. «Mi aiutate a trovare un nome?». E poco dopo: «La chiamerò Iser come la montagna conquistata e il soprannome sarà Isy, in onore di Isolde Kostner perché sabato con la libera ho vinto 15 gare come lei». "Iser" terrà compagnia ad "Ambrosi", il vitello vinto l'anno scorso che ha trovato casa nell'agriturismo vicino a Bergamo gestito da una coppia di amici. Sofia è un vulcano, insomma. Non solo in pista, ma anche nella vita.
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Con passioni intellettuali forti, dai libri all'amore per il pianoforte alla curiosità e alla voglia di un contatto con la terra che l'ha spinta a sponsorizzare il progetto delle galline certificate come biologiche, coltivate da un'azienda agricola. «La cultura ancestrale dei contadini mi affascina». Domani e mercoledì torna sotto i riflettori a Courchevel, in Francia. Luci puntate sulle azzurre, che vantano sei successi in dodici gare di Coppa, e sulle specialiste della specialità Marta Bassino e Federica Brignone. Perché le ragazze, che hanno trascinato l'Italia in testa alla classifica per Nazioni, non sono mai sazie.
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